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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 3.1900

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Fasc. 5-8
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Venturi, Adolfo: I quadri di scuola italina nella galleria nazionale di Budapest
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https://doi.org/10.11588/diglit.24145#0229

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ADOLFO VENTURI

ferrarese, rappresentandovi la creazione di Adamo e d'Eva. 1 Nel 1464 era morto, come si
deduce da una notizia relativa a Lucia, figlia ed erede del pittore. 2

Quantunque Michele Ongaro preceda la generazione di Cosmè Tura, si dimostra vinto
dalle forme artistiche che si diffondono da Padova, dalla scuola di Francesco Squarcionc.
Anche in tarda età, grazie alla versatilità della sua natura, riesce a mettersi accanto a Cosmè
Tura, lavorando nello studio del Signor di Ferrara, come lo dimostra il quadro, sola testi-
monianza che ne resti del pittore, nella galleria di Budapest. Una giovane con un serto di spiche
a ruota, intorno ai riccioli del capo, con un sermento di vite nella destra e una rama di rose
bianche nella sinistra, sta seduta in trono, coperta da un manto col risvolto di velluto rosso,
che sembra chiuderne, come in una conchiglia purpurea, il corpo verginale. Sull' alto del
trono di porfido, con ornati e fornimenti d'oro, di gemme e di perle, seggono de' genietti con
rami di pomi e di peschi, i quali si dispongono in cerchio o in archi paralleli sul capo della
dea, a cui pure s'innalzano gigli da due vasi, che sono in basso guerniti di gemme incastonate
e da perle. Di qua e di là dal trono, si vedono monti a punte arcuate, o a corni, come nei
fondi dei quadri di Marco Zoppo, e strade a S sparse di sassolini, e piani che si rompono
come nelle miniature ferraresi, però non così geometricamente o a guisa di prismi di quarzo,
essendo qui molle la terra. Le nubi sembrano strani pesci con squame e pinne e lunghi denti.

Così l'arte delle piantagioni o la coltura delle piante fu rappresentata in figura allego-
rica dall'artista che si segnò EX • MICHAE LE • PANONIO, e determinò l'argomento del
suo dipinto, scrivendo in una tabellina: PLANTANDI ■ | LEGES * | PER ME | NO VERE
COLONI. Come più tardi il Pinturicchio, nell'appartamento Borgia, in Vaticano, rappresentò
le arti insegnate da Osiride, e tra esse la coltura delle piante ; così Michele Pannonio raf-
figurò per Borso d'Este la dea maestra della coltivazione, e vi appose la impresa del duca
di Ferrara, che ornò un suo gabinetto con le figure delle arti. E l'impresa che si vede di
frequente ne' codici miniati del Duca nella torre della Cattedrale ferrarese, nell'anticamera del
salone di Schifanoia, nei messali della Certosa di Ferrara, ecc., cioè la impresa, detta del
fiaraduro, consistente in una siepe o cateratta, quale si usava fare nel Po, e tale siepe divenuta
simbolo borsiano, ebbe figurata nel mezzo una zucca galleggiante sulle onde, e scritta al di
s'opra la parola FIDO. In un'altra tabellina, a schiarimento del concetto del quadro, le parole
greche, traduzione dell'antecedente scritta latina: <&TT6"IAC * TENOMOTC A n 6 M 0 VA lì r N CD T K

n;a>iroi.

Michele Pannonio diseg'nò la sua figura conica, col seno alto e il busto stretto, come
usa anche Cosmè Tura, di cui però il pittore ungherese non ebbe la potente energia. I contorni
angolosi, le vesti metalliche, i muscoli tesi di Cosmè Tura non si vedono in questo quadro, in
cui tutto si ammorbidisce e sembra bagnato, viscido, molle. Il manto, il rovescio della tunica
marezzata prendono la durezza del calcare più che del metallo; le carni sono gonfie e hanno
le ombre azzurrine, i pomelli delle guancie sembran tocchi da zafferano e i bianchi hanno
l'argentato umidore delle striscie lasciate dalle lumache nel loro cammino; le mani non hanno
la nodosità del Tura, e le unghie delle dita si affondano formando un ovale. Una grande
profusione di rubini e di perle è da per tutto, lungo le cornici, e prendon talora la forma
di fermagli sormontati da una corona.

1 Cfr. L. N. Cittadella, op. cit.

2 R. Archivio di Stato in Modena, Carrier 1 Ducale,
Amministrazione dei paesi, Ferrara, Registrimi Gabel-
larum, 1464, a cte 44 tergo:

« MCCCCLXiiij

« Lucia lìlia quondam et heres Magistri Michaelis
Ungari pictoris iure usus ab ecclesia sancte Marie de
Buco Soluendo ornili anno solidos decemseptem et
denarios sex marchesanorum vendidit Bertholino de
Nouaria filio quondam domini Johannis unam par-

tem cura dimidia habito respectu ad quatnor partes
et omne Jus quod habet in reliquis partibus quas con-
ducebat dictus quondam magister Michael ad affictum
a domina Magdalena uxore Thome Moscardini unius
domus cu paté murate et solerate cum cortili posite in
contracta sancti Gregorii Ferrane juxta suos confmes
prò pretio librarum centumquinquaginta marchesana-
rum nitidarum. Ex Jnstrumento marni Johannis de
Agolantibus die vicesimo octavo Julij.

« Bertolinus de Nouaria . . . L XV. sol: — ».
 
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