2
ARTE DECORATIVA
loro natura. Quando gli studi sull'arte decorativa saranno sviluppati degnamente tra noi,
non sarà più possibile l'eclettismo, che si è manifestato sin qui; anche nella pratica si desi-
gneranno i giusti limiti d'ogni artefice; e nella scuola, le necessità perla scelta de'modelli;
e nei Musei, le parti delle collezioni, perchè assumano compiutezza d'organismo.
La storia dell'arte deve preparare il terreno su cui si dovrà impiantare la scuola soli-
damente : formare il senso dell'arte decorativa nei maestri e negli scolari. Questo senso non
può formarsi se non con l'analisi diligente del materiale antico, con una classificazione rigo-
rosa e sistematica di esso. Un oggetto d'arte, studiato da sè solo, non rivela tutt'intero
l'esser suo; studiato insieme con le altre produzioni d'uno stesso tempo, manifesta quanto
5|
2. Disegno per coppa amatoria, sec. xvi (Collezione di Gio. Piancastelli, Roma)
d'individuale è nella sua forma, quanto dello stampo comune alle opere contemporanee è
nel suo aspetto, quanto per bellezza si distingua al confronto delle cose affini. Conviene
ricostruire in qualche modo il libro del costume e della moda de' tempi passati, perchè se
ne comprenda il pieno valore e le reali caratteristiche in ogni particolare.
Ma, si dirà, la imitazione dell'antico non deve essere il fine dell'arte nuova. D'accordo;
ma conviene pure ristabilire il fondamento delle tradizioni a quest'arte, che va brancicante
alla cerca di nuovi ideali. E niuno sforzo può esservi migliore di quello di trarre prò della
esperienza del passato, di sfruttarne i grandissimi esempi. Chi avrà osservato intimamente l'an-
tico , chi avrà seguito lo sbocciare, il fiorire, l'espandersi delle forme nostre ne' nostri maestri,
non sarà mai un volgare imitatore, un contraffattore. Egli comprenderà che l'antico non si
rifà, che in ogni produzione dell'antico ci sono riflessi delle abitudini di vedere, di sentire,
di godere, quali oggi non abbiamo più. Noi dobbiamo non mascherarci; ma, intesa la bontà
delle forme d'un tempo, sorpreso il segreto della loro bellezza, studiarci a dire sinceramente,
ARTE DECORATIVA
loro natura. Quando gli studi sull'arte decorativa saranno sviluppati degnamente tra noi,
non sarà più possibile l'eclettismo, che si è manifestato sin qui; anche nella pratica si desi-
gneranno i giusti limiti d'ogni artefice; e nella scuola, le necessità perla scelta de'modelli;
e nei Musei, le parti delle collezioni, perchè assumano compiutezza d'organismo.
La storia dell'arte deve preparare il terreno su cui si dovrà impiantare la scuola soli-
damente : formare il senso dell'arte decorativa nei maestri e negli scolari. Questo senso non
può formarsi se non con l'analisi diligente del materiale antico, con una classificazione rigo-
rosa e sistematica di esso. Un oggetto d'arte, studiato da sè solo, non rivela tutt'intero
l'esser suo; studiato insieme con le altre produzioni d'uno stesso tempo, manifesta quanto
5|
2. Disegno per coppa amatoria, sec. xvi (Collezione di Gio. Piancastelli, Roma)
d'individuale è nella sua forma, quanto dello stampo comune alle opere contemporanee è
nel suo aspetto, quanto per bellezza si distingua al confronto delle cose affini. Conviene
ricostruire in qualche modo il libro del costume e della moda de' tempi passati, perchè se
ne comprenda il pieno valore e le reali caratteristiche in ogni particolare.
Ma, si dirà, la imitazione dell'antico non deve essere il fine dell'arte nuova. D'accordo;
ma conviene pure ristabilire il fondamento delle tradizioni a quest'arte, che va brancicante
alla cerca di nuovi ideali. E niuno sforzo può esservi migliore di quello di trarre prò della
esperienza del passato, di sfruttarne i grandissimi esempi. Chi avrà osservato intimamente l'an-
tico , chi avrà seguito lo sbocciare, il fiorire, l'espandersi delle forme nostre ne' nostri maestri,
non sarà mai un volgare imitatore, un contraffattore. Egli comprenderà che l'antico non si
rifà, che in ogni produzione dell'antico ci sono riflessi delle abitudini di vedere, di sentire,
di godere, quali oggi non abbiamo più. Noi dobbiamo non mascherarci; ma, intesa la bontà
delle forme d'un tempo, sorpreso il segreto della loro bellezza, studiarci a dire sinceramente,