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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 21.1918

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Fasc. 1
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Venturi, Adolfo: L' ambiente artistico urbinate nella seconda metà del Quatrocento
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https://doi.org/10.11588/diglit.17338#0052

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L'AMBIENTE ARTISTICO URBINATE

NELLA SECONDA META DEL QUATTROCENTO

(Continuazione all'articolo nel fase. IV-V, 1917^

Un altro elemento che ha prodotto, nella gran
quiete dell'atmosfera artistica urbinate, qualche
vibrazione di onda, fu l'arte di Melozzo da Forlì.
Discendente di Piero della Francesca, il grande
romagnolo non intese il significato dell'arte del
maestro, creò un tipo di bellezza eroica, abbando-
nando il tipo impersonale augusto di Piero: la
grandezza astratta divenne grandiosità umana.
Appena nelle prime opere, come il San Marco papa
della chiesa di San Marco a Roma, si riconosce lo
squadro pierfrancescano geometrico, che consente
però deviazioni enfatiche di curve nei giri del
manto intorno alle braccia, caduta sonante eli
pieghe dalle ginocchia a terra; attraverso la fron-
talità rigida, l'immobilità maestosa dell'atteggia-
mento, la tempra appassionata del Romagnolo già
si apre la via. Nei ritratti, Piero della Francesca
esalta il modello a valore astratto di simbolo; Me-
lozzo da Forlì scolpisce con forza sintetica i tratti
individuali, e definisce acutamente, argutamente,
il carattere: vedansi i profili adunchi, gli occhi fur-
beschi, le figure impettite tra le vesti gonfie, dei due
committenti nella tavola col Martirio di San Seba-
stiano, o gli occhi del Platina, logori dallo studio, o la
faccia rugiadosa del giovane prelato presso Sisto IV
nell'affresco della Pinacoteca Vaticana. E le vesti
che Piero immedesimava alla forma, costruendo pie-
ghe a meandri o a scanalature di colonna, si gonfiano
intorno alle figure di Melozzo, ingrandendole, am-
pliandole, aumentandone l'imponenza; il manto
del Platina, cadendo a terra, forma una gran ruota
a piedistallo della persona inginocchiata: la son-
tuosità appare attraverso le forme ancora sinte-
tiche. Così per l'ambiente: la scatola alabastrina
di Piero diviene un ampio, grandioso scenario scin-
tillante d'oro tra l'azzurro, ricco di marmi pao-
nazzi, variegato di vene serpentine, adorno della
policromia fastosa invalsa nei monumenti romani:
bei colori del musaico sostituiscono il candore
dell'alabastro; l'architettura non sembra formata di

marmo: nonostante la sua imponenza desta l'im-
pressione di un apparato effimero, di un grande
scenario di spettacolo. I pilastri quadrati ampli si
direbbero non costruiti in spessore, ma vuoti tra
le pareti sottili, come di variegato lustro cartone,
e un bel panno turchino riveste le facce dei primi
pilastri, dando risalto al meraviglioso intreccio dei
rami di quercia sorgenti da piccoli vasi. Le varie-
gature dei marmi, che Piero della Francesca fis-
sava entro i fondi scuri come una fioritura lu-
minosa di scagliette marmoree sminuzzate, o di
bianche filettature oblique e parallele sulle nitide
pareti, forman mulinello nei pilastri di Melozzo o
corsi tortuosi di onde, simili alle nuvolette scapi-
gliate, fluenti a criniera, che passan frusciando
dietro la bella testa del San Sebastiano a palazzo
Corsini. Grandi pilastri reggono gli archi ampli,
imponenti; entro i lacunari del soffitto sbocciano
grandi rose d'oro; e l'azzurro profondo che si stende
dietro le candelabro riecheggia più vivo, lontano,
dietro le finestre a centina. L'imponenza eroica, e
diciamo pure, l'enfasi melozziana, appare nella
grande arcata che gira sui pilastri di fondo con
impeto, e nelle due mezze arcate, che si precipi-
tano sull'abaco della colonna di marmo verde: la
quiete immutabile di Piero scompare, nonostante
l'immobilità delle figure in posa, ferme sul limitare
dello scenario, compresa ognuna della propria im-
portanza nel gioco della scena muta.

Ma dove il temperamento appassionato del Ro-
magnolo trova la propria via, pienamente, e Piero
della Francesca più non lascia veder le sue orme,
è nell'abside della chiesa dei Santi Apostoli. Chi
mai ritroverebbe la impassibile monumentalità di
Piero in quel coro di angeli e di apostoli che accom-
pagna il Redentore nel suo slancio potente per sol-
levarsi, con le nuvole simili a rocce alpestri, nel-
l'azzurro aperto sopra il suo capo? Il corpo ampio
ondeggia, le braccia aperte con enfasi sembrali
comandare all'aria di trasportare il vincitore della
 
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