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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 3.1900

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Fasc. 5-8
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Leonardi, Valentino: Paolo di Mariano Marmoraro, [2]
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https://doi.org/10.11588/diglit.24145#0305

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2Ó6

VALÈNTI NO LEONARDI

adunco. Le ossa frontali sono forti ed evidenti; la linea superiore delle ossa orbitali è segnata,
e la fronte ha rughe rare, a pena graffite. Dagli occhi lunghetti partono ai pomelli rigonfi i
solchi della vecchiezza; il collo, celato dai capelli e dalla barba, appare lungo; nelle mani ecce-
dono le vene, le ossa del carpo e le falangi. Anche nei piedi, calzati di sandali, sono evi-
denti le vene e sono gibbose le dita, e le unghie, come già nelle mani, sono a spatola,
brevi, inoltrate nella carne.

La tunica è stretta da una cintura simile nella forma a quelle di cuoio della quale un
capo, già passato nella fibula e fermato da un punzone, ricade libero, lasciando vuoto l'anello
che lo dovrebbe fermare. La manica sinistra è in parte coperta dal mantello, che vi si posa e
vi si g'onfia; l'altra, libera, ha un orlo alto e pieghe che partono, radiando, dal gomito. Il
mantello, per lo sforzo del gomito sinistro che s'inoltra, forma sul dorso un piccolo seno. Sul
dorso ha pieghe larghe, rare, a pena segnate, transverse, parallele: circonda poi la gamba
sinistra di molte pieghe schiacciate e profonde; fa seni profondi sul ventre; sale fino alla
spalla mancina con pieghe cannulate, scende al lato diritto, lo involge sino ai piedi, risale al
gomito sinistro, ricade in lembi ottusangoli. Il mantello lascia evidente la coscia destra; lungo
le gambe genera pieghe profonde e schiacciate che muoiono verso il ginocchio. Il santo reca
dal lato destro una croce di legno, di quelle di Sant'Andrea; nella mano sinistra un libro
chiuso con quattro borchie a rosa unite da due nastrini diagonali. Questa la statua che Vasari
attribuiva a Varrone e Niccolò da Fiorenza, e che Paolo di Mariano componeva nell'anno 1463.
Al 7 di giugno 1463 egli era pagato di 33 fiorini aurei di camera; ma il lavoro era certamente
incominciato un anno innanzi, al 6 di giugno 1462, quando altri 33 ducati erano stati dati
a maestro fiatilo scultore fier la figura de Santo andrea marmorea fiosta a fiorite molle. 1

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AOLO II inizia l'èra lieta della Rinascenza di Roma. Bello della per-
sona, amante della crapula, cupido e fastoso ad un tempo, il nuovo
pontefice trova squallida la vecchia dimora del Vaticano e vuole che
in Roma la sua bella Repubblica abbia memoria degna della sua
fama e di lui; e come Venezia, neghittosa delle vecchie galee, da
cui il leone ruggente avea levato il volo contro le antenne nemiche,
già da tempo preferisce le amicizie sospettose e le guerre e le insidie
della politica di terraferma, così egli ai piedi del Campidoglio, nel
lembo della città antica che tenta nuove vie per i commerci e per
le arti della pace, eleva un palagio solenne, fresco di giardini e di
acque, bello di portici e di marmi, di muri e di merli e di difese possente.

Roma vive per San Marco, per tutto il suo pontificato. E la fabbrica di San Marco pare
dover sostituire la fabbrica di San Pietro; i libri della contabilità pontificia, ove venivano
notate le spese per i pubblici edifici divengono registri ecclesiae et fialatii S. Marci; e, sotto
questo titolo, sono in essi raccolte anche le notizie di lavori per altre chiese, i relativi paga-
menti, ecc. È notevole la cura con che son tenuti questi registri, e la nitidezza dei loro carat-
teri, tanto in contrasto con il disordine che, in tale materia, regnava ai tempi di Pio II : si
vede chiaro che pure le piccole vicende della vita quotidiana risentivano del nuovo indirizzo
politico più sicuro, e più lieto.

Questi registri ci fanno sapere di lavori compiuti da Paolo in quegli anni in San Marco
e fuori, e sono : alcuni marmi per un parapetto, oggi distrutto, che allora sorgeva innanzi

1 F. 1460-64, f. 81 v.
 
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