ARTE DECORATIVA
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piene, si curvano, s'accartocciano grandiosamente. Nell'altra (n. 6), simile per il rigoglio di
forme, si riversano fiori e fiori sulle linee ondulate de' festoni, che formano giogo sulle spalle
di due geni muliebri, e ghirlanda di convolvoli nel mezzo, intorno a una mascheretta.
La decorazione di queste due consoles ricorda quella fastosa del palazzo di Versailles
alla fine del secolo XVII. Ad esse fanno seguito le altre segnate coi nn. 2 e 3, in cui
il solenne fogliame, i maestosi riccioloni delle foglie spariscono per convertirsi in pinne, in
isquame, in code di delfini, in larghe conchiglie; e i massicci fiori aprono, rompono le loro
corolle, sfogliano i loro petali, e sembrano disperdersi al vento. La forma umana svanisce,
ogni solidità vien meno, i muscoli non stanno più al loro posto, i capelli, le membra subi-
scono già la metamorfosi di tutta la figura animale, che si addentra ne' tronchi adorni, si
aggira, si torce con le foglie per le intricate ramificazioni.
Gli ornamenti intanto si fanno più timidi, pare che non vogliano escir fuori dal vivo
dei piani, e le foglie strisciano come su frammenti di dirupi, su grotte strane, sull'architettura
cadente, scossa, spezzata da un sussulto di terremoto. In quell'incrocio di piani e di linee
sbucano sorridenti teste umane, spalancano i mostri le fauci leonine. Afa tutta questa energia
e questo scoscendimento di forme sta per cessare : le figure umane spariscono dalla deco-
razione, e appena qua e là riappare qualche mostruoso mascherone con i grandi baffi arric-
ciolati, le orecchie grandi e le fronti fronzute.
La geometria comincia a mettere qualche ordine tra i riccioli decorativi, che divengono
più brevi, e contornano conchigliette, e si adornano di fiori (esempio le consoles 4, 5, 8, e il
tavolo da centro della figura 7) e di pampini. E questa la decorazione che rese celebre la
mobilia francese della metà del secolo xvm, il periodo illustrato da Giacomo e da Filippo
Caffieri.
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piene, si curvano, s'accartocciano grandiosamente. Nell'altra (n. 6), simile per il rigoglio di
forme, si riversano fiori e fiori sulle linee ondulate de' festoni, che formano giogo sulle spalle
di due geni muliebri, e ghirlanda di convolvoli nel mezzo, intorno a una mascheretta.
La decorazione di queste due consoles ricorda quella fastosa del palazzo di Versailles
alla fine del secolo XVII. Ad esse fanno seguito le altre segnate coi nn. 2 e 3, in cui
il solenne fogliame, i maestosi riccioloni delle foglie spariscono per convertirsi in pinne, in
isquame, in code di delfini, in larghe conchiglie; e i massicci fiori aprono, rompono le loro
corolle, sfogliano i loro petali, e sembrano disperdersi al vento. La forma umana svanisce,
ogni solidità vien meno, i muscoli non stanno più al loro posto, i capelli, le membra subi-
scono già la metamorfosi di tutta la figura animale, che si addentra ne' tronchi adorni, si
aggira, si torce con le foglie per le intricate ramificazioni.
Gli ornamenti intanto si fanno più timidi, pare che non vogliano escir fuori dal vivo
dei piani, e le foglie strisciano come su frammenti di dirupi, su grotte strane, sull'architettura
cadente, scossa, spezzata da un sussulto di terremoto. In quell'incrocio di piani e di linee
sbucano sorridenti teste umane, spalancano i mostri le fauci leonine. Afa tutta questa energia
e questo scoscendimento di forme sta per cessare : le figure umane spariscono dalla deco-
razione, e appena qua e là riappare qualche mostruoso mascherone con i grandi baffi arric-
ciolati, le orecchie grandi e le fronti fronzute.
La geometria comincia a mettere qualche ordine tra i riccioli decorativi, che divengono
più brevi, e contornano conchigliette, e si adornano di fiori (esempio le consoles 4, 5, 8, e il
tavolo da centro della figura 7) e di pampini. E questa la decorazione che rese celebre la
mobilia francese della metà del secolo xvm, il periodo illustrato da Giacomo e da Filippo
Caffieri.