3&
ADOLFO VENTURI
la musica soave e fievole del Francia.
Giovanni Santi mette nel fondo delle
sue Muse rupi nere; ma esse si squar-
ciano come cortine nel mezzo sopra la
campagna, mostrando ancora, in quel
bisogno di sfondo, le tendenze inelut-
tabili dell'arte urbinate, mentre la pa-
rete di roccia, nelle tavolette di Timo-
teo, lascia poi solo una finestrella aperta,
di fianco. È uno sfondo senza costru-
zione, senza situazione nello spazio,
destinato soltanto a dare una parete
d'ombra alle figure, e, con questa, mag-
gior lucentezza alle tinte di velluto
rosso del manto di Apollo, al giallo e
al verde di Talia, alle chiome bionde
fluenti: perciò le rupi aprono nel mezzo,
dietro i mitici personaggi, bócche di
grotta destinate a intensificare le te-
nebre. L'architettura manca alle figure
come agli sfondi: le gambe contorte
gracili vacillanti di Apollo sembrano
incapaci di reggere il corpo, che oscilla pjg_ I2 _ ximoteo del]a vite . Madonna e Santi.
malfermo; e solo il movimento soave Milano, Galleria di Brera. — (Fot. N. Riccardi),
della testa appoggiata al violino, la
luminosità vellutata dei capelli, la dolcezza dello sguardo languente annebbiato — espressione
atona di sogno, che dovette imprimersi forte-
mente negli occhi di Raffaello giovinetto — danno
all'opera dello scolaro del Francia 1' esteriore
grazia che agli Urbinati era ignota. La cadenza
del movimento è meglio riuscita nella Musa Talia
(fig. u): l'ondeggiar delle spalle accompagna
l'ondulazione dei fianchi, e la curva insinuata
serpentina del cornucopio segna il ritmo al movi-
mento di danza del busto.
Anteriore a questi quadri dovette essere la
Madonna fra i Santi Crescenzio e Vitale, pala
d'altare nella galleria di Brera, imitata dalle an-
cone del Francia (fig. 12). Piegano i due Santi
le teste femminee graziosamente nello stesso senso,
e curvan le persone da uno stesso lato; come la
Vergine in mezzo a loro, come il fanciullino seduto
sull'erba davanti al sacro gruppo. La composi-
zione si svolge così per tre linee a falce susse-
guentisi, secondo la cadenza facile del quattro-
cento emiliano.
Le figure di Timoteo, nel quadro di Brera, piegan
tutte da un lato come giunchi alla carezza del
vento; ma quando Raffaello, proprio sotto l'in-
flusso del maestro venuto di Bologna, dipingerà la
vergine Fortitudo immersa nel sogno, il fanciullo
diciassettenne mostrerà di saper già applicare,
nell'atteggiamento, leggi di contrappeso. Senza bal-
Fig. n - Timoteo della Vite: la Musa Talia. danza, con femmineo languore, i Santi Cavalieri, che
Firenze, Galleria Corsini. — (Fot. Brogi). Raffaello sembrerà richiamare nel Sogno di Londra,
ADOLFO VENTURI
la musica soave e fievole del Francia.
Giovanni Santi mette nel fondo delle
sue Muse rupi nere; ma esse si squar-
ciano come cortine nel mezzo sopra la
campagna, mostrando ancora, in quel
bisogno di sfondo, le tendenze inelut-
tabili dell'arte urbinate, mentre la pa-
rete di roccia, nelle tavolette di Timo-
teo, lascia poi solo una finestrella aperta,
di fianco. È uno sfondo senza costru-
zione, senza situazione nello spazio,
destinato soltanto a dare una parete
d'ombra alle figure, e, con questa, mag-
gior lucentezza alle tinte di velluto
rosso del manto di Apollo, al giallo e
al verde di Talia, alle chiome bionde
fluenti: perciò le rupi aprono nel mezzo,
dietro i mitici personaggi, bócche di
grotta destinate a intensificare le te-
nebre. L'architettura manca alle figure
come agli sfondi: le gambe contorte
gracili vacillanti di Apollo sembrano
incapaci di reggere il corpo, che oscilla pjg_ I2 _ ximoteo del]a vite . Madonna e Santi.
malfermo; e solo il movimento soave Milano, Galleria di Brera. — (Fot. N. Riccardi),
della testa appoggiata al violino, la
luminosità vellutata dei capelli, la dolcezza dello sguardo languente annebbiato — espressione
atona di sogno, che dovette imprimersi forte-
mente negli occhi di Raffaello giovinetto — danno
all'opera dello scolaro del Francia 1' esteriore
grazia che agli Urbinati era ignota. La cadenza
del movimento è meglio riuscita nella Musa Talia
(fig. u): l'ondeggiar delle spalle accompagna
l'ondulazione dei fianchi, e la curva insinuata
serpentina del cornucopio segna il ritmo al movi-
mento di danza del busto.
Anteriore a questi quadri dovette essere la
Madonna fra i Santi Crescenzio e Vitale, pala
d'altare nella galleria di Brera, imitata dalle an-
cone del Francia (fig. 12). Piegano i due Santi
le teste femminee graziosamente nello stesso senso,
e curvan le persone da uno stesso lato; come la
Vergine in mezzo a loro, come il fanciullino seduto
sull'erba davanti al sacro gruppo. La composi-
zione si svolge così per tre linee a falce susse-
guentisi, secondo la cadenza facile del quattro-
cento emiliano.
Le figure di Timoteo, nel quadro di Brera, piegan
tutte da un lato come giunchi alla carezza del
vento; ma quando Raffaello, proprio sotto l'in-
flusso del maestro venuto di Bologna, dipingerà la
vergine Fortitudo immersa nel sogno, il fanciullo
diciassettenne mostrerà di saper già applicare,
nell'atteggiamento, leggi di contrappeso. Senza bal-
Fig. n - Timoteo della Vite: la Musa Talia. danza, con femmineo languore, i Santi Cavalieri, che
Firenze, Galleria Corsini. — (Fot. Brogi). Raffaello sembrerà richiamare nel Sogno di Londra,