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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 3.1900

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Fasc. 1-4
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Miscellanea
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https://doi.org/10.11588/diglit.24145#0193

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154

MISCELLANEA

per L. 2150 (100 ducati) due quadri di Sebastiano —
un sacrifizio alla dea Vesta e un sacrifizio a Sileno —
lavorati pel reggente di Francia; e casa Meratti, per
250 zecchini (L. 5500), tre quadri di Carlo Meratti
« da esso già a quella mandati in dono. L'uno era
Gio. Battista fanciullo in atto di adorare Gesù, di un
fare tra il Guido e il Guercino ; l'altro un presepio,
di bella macchia e di grande artifizio nel chiaroscuro ;
il terzo, più piccolo, rappresentava nostra Signora col
Bambino che le dorme in braccio, pittura famosissima
allora in Venezia».

A questi l'Algarotti volle aggiungere qualche altro
bel pezzo d'autore vivente: due teste, l'ima di vec-
chio, l'altra di vecchia, del bergamasco Bortolo Na-
zari, 1 buon ritrattista, acquistate per 30 ducati, e per
altrettanti due mezze figure — un filosofo e un avaro —
di Giuseppe Nogari ; 2 un pastello del famoso Liotard,
rappresentante un Stubenmadchen, del costo di 120 zec-
chini, cioè L. 2640; e infine una grande tela del Tie-
polo raffigurante : Il convito di Marcantonio e di Cleo-
patra, pagata profumatamente, cioè la somma diL. 6600
(300 zecchini).

I quadri così raccolti non furono accompagnati in
Germania dall'Algarotti, che ottenne una nuova e più
lunga licenza; ma furono spediti nel maggio del 1744
al re di Polonia. Il quale dovette essere assai soddi-
sfatto della merce e dei prezzi italiani : tanto è vero
che nell'autunno dell'anno successivo con 100,000 zec-
chini faceva man bassa della galleria di Francesco III,
duca di Modena, e spogliava l'Italia di altri cento bei
quadri. Luigi Ferrari.

Tre sculture di Francesco di Simone Fieso-

lano. — Alcuni anni sono il prof. Venturi fece oggetto
delle sue indagini 3 1' attività di questo scultore toscano
e ne ricostruì la personalità artistica appena adom-
brata dal Vasari e, in tempi più vicini a noi, dal
Perkins,4 determinando con sagace osservazione le
opere che, oltre a quelle storicamente certe, debbono
essergli attribuite, tanto in Toscana che in Romagna
e nell' Umbria.

Specialmente in Romagna, da Bologna a Rimini,
il Fiesolano sparse i suoi lavori in gran copia, tanto
che Imola e Forlì, oltre alle altre due città, conservano
ancora opere di sua mano, di cui il Venturi rese conto,
raggruppandole coi lavori di Firenze, di Fiesole, di
Monteluce e d'Ostiglia.

a S. Maria Maggiore furono venduti a lui quattro bei quadri
a basso prezzo ». Ma la Note non ci dice nulla di tale acquisto;
che, forse, non è se non una delle tante inesattezze in cui,
come notò già il Neri (Giorn. st. d. leit. it, VII, pag. 306),
lo Zanetti cade nella breve pagina delle sue Memorie dedicata
all'Algarotti.

1 \7edi Lanzi, op. cit, VII, 135.

2 Vedi Zanetti, pag. 435; Lanzi, VII, 137.

5 Cfr. Archivio storico dell'Arte, anno V, fase. VI.
4 Cfr. Les sctdpteurs italiens, tome I, pag. 223.

Siamo ora in grado di indicare agli studiosi altre
tre opere di Francesco di Simone, a Bologna, a Lugo
e a Solarolo, delle quali nessuno finora si è occupato
rettamente.

La scultura di Bologna si trova nel Museo civico,
dove fermò l'attenzione del prof. Venturi qualche
anno fa, sicché egli la giudicò subito lavoro del nostro
artista e si propose di illustrarla brevemente, ma ne
smise il pensiero allorché seppe che altri ne avrebbe
disserito negli atti e memorie della regia Deputazione
di storia patria per le provincie di Romngna. Ciò che
poi non è avvenuto, come cortesemente ci fa sapere
l'illustre segretario della Deputazione stessa, profes-
sore Brizio.

Si tratta di un ciborietto (V. figura) in tutto simile
al bassorilievo che adorna la base del ciborio di Mon-

Museo Civico, Bologna

teluce 1 presso Perugia. Due angeli poggiano la mano
destra sopra un' edicoletta che porta scolpita nel mezzo
la faccia del Salvatore e con la sinistra afferrano il
lungo nastro svolazzante intorno ai loro corpicciuoli.

Il bassorilievo è racchiuso in una cornice rettan-
golare a grossi dentelli come si riscontrano in parecchi
altri lavori di Francesco di Simone e in ispecie nella
Madonna di Solarolo. Specialmente il modo di trat-
tare le carni è in tutto caratteristico del nostro scul-
tore, e per convincersene basterà confrontare i due
angeletti del piccolo ciborio di Bologna coi tanti Gesù
bambini scolpiti da lui, a cagion d'esempio con quello
della Madonna di via della Chiesa a Firenze.

La scultura di Lugo è rappresentata da un plinto
con due genietti che reggono la corona entro cui sta
uno stemma, ed è certo l'avanzo di un monumento
sepolcrale che dovette ornare la vecchia chiesa di
San Francesco, distrutta nel secolo passato per far
posto alla nuova collegiata eretta sui disegni di Co-
simo Morelli.

Il bassorilievo, così mancante di una delle estre-
mità, fu adattato a servir di fregio ad un camino
nella casa Malerbi. La profusione di palme bacellate
e lanceolate, i vasi a stiacciato, i rosoncini a cinque
foglie, le fetuccie svolazzanti e soprattutto le pieghe
rigonfie delle carni e le ciocche di capelli a forma
di baccello di fava nei due genietti ci persuadano ad

1 Cfr. Venturi, articolo citato.
 
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