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ADOLFO VENTURI
* * *
CCELLE nella Galleria la scuola milanese con alcuni preziosissimi quadri,
tra cui è il Borgognone con la sua Deposizione (n. 65). Il Cristo,
ischeletrito per gli stenti e il martirio, con gli occhi infossati, le labbra
morelle, è steso sulle ginocchia della Madre e di Nicodemo: quella,
con le socchiuse palpebre, bianco il viso, lascia cadere leggermente la
sinistra sul corpo di Cristo, mentre vien meno nelle braccia di due pie
donne. San Giovanni s'avanza verso il gruppo pietoso, stringendo
disperato le spalle; e la Maddalena sta con le aperte braccia, guar-
dando a'piedi che aveva cosparso d'unguenti; e l'uno e l'altra hanno i lineamenti del volto
rossi per pianto. Altre figure si veggono intorno, in atto di dolore, tra cui Giuseppe d'Ari-
matea con catena d'oro al collo (ritratto forse del committente), e una nel fondo, che stringe
le mani, richiamante, anche per il suo fosco colore, il Foppa, maestro d'Ambrogio Fossano
detto il Borgognone ; infine un frate con occhi cavernosi e che tiene la corona di spine del
Redentore nelle mani. Queste ultime figure a sinistra, ove si apre la sacra grotta, si mostrano
anche più illividite per l'effetto di tramonto, perchè l'ultima luce del giorno si raccoglie a
destra. Il sole, che sprigiona gli ultimi bagliori dalle nuvole d'oro, manda riflessi sui monti,
sulle chiome delle foreste, solca co' rag-gi il piede della rupe del Calvario, e accende le pareti
delle case di Gerusalemme.
Accanto al Borgognone sta il mite pittore Bernardino Luini, con due bei quadri: l'uno
rappresenta, su fondo nero, la Madonna col Bambino e due sante : a destra Santa Barbara,
indicata per tale da una fortezza dipinta in un medaglione che tocca lo scollo della veste
e dalle parole BARE VIRGI; a sinistra Santa Caterina, con la ruota dipinta sul busto. La
Vergine stessa reca la scritta VIRGINIS (!) MATER. Ciò dimostra che il Luini intese di
dipingere un quadro di devozione, spiegando bene ai divoti il nome delle sacre figure : diede
alla Vergine leonardesca bellezza, a Santa Caterina labbra coralline e sottili, a tutte le orbite
azzurrine degli occhi luci d'oro neh' iride, e bei capelli fulvi, inanellati e dorati. Forte è il
chiaroscuro, ma tutto è tirato, liscio, come soleva fare il pittore nell'età tarda, quando dipinse,
ad esempio, la Vanità e la Modestia, già del principe Sciarra, ora in casa Rothschild a Parigi;
e sarebbe riuscito monotono e pesante, se non avesse interrotto lo scuro effetto con un panno
giallo-rossastro, a righe verdi, che copre un tavolinetto, su cui sta un libriccino scritto a
lettere rosse e nere, sfogliato da Gesù con la destra manina.
Ben superiore è l'altro quadro di Bernardino Luini, che è esposto lì presso : vi si vede
la Vergine seduta col divin Figlio, mentre San Giovannino, sorretto dalla madre sua, corre
ad offrirgli un fiore. Nel dipinto che abbiamo descritto, Santa Caterina guarda con grandi
occhi innanzi a sè ; Santa Barbara china alquanto graziosamente la testa; la Vergine, sof-
fusa dal rossore, chini gli occhi, sta a vedere qual bella citazione troverà il Bambino sapiente
sfogliando le pagine del libretto : tutte le figure stanno in mostra, esposte all'ammirazione e
alla divozione, mentre nel secondo dipinto l'artista ha composto un dolcissimo idillio. La
Vergine guarda pensosa alla scena d'affetto, ed Elisabetta par che fissi gli occhi nel lontano,
mentre regge l'anrsioso figliuolo, che monta sulla roccia per porgere a Gesù la viola dal
lungo gambo colta nel prato. Par di sentire la garrula voce di San Giovannino, là nel silenzio
dei campi. Un'occhiuta farfalla viene a posarsi sul trono della Vergine. Lo sfumato è dol-
cissimo e profondo; e le note di turchino e violetto, di rosso e giallo ridono sulle verdi foglie
del fondo.
