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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 3.1900

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Fasc. 1-4
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Bibliografia artistica
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https://doi.org/10.11588/diglit.24145#0175

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136

BIBLIOGRAFIA ARTISTICA

ignorato in una stanzuccia presso la chiesetta di San
Lorenzo in Fonte ed è di squisita fattura.

Si attribuisce al Bernini il busto d'una bellissima
signora della medesima famiglia Barberini esistente
nella Certosa'di Bologna; ma il Passeri lo dice del
suo scolaro Finelli, ed il Fraschetti, in un inventario
dell'Archivio Barberini, lo trovò indicato non come
eseguito, ma avuto dal Bernini. L'autore assegna alla
scuola del Bernini un busto della regina Cristina di
Svezia, posseduto dal marchese Azzolino di Firenze,
che palesa il carattere di quella singolare donna, in-
torno al quale il Fraschetti pubblica interessanti no-
tizie inedite, senza cadere in un fuor d'opera, giacché
essa fu ammiratrice del nostro scultore e per incarico
di lei il Baldinucci ne scrisse la biografia, appena av-
venuta la sua morte.

Un altro genere di lavori pei quali, come pei ri-
tratti, il Bernini non merita che lodi, sono le fontane;
le ragioni di questo fatto vengono finamente esposte
dal Fraschetti, il quale anche su di esse porta largo
contributo di notizie importanti o curiose.

Per mezzo d'uno schizzo autografo e d'una vecchia
incisione egli fa conoscere la distrutta fontana Mattei,
ed un'altra pure distrutta per mezzo d'una vecchia
fotografia. Da le riproduzioni di due gruppi di tritoni
emigrati nel Museo di Berlino e d'un tritone che soffia
nella bucina in possesso privato a Roma. Della mo-
numentale fontana di piazza Navona, oltre ad esporne
con giustezza il carattere e gli alti pregi, rifa la storia
particolareggiata con nuovi documenti. 11 Baldinucci
aveva narrato lo stratagemma a cui si ricorse per
mostrare improvvisamente il bozzetto del Bernini ad
Innocenzo X mal prevenuto contro di lui ; ma il par-
ticolare più caratteristico ci è palesato, al solito, dal
corrispondente romano del duca di Modena, sempre
informato delle più segrete cose. Il cav. Bernini che
era astuto et tristo in sommo grado, conoscendo la in-
clinazione di donna Olimpia (la strapotente cognata
del papa) non fece solo un bozzetto di terra con arti-
ficio raro et maraviglioso, ma lo fece d' argento che
rendesse appagata l'avida signora della materia quanto
della forma. Fra questa la vera via, come scriveva
un altro maligno del tempo, citato dal Fraschetti,
perchè...

Chi chiedeva le grazie havea l'intento
Porgendo alla signora oro et .argento.

Il nostro autore ha trovato, e li pubblica, i quattro
magnifici bozzetti disegnati dal vero a matita rossa
dal Bernini per le statue dei quattro fiumi; ma con-
trariamente alla credenza comune gli è risultato dai
documenti che il grande artista si limitò ai bozzetti,
senza prender parte nè al mirabile lavoro degli scogli,
ne alla famosa palma.

Ora quella fontana riscuote l'ammirazione delle per-
sone colte come quella del volgo; ma quando si co-

struiva il popolo la guardava molto di mal occhio,
tanto che vi si dovettero mettere le guardie, perchè
si sapeva che il papa, per sopperire alla spesa, stava
preparando una nuova tassa sui fabbricati. Si affìs-
sero atroci pasquinate contro di lui e donna Olimpia,
e si diceva : Noi volemo altro che gulie, et fontane,
pane volemo, pane, pane, pane, tanto più indovinan-
dosi che parte del provento della tassa avrebbe ser-
vito al palazzo che il papa costruiva per la propria
famiglia sulla medesima piazza.

Esiste però in Roma una fontana che oscura e
quasi fi passare in seconda linea le splendide fontane
del Bernini ; ciò avrebbe del miracoloso, trattandosi
della fontana di Trevi eseguita nel freddo secolo xvin;
e di questo il Fraschetti ha dato la spiegazione, di-
mostrando con molteplicità di fatti e di considerazioni
che essa fu per lo meno ispirata da un disegno del
grande maestro. Non vogliamo sciupare, col riassu-
merlo, il bel capitolo del Fraschetti : la sola conclu-
sione a cui giunge, basta a mostrarne l'importanza.

L'opera più conosciuta, e conosciuta da tutto il
mondo, del Bernini è il colonnato della piazza di
San Pietro ; in esso le meraviglie di Grecia e di A'oma
parvero rinnovellarsi, scrive il Fraschetti, che con la
scorta dei documenti ne rifa la storia, narrando anche
il pericolo che corse di non essere eseguito, per le
solide e pratiche ragioni portate in contrario dal car-
dinale Pallotto che fortunatamente non vennero ascol-
tate. Lo stesso fa per i grandi lavori dell'interno di
San Pietro che recarono tanti dolori al Bernini, causa
la maldicenza invidiosa de' suoi nemici : solo non si
comprende come l'autore non abbia tenuto conto delle
particolareggiate difese pubblicate dal Baldinucci a
favore del Bernini : tanto se risultano senza base come
se sono solide era da dirne qualche cosa. Per con-
fortarsi di quelle amarezze e mostrare la sua fiducia
nel tempo, il Bernini intraprese un lavoro per suo
proprio conto, da lasciare per memoria a' suoi di-
scendenti, come si scriveva da Roma al duca di Mo-
dena. Doveva rappresentare la Verità scoperta dal
Tempo, e rimane ancora in Roma solo per la pre-
veggenza dell' artista che lo legò da fidecommesso.
La figura del .Tempo non venne eseguita ; ma il nostro
autore pubblica il bozzetto del gruppo intero da lui
trovato nella collezione privata Chigi.

A proposito della cattedra di San Pietro la ricerca
dei documenti ha confermato un giudizio che non
concerne il Bernini nè la sua spettacolosa opera, bensi
l'antica misteriosa cattedra che questa custodisce ed
esalta. Il De Rossi, contrariamente alla devota leg-
genda, aveva stabilito che la parte ornamentale di
essa non poteva risalire ai primi tempi del cristiane-
simo. Poscia il gesuita Gamica', che malgrado il suo
abito potè appena e di nascosto dare un'occhiata al
sacro cimelio, ne abbassò il tempo all'epoca caro-
lingia. Adolfo Venturi poi, dall'esame d'una fotografia,
 
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