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BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO
di rintracciare, di sull'affermazione vasariana, la collabora:
/.ione di Nari al ino alla Sagrestia di S. Sebastiano in Venezia*
l'are allora allo Hadeln che in quella sagrestia possa ascriversi
a Nadalino — per un confronto con la pala di Ceneda — VAdo-
razione dei pastori a lume di notte, ove si rivela l'intlnsso del
Savoldo. Ma quelli che lo Hadeln non rileva a' sufficenzà sono
gli atteggiamenti notomici alla toscana, che paiono denun-
ciare gl'insegnaménti del Porla.
Rimarranno sub indice, noi crediamo, anche altre restitu-
zioni a Nadalino tentate dallo Hadeln; così la Cena nella Guerini
Stampalia {IV, 211), il ritratto di un collezionista agli Uffizi,
la Donna simboleggiantela Vanità nella Raccolta von Stimmi
a Berlino.
Essenziale sarebbe rintracciare la pala firmata e datata da
Nadalino nel 1558, che ai tempi del Lanzi era in vendita a
Udine; essa, ritrovata, fornirebbe la riconferma 0 la smentita
alle affermazioni di von Hadeln.
16. Hadeln (D. F. v.) , Damiano Mazza.
(Zeits. f. B. Kst., XXIV, ri).♦ \
Dopo Nadalino, Damiano Mazza; altro dello stuolo fittis-
simo dei Tizianeschi senza infamia ecc.
L'unico quadro del Mazza autenticato da documenti è
quello della l'arrocchia di Noale con il Cristo assunto fra i
Santi Felice e Fortunato. È un'opera discretamente robusta,
clie rappresenta, a dir vero, il punto (l'arrivo del Mazza.
Ecco il von H. rintraccia l'attività anteriore di Damiano
partendo dalle indicazioni del Ridolfi che cita la Coro-
nazione di Maria sull'altar maggiore della Chiesa dell'Ospe-
dale di S. Giovanni e Paolo in Venezia. Il quadro esiste an-
cora; e su quel fondamento il von H. si affretta ad attri-
buire al Mazza una Sacra Conversazione a Pitti (n. 52),
un'altra a Stuttgart (n. 502), già collegate dal Gronau, un
Cristo caduto sotto la croce a Budapest (n. 134), attribuito
al Farinata negli indici del Berenson.
Sempre sull'indicazione del Ridolfi ìl v. IL vuole identificare
un Ratto di Ganimede, nella National Galìery di Londra (n. 32)
con quello clic del Mazza era in un soffitto di Casa Assonica a
Padova, donde passò a Roma in Casa Colonna.
Per confronti con queste opere il v. LI. dà al Mazza anche
un'altra opera di soggetto mitologico: Marte, Venere e Amore
in una collezione privata di Germania.
Rieccoci arrivati al quadro di Noale, ove il v. H. rileva il
libero pittorico tizianismo del pittore.
Seguono altre attribuzioni al Mazza, di un Cristo e Pilato
a Modena (11. 372) e dei Quattro Evangelisti all'Accademia di
Vienna (n. 13, 38-40) ch'erano nel soffitto della Scuola dei
Sartori a Venezia.
Per contro il von Hadeln rifiuta attribuzioni altrui al
Mazza, anche se proposte da tempo.
17. Hadeln (D. F. von), Parvasio Micheli,
(Jhrb. d. K. Pr. Kstsmlgn., XXXIII).
Le indicazioni del Ridolfi e pochi altri documenti servono
al von Hadeln per ricostruire l'attività di Parrasio Micheli,
allievo di Tiziano dapprima, poi attratto nell'orbita del Vero-
nese.
La sua prima opera nota è la Lucrezia firmata della Colle-
zione Mond. Il Ludw ig gli attribuiva anche i SS. Marco e Vin-
cenzodell'Accademia di Venezia,per un errore d'interpretazione
del Boschini; lo Hadeln, invece, crede possa essere del Micheli
il S. Lorenzo (n. 5) dell'Accademia di Vienna che il Boschini
vide nel Magistrato di Monte Novissimo.
A Vienna potrebb'essere del Micheli anche il ritratto di Gi-
rolamo Zane che il Manfredi nel 1602 vede nel ridotto della
Procuratia de Citra e attribuisce a Parrasio. Il von Hadeln
aggiunge anche il ritratto di Tommaso Contarmi che a Pa-
lazzo Dogale è attribuito a Tintoretto, dal Boschini in qua, e
clic* ad ogni modo pare superiore al Micheli.
Nel 1573 il Micheli firmò l'altare della chiesa di S. Giuseppe,
dove il carattere paolesco è completamente spiegato.
A questo periodo Veronesi ano il von Hadeln attribuisce
anche una Venere suonati-ice di liuto a Budapest, che si conserva
anche in copia antica con varianti nella Galleria Colonna.
Fra la Lucrezia primitiva Mond (1550) e l'altare di S. Giu-
seppe (157.)} il von Hadeln vorrebbe inserire altre opere come
un S. Lorenzo elonosinarìo hi S. Polo a Venezia, e forse dui'
quadri con istorie bibliche che già Boschini credeva del Mi-
cheli, mentre il Ridolfi diceva del Moutemez/ano. [1 von H.
ritiene di Parrasio anche un Ritratto femminile di Stuttgart,
una Deposizione e un Busto </' uomo (n. 211, 537) all'Accademia
di Venezia.
