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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 3.1900

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Fasc. 5-8
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Venturi, Adolfo: I quadri di scuola italina nella galleria nazionale di Budapest
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https://doi.org/10.11588/diglit.24145#0266

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/ QUADRI DI SCUOLA ITALIANA 227

suoi concittadini scriveva « che non avrebbe imitata la vanità di Socrate che, chiamato a
capitale giudizio dagli Ateniesi, disse loro : « Concittadini, invece di pensare ad opprimermi,
voi dovreste anzi perpetuare con pubblico monumento la riconoscenza che mi dovete » ; e
intanto offriva loro statue in gesso, purché fosse riconosciuto legittimo il possesso de'quadri.

Non distratti dalle frasi rettoriche del „—------- ^Q^^^^^^^^z^ —------•____

Cerretti, i modenesi continuarono a i
stringerlo alla restituzione; ma nel 1808 --'v^gH Ks.

quegli morì a Pavia, rettore di quella J&jH —'—^^^SS^^O

Università, Lasciando tutti i suoi qua- /fìÀÈ Wy ÉtiÈÉL'%m. ^^^^^m

dri al celebre professore Antonio /ff^k f l^v 1

Scarpa, secondo le disposizioni del vi- /jfiHr *H Bjf/^"' '^B^

talizio con lui contratti). E 1" Scarpa fi f£ Bm$u/ w\ In

stesso descrisse il quadro nostro in
una lettera a Luigi Bossi, che esci a
dichiarare : 1 « come al tempo in cui
dalla Galleria Estense si trasportarono
a Dresda due stupendissime tavole,
questa del Tibaldeo capitò nelle mani
dell'abbate Cerretti, il quale la vendette,
saranno ora più di 20 anni, al eh. pro-
fessore Antonio Scarpa, appo cui con-
servasi presentemente ». Notiamo sol-
tanto che nel- 1746, quando partivano
per Dresda i cento famosi quadri
della Galleria Estense, cento e non
due, il Cerretti non era ancor nato e
quindi che per coonestare la proprietà
del quadro, questi era ricorso a men-
zogna. Come ritratto del Tibaldeo, fu
inciso nella traduzione dell' opera su
Raffaello, di Quatremère de Quincy;
e il Bossi osservava, nella lettera che
fu aggiunta alla pubblicazione, come
« nell'edizione delle,Stanze, di Antonio
Tibaldeo stampate unicamente, e con
alcune altre di G. Mozzarello da Fer-
rara, per Nicolò Zopino nel 1522; e
nella stampa di tutte le sue opere poe-
tiche, eseguite in Venezia da France-
sco di Alessandro Bindoni e Mafeo
Pasini nel 1525, veggonsi di fronte Scuola del Signorelli

due ritratti intagliati in legno, i quali, Collezione di Gustave Dreyfus a Parigi

per i lineamenti del volto, e per i ca-
pelli cadenti lungo le spalle, molto si assomigliano a quello del celeberrimo Scarpa ». Noi
abbiamo rifatto il confronto, e la somiglianza voluta non c' è, tanto che si può supporre
com'essa siasi trovata a viva forza da chi ricordava il ritratto di Tibaldeo per l'elogio funebre
del cardinal Bembo. « Raffaello - aveva scritto il Bembo al cardinale di S. M. in Portico —
ha ritratto il nostro Tibaldeo tanto naturale, ch'egli non è simile a sè stesso, quant' è quella

1 Istoria della l'ita e delle opere di Raffaello Sanzio da Urbino, del signor Quatremère de Quincy. Tra-
duzione di Francesco Longhena. Milano, 1829.
 
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