/ QUADRI DI SCUOLA ITALIANA
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l'altro, col giustacuore rosso, pianta sulle gambe male architettate, su piedi deformi che non
scorciano. Sul monte spuntano erbe grosse, falciate, e si stende un drappo bianco con un
fanciullino sopra. Una di quelle due teste di legno, con discriminatura nel mezzo de' capelli
pioventi, apre alquanto le labbra e mostra una fila di bianchi dentini ; le pieghe delle
vesti sono convenzionali, grosse, seghiate a capriccio senza conoscenza del corpo su cui
si adattano.
Il ritratto grigio (n. 44) di Antonio Broccardo pure non è opera del Giorgione : l'orecchia
sinistra informe, ravvivata da colpetti rossi, le nari tracciate duramente con nero, le luci
livide, la destra mano con le dita aperte e come tronche nella punta tondeggiante, e il dito
Domenico Feti — Galleria di Budapest
pollice troppo corto, non ci permettono di ripetere il nome del Giorgione. Quella faccia lunga
ha la proporzione particolare delle teste di alcuni ritratti fatti da Licinio Pordenone, ad esempio
quello di Stefano Nani, nella Galleria di Londra; di Ottavio Grimani, nella Galleria di Vienna;
di una dama nella Galleria di Bergamo. Non c'è in alcuna parte la finezza del Giorgione, nò
nel cielo nuvoloso, nè nella linea de' monti del fondo ; e non c'è nel costume di seta trapunta
a rombi e con laccetti a nodi, e neppure nelle indicazioni della persona messe meschina-
mente sul parapetto : un cappello a staio, che ha una .V. sopra scritta ; una piccola corona
formata di spiche, di rose, di vite con grappoli e di melagrane (simbolo delle stagioni), con
entro tre teste unite ; una tabella ansata con iscrizione illeggibile o quasi. Ma più di tutto
non c'è la forma fine, nè il gaio, luminoso colore del grandissimo artista in quest'uomo, che
pare una triste e ammalata femmina. Il nome della persona è indicato nel quadro :
ANTONIVS • BROKARDVS ■ MARII ■ F,
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l'altro, col giustacuore rosso, pianta sulle gambe male architettate, su piedi deformi che non
scorciano. Sul monte spuntano erbe grosse, falciate, e si stende un drappo bianco con un
fanciullino sopra. Una di quelle due teste di legno, con discriminatura nel mezzo de' capelli
pioventi, apre alquanto le labbra e mostra una fila di bianchi dentini ; le pieghe delle
vesti sono convenzionali, grosse, seghiate a capriccio senza conoscenza del corpo su cui
si adattano.
Il ritratto grigio (n. 44) di Antonio Broccardo pure non è opera del Giorgione : l'orecchia
sinistra informe, ravvivata da colpetti rossi, le nari tracciate duramente con nero, le luci
livide, la destra mano con le dita aperte e come tronche nella punta tondeggiante, e il dito
Domenico Feti — Galleria di Budapest
pollice troppo corto, non ci permettono di ripetere il nome del Giorgione. Quella faccia lunga
ha la proporzione particolare delle teste di alcuni ritratti fatti da Licinio Pordenone, ad esempio
quello di Stefano Nani, nella Galleria di Londra; di Ottavio Grimani, nella Galleria di Vienna;
di una dama nella Galleria di Bergamo. Non c'è in alcuna parte la finezza del Giorgione, nò
nel cielo nuvoloso, nè nella linea de' monti del fondo ; e non c'è nel costume di seta trapunta
a rombi e con laccetti a nodi, e neppure nelle indicazioni della persona messe meschina-
mente sul parapetto : un cappello a staio, che ha una .V. sopra scritta ; una piccola corona
formata di spiche, di rose, di vite con grappoli e di melagrane (simbolo delle stagioni), con
entro tre teste unite ; una tabella ansata con iscrizione illeggibile o quasi. Ma più di tutto
non c'è la forma fine, nè il gaio, luminoso colore del grandissimo artista in quest'uomo, che
pare una triste e ammalata femmina. Il nome della persona è indicato nel quadro :
ANTONIVS • BROKARDVS ■ MARII ■ F,