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IDOLFO VENTURI
la linea del paese è men chiara, con quelle mon- e sfolgora, dal cielo senza una nube, attraverso
tagliole a cocuzzolo, a mucchi; un'ombra fosca le arcate, sul lucido pavimento, per spegnersi
s'addensa nell'alto delle arcate, entro le quali ap- nel buio della volta e riaccendersi all'improvviso
pare, a guastar tutta la chiarezza dell'architettura, entro l'alone dell'Eterno; non è più la luce di Piero
a turbare lo spazio, l'alone arcaistico, specie di che brilla attraverso la sostanza alabastrina dei
tondo vassoio gigantesco costellato sull'orlo di corpi e li rende immateriali come essa, ma è una
serafini e chiudente entro la stessa luce infocata luce che scivola sulle liscie superfici senza traver-
Fig. 9 — Perugino: L'Annunciazione. Fano, S. M. Nova.
(Fot. Alinari).
i el fondo l'Eterno; la colomba, che scende di
sbieco dal cielo, sembra una folaga bianca gi-
gantesca; la bella regolarità, la cura di propor-
zioni del Perugino primitivo, sono scomparse.
Tuttavia il forte chiaroscuro, e sopratutto la bel-
lezza delle calde tinte danno ancora le loro at-
trattive all'opera. La luce mattinale, che schiariva
l'azzurro del cielo nel quadro di Sinigallia e fil-
trava con le ombre della riva entro le limpide
acque del Battesimo di Vienna, ora si scalda:
diviene luce di tramonto, prepara i giallori ro-
venti del quadro vaticano, brunisce la rotonda
testina dell'angelo, inonda il volto piatto della
Vergine, cancellando, quasi, i minuti lineamenti,
sarle, contentandosi di aggiungere vivacità al co-
lore. E a Fano il Maestro umbro compì, con l'aiuto
del povero seguace Andrea d'Assisi, il quadro
della Madonna con Santi nella stessa chiesa di
Santa Maria Nuova. Solo la lunetta appartiene
al Perugino, e, nonostante l'addensarsi di una
foschia di ombre, può dirsi tra le opere più
nobili della sua maturità. Quattro figure intorno
al Cristo: un trapezio fuor del sarcofago ridotto
a trapezio dallo scorcio: le gambe cadenti di
Cristo tagliate dall'orlo della lunetta, le braccia
aperte in abbandono, come ad offerta. Giovanni
d'Arimatea scruta ansioso il volto del martire,
quasi a spiarne un-alito di vita; Nicodemo piega
IDOLFO VENTURI
la linea del paese è men chiara, con quelle mon- e sfolgora, dal cielo senza una nube, attraverso
tagliole a cocuzzolo, a mucchi; un'ombra fosca le arcate, sul lucido pavimento, per spegnersi
s'addensa nell'alto delle arcate, entro le quali ap- nel buio della volta e riaccendersi all'improvviso
pare, a guastar tutta la chiarezza dell'architettura, entro l'alone dell'Eterno; non è più la luce di Piero
a turbare lo spazio, l'alone arcaistico, specie di che brilla attraverso la sostanza alabastrina dei
tondo vassoio gigantesco costellato sull'orlo di corpi e li rende immateriali come essa, ma è una
serafini e chiudente entro la stessa luce infocata luce che scivola sulle liscie superfici senza traver-
Fig. 9 — Perugino: L'Annunciazione. Fano, S. M. Nova.
(Fot. Alinari).
i el fondo l'Eterno; la colomba, che scende di
sbieco dal cielo, sembra una folaga bianca gi-
gantesca; la bella regolarità, la cura di propor-
zioni del Perugino primitivo, sono scomparse.
Tuttavia il forte chiaroscuro, e sopratutto la bel-
lezza delle calde tinte danno ancora le loro at-
trattive all'opera. La luce mattinale, che schiariva
l'azzurro del cielo nel quadro di Sinigallia e fil-
trava con le ombre della riva entro le limpide
acque del Battesimo di Vienna, ora si scalda:
diviene luce di tramonto, prepara i giallori ro-
venti del quadro vaticano, brunisce la rotonda
testina dell'angelo, inonda il volto piatto della
Vergine, cancellando, quasi, i minuti lineamenti,
sarle, contentandosi di aggiungere vivacità al co-
lore. E a Fano il Maestro umbro compì, con l'aiuto
del povero seguace Andrea d'Assisi, il quadro
della Madonna con Santi nella stessa chiesa di
Santa Maria Nuova. Solo la lunetta appartiene
al Perugino, e, nonostante l'addensarsi di una
foschia di ombre, può dirsi tra le opere più
nobili della sua maturità. Quattro figure intorno
al Cristo: un trapezio fuor del sarcofago ridotto
a trapezio dallo scorcio: le gambe cadenti di
Cristo tagliate dall'orlo della lunetta, le braccia
aperte in abbandono, come ad offerta. Giovanni
d'Arimatea scruta ansioso il volto del martire,
quasi a spiarne un-alito di vita; Nicodemo piega