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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 3.1900

DOI issue:
Fasc. 1-4
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Leonardi, Valentino: Paolo di Mariano Marmoraro, [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.24145#0140

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VALENTINO LEONARDI

l difetto di proporzione tra il corpo e le gambe, che, già osservato
nell'altra figura, si ritrova in tutti i lavori di Paolo Romano, è uno dei
caratteri che più colpisce nell'altra statua della sacristia, quella di
San Paolo.

L'apostolo, enorme e grottesco, ha la fronte corrugata, le orbite a
tetto degli occhi, le orecchia grandi, traforate minutamente, con lobulo
enorme. Su la testa, calva alle tempie, avanza alla fronte una folta ciocca
di capelli ; ciò che è ancora di altre statue di Paolo. Nuovo invece
è il carattere della fisionomia. La bocca semiaperta coronata da' baffi a pena scalfitti, è circon-
data della barba, un grosso masso marmoreo su '1 quale l'artista ha rozzamente condotte le
linee guizzanti dei peli. Il naso, diritto, è grandissimo, gli occhi poi, meno grossi e meno rotondi
di quelli del San Pietro, sono rivolti al cielo in un'attitudine d'estasi, che, in verità poco fedele
alla tradizione iconografica del milite pagano arrestato da Cristo su la via di Damasco, diviene
assolutamente goffa nella maschera informe. L'aspetto avea già colpito il Bonanni, e questi
narra che Mino da Fiesole (in Roma, prima della critica, gli scrittori di guide hanno corretto
Vasari) voleva ritrarre in quel modo Demetrio Paleologo, tiranno epirota, che avea donato
a Pio Secondo la testa di Sant'Andrea. Non Demetrio, che avea trovata migliore la pace
co' Turchi, ma Tommaso Paleologo, fratello di lui, avea donato il capo dell'Apostolo ; e
Tommaso viveva in Roma, esule, e in Roma molti anni dopo moriva povero, in un ospedale,
dopo avere lungo tempo limosinato. Forse la testa ricorda Tommaso, forse altra delle persone
di quell'età, forse lo scultore medesimo; forse ancora è una bizzarria dell'artista, curioso
d'un effetto nuovo.

La statua, nelle altre parti, mostra tutti i caratteri distintivi della scuola di Paolo Tac-
cone. Sotto il collo scarno, è visibile il vano tra' due triangoli cervicali, ed è evidente per
lungo tratto il muscolo sterno-mastoideo sinistro. Il polso è lungo e magro: al conspetto di
esso sono grandissime le mani, che hanno vene arborate, unghie piane a spatola. Il libro
ha superfìcie liscia, borchie tonde senza rose, e reca due cerniere che imitano un metallo
traforato. Ne' piedi si conosce, per la tunica breve, una piccola parte della tibia, esile per un
corpo così grande. Similmente piccola è la. noce del piede, ampio lo spazio tra essa e la
punta, sì che il piede diventa enorme, anche per un gigante. Si trovano ancora qui i piedi
vestiti di sandali, e la cura studiosa della verità in condurre le dita gibbose, e le unghie
brevi con la carne cresciuta intorno. La tunica è stretta intorno al corpo da un cilizio che
pare un lenzuolo attorcigliato, presenta poi lungo le maniche e nel corpo le stesse pieghe e
gli stessi orli di quella del San Pietro. Ma qui tutta la tunica è più corta, e le pieghe sono
più frequenti, e il mantello, che avvolge quasi tutto il lato sinistro del corpo, lascia libero
il destro al disopra dell'anca. La coscia destra, molto lunga, è evidente sotto il mantello, che,
sovra la gamba destra, si dispone in pieghe piuttosto larghe a sezione concentrica. Sul corpo
esso s'ingolfa in seni profondi, ricade sul braccio sinistro con pieghe fitte, che vanno lenta-
mente degradando fin che dietro si estinguono, ed il manto, che ricade a lembi quasi ottu-
sangoli, viene a formare una cosa sola con il cippo della colonna che ancora si conosce
dietro i piedi del Santo.
 
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