/ QUADRI DI SCUOLA ITALIANA
il Frizzoni, al tempo cioè in cui Sebastiano del Piombo diceva delle figure di Raffaello,
che « parevano fossero state al fumo, o vero figure di ferro che luceno, tutte chiare e tutte
nere ». Dalla Fornarina della Tribuna, di Firenze, alla Pietà di Viterbo o alla Sant'Agata
della Galleria Pitti, il ritratto non può collocarsi che intorno al tempo in cui già lo collocò
il Propping ! nella sua monografia intorno alle opere di Sebastiano del Piombo precedenti
la morte di Raffaello, cioè quando quel pittore non avrebbe mai raffigurato il dispregiato
rivale. Lungo sarebbe qui di esporre tutti i risultati dell'iconografia raffaellesca, i quali
contraddicono alla supposizione fattasi che questo ritratto ci rappresenti Raffaello; basti
Scuola di Filippo Lippi — Galleria di Budapest
osservare che ogni ritratto giovanile dai capelli pioventi, della seconda decade del Cinquecento,
o circa, si è sempre indicato come imagine dell'Urbinate. Qui noi abbiamo davanti un ricco
gentiluomo, nel fiore dell'età, vigorosissimo, un letterato, che sta con un rotula in mano,
solenne sul fondo di un edificio monumentale e della campagna romana. La fortuna delle
ricerche dirà un giorno chi sia il superbo signore.
Oltre questi quadri per cui la Galleria di Budapest può vantarsi di rappresentare degna-
mente la scuola veneziana, ce ne sono altri di minori artisti, e tuttavia notevoli, di Vincenzo
Catena, Marco Basaiti, Quinzio da Murano, Andrea Previtali, Girolamo da Santa Croce, ecc.
Vincenzo Catena si sottoscrive VINZENZO ■ C • P* nel cartello tenuto da una Santa che
accompagna la Sacra Famiglia (n. 78), nel dipinto a ino' di una tarsia colorata, in cui le
Die kùnstlerische Laujbahn des Sebastiano del Piombo bis zum Tode Raffaels. Leipzig, 1S92.
il Frizzoni, al tempo cioè in cui Sebastiano del Piombo diceva delle figure di Raffaello,
che « parevano fossero state al fumo, o vero figure di ferro che luceno, tutte chiare e tutte
nere ». Dalla Fornarina della Tribuna, di Firenze, alla Pietà di Viterbo o alla Sant'Agata
della Galleria Pitti, il ritratto non può collocarsi che intorno al tempo in cui già lo collocò
il Propping ! nella sua monografia intorno alle opere di Sebastiano del Piombo precedenti
la morte di Raffaello, cioè quando quel pittore non avrebbe mai raffigurato il dispregiato
rivale. Lungo sarebbe qui di esporre tutti i risultati dell'iconografia raffaellesca, i quali
contraddicono alla supposizione fattasi che questo ritratto ci rappresenti Raffaello; basti
Scuola di Filippo Lippi — Galleria di Budapest
osservare che ogni ritratto giovanile dai capelli pioventi, della seconda decade del Cinquecento,
o circa, si è sempre indicato come imagine dell'Urbinate. Qui noi abbiamo davanti un ricco
gentiluomo, nel fiore dell'età, vigorosissimo, un letterato, che sta con un rotula in mano,
solenne sul fondo di un edificio monumentale e della campagna romana. La fortuna delle
ricerche dirà un giorno chi sia il superbo signore.
Oltre questi quadri per cui la Galleria di Budapest può vantarsi di rappresentare degna-
mente la scuola veneziana, ce ne sono altri di minori artisti, e tuttavia notevoli, di Vincenzo
Catena, Marco Basaiti, Quinzio da Murano, Andrea Previtali, Girolamo da Santa Croce, ecc.
Vincenzo Catena si sottoscrive VINZENZO ■ C • P* nel cartello tenuto da una Santa che
accompagna la Sacra Famiglia (n. 78), nel dipinto a ino' di una tarsia colorata, in cui le
Die kùnstlerische Laujbahn des Sebastiano del Piombo bis zum Tode Raffaels. Leipzig, 1S92.