37°
FEDERICO HERMANIN
Presso la rupe del ciglione s'alza un albero carico di grossi frutti, l'albero mistico; da una fes-
sura dello scoglio cade sulle fronde un getto d'acqua.
Foglio 163. —Miniatura del Vicepallido [Purg., XXIII, 20-133).
Le anime che purgano il peccato della gola. Dante parla con una di esse, che è Forese Donati.
Foglio 165 v. — Miniatura disegnata da Franco de'Russi (?) e dipinta dal Vicepallido [Purg., XXIV,
100-135).
Nel mezzo della storia è il secondo albero mistico carico di frutti, e intorno ad esso alzano le
braccia in atto di desiderio le anime dei golosi, fra le quali notasi un pontefice, nudo del tutto, con
la tiara in capo-; questi è Martino IV.
Foglio 166. — Miniatura del Vicepallido (Purg., XXIV, 136-154).
Il quarto angiolo indica ai poeti la via. Il miniatore, impressionato dalle parole di Dante :
E giammai non si videro in fornace
Vetri o metalli sì lucenti e rossi,
pare che abbia smarrita' la ragione, e come pazzo butta giù tutti i colori che gli capitano sotto al
pennello: fa le rupi rosse, gialle, violette, coi sentieri gialli-oro.
Foglio 169. — Miniatura del Vicepallido [Purg., XXV).
Salita al settimo girone.
Foglio 171.
E questa la prima storia in cui comincia a mostrarsi la mano di uno degli imbrattacarte del Set-
tecento, che hanno presunto di compiere l'opera meravigliosa dei miniatori ferraresi. Il disegno è qui
ancora antico, il colore moderno. Tutto l'insieme è talmente povero, che non merita la pena di
descriverlo.
E con questa miniatura si può dire che termini la parte interessante del libro, perchè le storie che
seguono, tranne qualcuna che ancora mostra qualche traccia d'antico, non sono osservabili che per
una cosa, per porle a paragone con le antiche e per osservare a quale punto di degradazione abbia
potuto giungere un'arte nobilissima.
I fregi che contornano le storie durano invece ancora con una certa persistenza. Sino al foglio 192
dura l'oro antico; dal 192 al 200 è ancora antico il disegno degli ornati; poi tutto finisce e non
restano che le ridicole storie del Paradiso, con frate Sole e monna Luna d'oro e d'argento, con naso,
occhi, orecchie e bocca, e popolati da una folla di minuscoli cavalierini e di dame lillipuziane, vestiti
come i personaggi classici dei melodrammi di Pietro Metastasio.
A foglio 224 è una storia antica dipinta da un debole miniatore fiorentino: Beatrice e Dante
fra un cerchio di beati. L'oro anche è antico, e chi vuol convincersi della differenza dell'oro antico
da quello posteriore lo paragoni coi fregi delle storie vicine e con quello del frontispizio del Para-
diso, foglio iq7, frontispizio di cipria e di pomata, che il padre Beissel ha avuto la gran bontà di pub-
blicare come miniatura interessante di questo codice, attribuendola a Giulio Clovio. 1
Foglio 295. — Ultimo del codice.
Vi è la seguente iscrizione: « Explicit comoedia Dantis Alagherii fiorentini manu Matthiae de Con-
tugiis de Vulterris et caetera » .
Codice urbinate latino 10.
II codice è membranaceo, e consiste di 242 fogli r. e v. Contiene i quattro Evangelii. A foglio 1
si legge: « Liber quatuor Evangeliorum. Canones Ammonii et Eusebii » . A foglio 242 si legge: « Expli-
cuunt capitula lectionum Evangelii anni . circuii . laus Deo. — Manu Matthiae domini herculani de Con-
tugiis de Vulterris et coetera». Il codice proviene dalla Biblioteca d'Urbino.
Foglio 10. — Miniatura di Guglielmo Giraldi.
Grande cornice ornata. E un lavoro finissimo, col solito intreccio di rami e con trine d'oro che
vincono per delicatezza qualsiasi paragone. Si noti che di tutte le cornici ornamentali di questo codice
1 Stephan Beissel, Vaticanische Miniaturen. Friburgo in B. Herder, 1893, tav. XXVII, pag. 48.
FEDERICO HERMANIN
Presso la rupe del ciglione s'alza un albero carico di grossi frutti, l'albero mistico; da una fes-
sura dello scoglio cade sulle fronde un getto d'acqua.
