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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 3.1900

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Fasc. 1-4
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Leonardi, Valentino: Paolo di Mariano Marmoraro, [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.24145#0134

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98

VALENTINO LEONARDI

L'opera di lui si ritrova anche, e molto diffusamente, nella decorazione di maschere sufflanti
le acque marine e di pagane divinità naviganti che sovrasta ad entrambi gli altorilievi mag-
giori. Il Fabriczy donava anche questi motivi decorativi a Paolo, nè comprendiamo il perchè:
per nostro conto non vi riscontriamo neppure un carattere dell'Arte del Maestro. Se poi qui
si volesse ad ogni costo trovare l'opera sua, la si dovrebbe cercare piuttosto in quella parte
della base di sinistra che abbiamo distinto per l'intaglio profondo; qualche cosa di lui si
avrebbe, qui, nella maschera, non da noi riprodotta, che si trova nella stessa pietra là dove
questa volge verso la fronte dell'arco. La somiglianza si rinverrebbe nella barba, che Paolo
generalmente conduceva con gran diligenza, in ispecie sul mento e nei peli della mosca. Ma
sventuratamente non possiamo dare un giudizio assoluto ; l'altra testa di satiro non ci con-
ferma troppo nella nostra opinione e il putto non è in uno1 stato di conservazione tale da
permettere un esame profondo.

L'opera di Paolo Romano si potrebbe ancora vedere nella volta dell'arco. Nel centro di
questa due grandi angioli dalla femminea appiccatura del braccio, e tutti di fattura toscana,
reggono lo scudo d'Aragona, ma intorno, dai cassettoni, sbucano, alternate con rose, delle
testine di putto. Ve ne hanno di tutti i generi : lunghe e tondeggianti, con i capelli condotti
a grandi ciocche o inanellati su la fronte, con il mento arguto o fuggevole, con il sorriso
su le labbra o con le sopracciglia inarcate. Una, bellissima, tutta coronata di foglie di vite
e di pampini, ricorda un Bacco fanciullo : più in là, improvvisa, una testa immonda di satiro
rompe l'ordine consueto. Si potrebbero qui donare a Paolo certe teste rotonde, che hanno
sotto le palpebre solchi assai pronunciati, e il mento che si affaccia tra l'adipe del volto ; ma
non ci dissimuliamo tutta l'improbabilità della nostra congettura. Infine si tratta di un artista
minore, che, come tale, non ebbe mai un carattere assolutamente preciso, che allora si tro-
vava nella sua giovinezza artistica, e che lavorò per un tempo assai breve e per una parte
molto secondaria - - chi sa che non fosse quella di un aiutante ? — ad una grande costruzione
oggi pessimamente conservata, e della quale, anche per le opere maggiori, si sa molto poco,
ora, come volete che si possa, senza nessun soccorso diretto di documenti, 1 osservando la
sola testina di un fanciullo cui probabilmente manca il naso ed il mento, asserire, con sicu-
rezza scientifica, che si tratti di Paolo e non di altro maestro?

* * *

URBATO dalle guerre esteriori, pauroso d'interne congiure, preoccupato
dalla speranza di nuove crociate, Pio Secondo, ne'primi anni del regno suo,
curò mag'giormente che nessuna memoria potesse rivivere de' tempi di
Niccolò Quinto, che il breve e squallido pontificato di papa Callisto aveva
fatto dimenticare. Indi il dispetto degli studiosi, come di quelli che, a
lungo avendo sperato, in breve eran rimasti delusi ; indi la povertà della
Corte pontificia al conspetto delle case cardinalizie, in un tempo che
in Roma vivevano l'Alain e l'Estouteville, lo Scarampo ed il Barbo, il
Bessarione ed il Borgia. Pur sempre, sotto le spoglie della dalmatica, Enea Silvio Piccolomini
rimaneva l'antico novellatore degii amori di Madonna Lucrezia ed Eurialo cavaliere: uomo
acuto, conoscitor della vita, piacevole nel conversare, amante delle cose antiche; come si
venivan placando le sedizioni, egli, trascurando i letterati, favoriva gli artisti e volgeva
l'animo ad abbellire la città rinnovandole parte dell'antico splendore. Come restituiva la
nativa Corsignano, e riedificava Tivoli dalle fondamenta, e faceva compiere opere a Civita

briczy con l'aggiunta di nuovi documenti. Auguria-
moci che questi possano recare una vera luce su l'arco
tanto bello e tanto sfortunato.

1 Ci si dice che E. Bertaux pubblicherà prossima-
mente, nell'Archivio dì storia patria per le Provincie
napoletane, un'ampia recensione dell'articolo del Fa-
 
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