Non discosto da questo quadro è la Santa Caterina d'Alessandria, ascritta ad Aurelio
Luini, imitatore di Bernardino, e che ne conservò i tipi, ma ingrandendoli e perdendo la
soavità loro. Più degno di fargli riscontro è Giampietrino col suo quadro che raffigura
ADOLFO VENTURI
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CCELLE nella Galleria la scuola milanese con alcuni preziosissimi quadri,
tra cui è il Borgognone con la sua Deposizione (n. 65). Il Cristo,
ischeletrito per gli stenti e il martirio, con gli occhi infossati, le labbra
morelle, è steso sulle ginocchia della Madre e di Nicodemo: quella,
con le socchiuse palpebre, bianco il viso, lascia cadere leggermente la
sinistra sul corpo di Cristo, mentre vien meno nelle braccia di due pie
donne. San Giovanni s'avanza verso il gruppo pietoso, stringendo
disperato le spalle; e la Maddalena sta con le aperte braccia, guar-
dando a'piedi che aveva cosparso d'unguenti; e l'uno e l'altra hanno i lineamenti del volto
rossi per pianto. Altre figure si veggono intorno, in atto di dolore, tra cui Giuseppe d'Ari-
matea con catena d'oro al collo (ritratto forse del committente), e una nel fondo, che stringe
le mani, richiamante, anche per il suo fosco colore, il Foppa, maestro d'Ambrogio Fossano
detto il Borgognone ; infine un frate con occhi cavernosi e che tiene la corona di spine del
Redentore nelle mani. Queste ultime figure a sinistra, ove si apre la sacra grotta, si mostrano
anche più illividite per l'effetto di tramonto, perchè l'ultima luce del giorno si raccoglie a
destra. Il sole, che sprigiona gli ultimi bagliori dalle nuvole d'oro, manda riflessi sui monti,
sulle chiome delle foreste, solca co' rag-gi il piede della rupe del Calvario, e accende le pareti
delle case di Gerusalemme.
Accanto al Borgognone sta il mite pittore Bernardino Luini, con due bei quadri: l'uno
rappresenta, su fondo nero, la Madonna col Bambino e due sante : a destra Santa Barbara,
indicata per tale da una fortezza dipinta in un medaglione che tocca lo scollo della veste
e dalle parole BARE VIRGI; a sinistra Santa Caterina, con la ruota dipinta sul busto. La
Vergine stessa reca la scritta VIRGINIS (!) MATER. Ciò dimostra che il Luini intese di
dipingere un quadro di devozione, spiegando bene ai divoti il nome delle sacre figure : diede
alla Vergine leonardesca bellezza, a Santa Caterina labbra coralline e sottili, a tutte le orbite
azzurrine degli occhi luci d'oro neh' iride, e bei capelli fulvi, inanellati e dorati. Forte è il
chiaroscuro, ma tutto è tirato, liscio, come soleva fare il pittore nell'età tarda, quando dipinse,
ad esempio, la Vanità e la Modestia, già del principe Sciarra, ora in casa Rothschild a Parigi;
e sarebbe riuscito monotono e pesante, se non avesse interrotto lo scuro effetto con un panno
giallo-rossastro, a righe verdi, che copre un tavolinetto, su cui sta un libriccino scritto a
lettere rosse e nere, sfogliato da Gesù con la destra manina.
Ben superiore è l'altro quadro di Bernardino Luini, che è esposto lì presso : vi si vede
la Vergine seduta col divin Figlio, mentre San Giovannino, sorretto dalla madre sua, corre
ad offrirgli un fiore. Nel dipinto che abbiamo descritto, Santa Caterina guarda con grandi
occhi innanzi a sè ; Santa Barbara china alquanto graziosamente la testa; la Vergine, sof-
fusa dal rossore, chini gli occhi, sta a vedere qual bella citazione troverà il Bambino sapiente
sfogliando le pagine del libretto : tutte le figure stanno in mostra, esposte all'ammirazione e
alla divozione, mentre nel secondo dipinto l'artista ha composto un dolcissimo idillio. La
Vergine guarda pensosa alla scena d'affetto, ed Elisabetta par che fissi gli occhi nel lontano,
mentre regge l'anrsioso figliuolo, che monta sulla roccia per porgere a Gesù la viola dal
lungo gambo colta nel prato. Par di sentire la garrula voce di San Giovannino, là nel silenzio
dei campi. Un'occhiuta farfalla viene a posarsi sul trono della Vergine. Lo sfumato è dol-
cissimo e profondo; e le note di turchino e violetto, di rosso e giallo ridono sulle verdi foglie
del fondo.
Non discosto da questo quadro è la Santa Caterina d'Alessandria, ascritta ad Aurelio
Luini, imitatore di Bernardino, e che ne conservò i tipi, ma ingrandendoli e perdendo la
soavità loro. Più degno di fargli riscontro è Giampietrino col suo quadro che raffigura