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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 3.1900

DOI Heft:
Fasc. 5-8
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Leonardi, Valentino: Paolo di Mariano Marmoraro, [2]
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https://doi.org/10.11588/diglit.24145#0299

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2ÓO

VALENTINO LEONARDI

mento dichiara prima trattarsi di una sola parte dell' intiera retribuzione, parte solutionìs statue
marmoreae S. Pauli; e aggiunge poi che Paolo fa ancora la statua, qmm facit locandam
super scalis dictae basilicae. Paolo attendeva alla statua ancora più tardi: ecco un documento
del Libro delle Fabriche 1 che lo rammenta, e che, poiché riferisce la retribuzione del 4 feb-
braio, deve essere certamente posteriore a quel giorno :

o

1464. . . M paulo Due • cento . . . ebbe consegnati in più partite per la figura FA AL
PRESENTE MARMOREA DE SAN PAULO . . . adj 4 di luglio atiburi 1463 due x,
adj di setembre due xxv, adj iiij di decembre due xxx et adj xxij de genaro 1464 dtee xx
et adj iiij de febraro due xx.

E il ciclo dei documenti viene poi chiuso dal saldo del folio 231 del Libro dei Mandati;
quello dei 16 Giugno 1464 che dice trattarsi di una statua o imagine marmorea per il pul-
pito della Benedizione, e che, unico, parla di un intiero pagamento.

* * *

enuto dal delirio per la costruzione del San Pietro nuovo, Papa
Borghese donò il cardinale nepote di quanti marmi questi chie-
desse della basilica antica; e Torrigio ci narra di avere con i suoi
occhi veduto i carri che trasportavano le scolture dalla vecchia
piazza Vaticana alla villa nuova del Pincio. Tra queste scolture vi
erano rilievi di putti sorreggenti catene, di gorgoni coronate di
fogliami e di fiori, di teste leonine mordenti gli anelli, delle quali
si dice alcune trovarsi og'gi a Parigi, nel Museo del Louvre.2 Ad
ogni modo certo è che la statua di Paolo Romano non giunse mai
nei possessi del cardinale magnifico: Giorgio Vasari rammenta che
Clemente VII, trovatala a San Pietro in terra nella cappella di Sant'Andrea, la fece porre
al ponte Sant'Angelo, al luogo di uno di quei sacelli, lavorati da Paolo e allora abbattuti
per dare al ponte un più largo accesso. Forse la statua fu tolta dalla loggia della Benedi-
zione a' tempi di Sisto Quarto, quando papa Della Rovere elevava il suo ciborio, o forse-
meglio, non fu mai posata al suo luogo : in fatti essa veniva compiuta proprio quando veniva
innalzato al pontificato il nepote di Eugenio Quarto, sotto il quale i lavori del pulpito dove-
vano mutare d'intensità e di direzione.

Oggi la statua è ancora nel luogo ove la fece porre papa Clemente, sovra un plinto qua-
drangolare, intorno al quale corre una epigrafe dettata dal Bembo. La figura del Santo, che,
in piedi, stringe nel pugno destro la spada e reca nella mano sinistra un libro aperto intar-
siato di piccole borchie a foggia di rosa, guarda alla via e al vecchio palazzo di Monte
Giordano; solenne composizione, armoniosa e severa, essa, meglio di ogni altra di Paolo,
riflette lo studio dei classici modelli e della vita: ma la vita lascia gelido lo scultore e la
bellezza antica non gli suscita la fiamma creatrice del genio ; la statua, nobile, appare rigida
al cospetto delle composizioni berniniane, dove il vento della decadenza ingolfa le vesti e
i capelli. Del resto essa, meglio di tutte le altre, mostra le buone qualità che il maestro aveva
quando sapeva usarne, e la cura che metteva, quando voleva, nell'evitare i suoi difetti, dei
quali possedeva piena e sicura coscienza. Una prova di quel che abbiamo detto ce lo fornirà
un rapido esame.

Innanzi tutto la solita sproporzione tra gambe e busto, ma qui, nel viluppo delle pieghe,
sapientemente celata: poi, nella testa, negli occhi, nella bocca, nei capelli, nella barba e in
tutti i lineamenti e in tutti i panneggiamenti una tal quale grazia non disgiunta di gagliardia,

1 F. 1460-64, f. 1120.

2 Courajod, Deitx fragments des constructious de

Pie II à Saint-Pierre à Rome, aujourd'hui au Musée
de Louvre. Paris, Champion, 1882.
 
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