Foglio 163. —Miniatura del Vicepallido [Purg., XXIII, 20-133).
Le anime che purgano il peccato della gola. Dante parla con una di esse, che è Forese Donati.
Foglio 165 v. — Miniatura disegnata da Franco de'Russi (?) e dipinta dal Vicepallido [Purg., XXIV,
100-135).
Nel mezzo della storia è il secondo albero mistico carico di frutti, e intorno ad esso alzano le
braccia in atto di desiderio le anime dei golosi, fra le quali notasi un pontefice, nudo del tutto, con
la tiara in capo-; questi è Martino IV.
Foglio 166. — Miniatura del Vicepallido (Purg., XXIV, 136-154).
Il quarto angiolo indica ai poeti la via. Il miniatore, impressionato dalle parole di Dante :
E giammai non si videro in fornace
Vetri o metalli sì lucenti e rossi,
pare che abbia smarrita' la ragione, e come pazzo butta giù tutti i colori che gli capitano sotto al
pennello: fa le rupi rosse, gialle, violette, coi sentieri gialli-oro.
Foglio 169. — Miniatura del Vicepallido [Purg., XXV).
Salita al settimo girone.
Foglio 171.
E questa la prima storia in cui comincia a mostrarsi la mano di uno degli imbrattacarte del Set-
tecento, che hanno presunto di compiere l'opera meravigliosa dei miniatori ferraresi. Il disegno è qui
ancora antico, il colore moderno. Tutto l'insieme è talmente povero, che non merita la pena di
descriverlo.
E con questa miniatura si può dire che termini la parte interessante del libro, perchè le storie che
seguono, tranne qualcuna che ancora mostra qualche traccia d'antico, non sono osservabili che per
una cosa, per porle a paragone con le antiche e per osservare a quale punto di degradazione abbia
potuto giungere un'arte nobilissima.
I fregi che contornano le storie durano invece ancora con una certa persistenza. Sino al foglio 192
dura l'oro antico; dal 192 al 200 è ancora antico il disegno degli ornati; poi tutto finisce e non
restano che le ridicole storie del Paradiso, con frate Sole e monna Luna d'oro e d'argento, con naso,
occhi, orecchie e bocca, e popolati da una folla di minuscoli cavalierini e di dame lillipuziane, vestiti
come i personaggi classici dei melodrammi di Pietro Metastasio.
A foglio 224 è una storia antica dipinta da un debole miniatore fiorentino: Beatrice e Dante
fra un cerchio di beati. L'oro anche è antico, e chi vuol convincersi della differenza dell'oro antico
da quello posteriore lo paragoni coi fregi delle storie vicine e con quello del frontispizio del Para-
diso, foglio iq7, frontispizio di cipria e di pomata, che il padre Beissel ha avuto la gran bontà di pub-
blicare come miniatura interessante di questo codice, attribuendola a Giulio Clovio. 1
Foglio 295. — Ultimo del codice.
Vi è la seguente iscrizione: « Explicit comoedia Dantis Alagherii fiorentini manu Matthiae de Con-
tugiis de Vulterris et caetera » .
Codice urbinate latino 10.
II codice è membranaceo, e consiste di 242 fogli r. e v. Contiene i quattro Evangelii. A foglio 1
si legge: « Liber quatuor Evangeliorum. Canones Ammonii et Eusebii » . A foglio 242 si legge: « Expli-
cuunt capitula lectionum Evangelii anni . circuii . laus Deo. — Manu Matthiae domini herculani de Con-
tugiis de Vulterris et coetera». Il codice proviene dalla Biblioteca d'Urbino.
Foglio 10. — Miniatura di Guglielmo Giraldi.
Grande cornice ornata. E un lavoro finissimo, col solito intreccio di rami e con trine d'oro che
vincono per delicatezza qualsiasi paragone. Si noti che di tutte le cornici ornamentali di questo codice
1 Stephan Beissel, Vaticanische Miniaturen. Friburgo in B. Herder, 1893, tav. XXVII, pag. 48.