18. Hadeln (D. F. von), Etne Zeicknung des
P. Micheli. {Jhrb. d. K. Pr. Ksts., XXXIV).
Nel Gabinetto delle stampe a Berlino c'è un disegno pub-
blicato dal Lippmann fra quelli del Tintoretto, clic porta il
nome del Micheli. Il von Hadeln crede che la scritta possa
essere un buon suggerimento, e pensa si possa trattare d'uno
studio per un quadro che Parrasio dipinse nel Collegio nel 1364
e che fu distrutto nell'incendio del '74.
r.9. Hadeln {IL F. von), Uber die zweite Ma-
nier des Jacopo Passano. (Jhrb. d. K. Pr. Ksts.,
XXXIV).
Al proposito dell'errata attribuzione al Greco Adora-
zione dei Magi di Vienna, ad onta della stampa che l'afferma
di Bassano, il von H. cerca di fissare più chiaramente che non
si sia fatto fin qui, il periodo parmigianinesco di Iacopo Bas-
sano, che non è stato per ora nettamente definito dagli altri
biografi, salvo il Ridolfi, cui il v. IL si riprende.
Il <i parmigianismo » si accenna appena nell'Adorazione dei
Magi di Edimburgo, più chiaramente nel Riposo dell'Ambro-
siana; più ancora nella Madonna con S. Antonio abate e un
Santo Vescovo a Monaco, e nella Cena della Borghese che,
contro il Lorenzetti, il von Hadeln crede interamente di mano
di Iacopo. Altra opera di questo tipo è la Madonna coi S. Rocco
e Giovanni Battista a Monaco, ormai al culmine del «parmigia-
nismo ». Allo stesso momento doveva appartenere il San Cri-
stoforo ch'era a Murano, inciso dal Sadeler nel 1605. Segue il
Samaritano di Londra, più pittorico e tuttavia ancora « par-
migiano »; e il B. lo replicò più tardi nel periodo maturo ch'è
anche quello più conosciuto.
Le Adorazioni dei Magi del periodo « panna » erano quattro:
BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO
di rintracciare, di sull'affermazione vasariana, la collabora:
/.ione di Nari al ino alla Sagrestia di S. Sebastiano in Venezia*
l'are allora allo Hadeln che in quella sagrestia possa ascriversi
a Nadalino — per un confronto con la pala di Ceneda — VAdo-
razione dei pastori a lume di notte, ove si rivela l'intlnsso del
Savoldo. Ma quelli che lo Hadeln non rileva a' sufficenzà sono
gli atteggiamenti notomici alla toscana, che paiono denun-
ciare gl'insegnaménti del Porla.
Rimarranno sub indice, noi crediamo, anche altre restitu-
zioni a Nadalino tentate dallo Hadeln; così la Cena nella Guerini
Stampalia {IV, 211), il ritratto di un collezionista agli Uffizi,
la Donna simboleggiantela Vanità nella Raccolta von Stimmi
a Berlino.
Essenziale sarebbe rintracciare la pala firmata e datata da
Nadalino nel 1558, che ai tempi del Lanzi era in vendita a
Udine; essa, ritrovata, fornirebbe la riconferma 0 la smentita
alle affermazioni di von Hadeln.
16. Hadeln (D. F. v.) , Damiano Mazza.
(Zeits. f. B. Kst., XXIV, ri).♦ \
Dopo Nadalino, Damiano Mazza; altro dello stuolo fittis-
simo dei Tizianeschi senza infamia ecc.
L'unico quadro del Mazza autenticato da documenti è
quello della l'arrocchia di Noale con il Cristo assunto fra i
Santi Felice e Fortunato. È un'opera discretamente robusta,
clie rappresenta, a dir vero, il punto (l'arrivo del Mazza.
Ecco il von H. rintraccia l'attività anteriore di Damiano
partendo dalle indicazioni del Ridolfi che cita la Coro-
nazione di Maria sull'altar maggiore della Chiesa dell'Ospe-
dale di S. Giovanni e Paolo in Venezia. Il quadro esiste an-
cora; e su quel fondamento il von H. si affretta ad attri-
buire al Mazza una Sacra Conversazione a Pitti (n. 52),
un'altra a Stuttgart (n. 502), già collegate dal Gronau, un
Cristo caduto sotto la croce a Budapest (n. 134), attribuito
al Farinata negli indici del Berenson.
Sempre sull'indicazione del Ridolfi ìl v. IL vuole identificare
un Ratto di Ganimede, nella National Galìery di Londra (n. 32)
con quello clic del Mazza era in un soffitto di Casa Assonica a
Padova, donde passò a Roma in Casa Colonna.
Per confronti con queste opere il v. LI. dà al Mazza anche
un'altra opera di soggetto mitologico: Marte, Venere e Amore
in una collezione privata di Germania.
Rieccoci arrivati al quadro di Noale, ove il v. H. rileva il
libero pittorico tizianismo del pittore.
Seguono altre attribuzioni al Mazza, di un Cristo e Pilato
a Modena (11. 372) e dei Quattro Evangelisti all'Accademia di
Vienna (n. 13, 38-40) ch'erano nel soffitto della Scuola dei
Sartori a Venezia.
Per contro il von Hadeln rifiuta attribuzioni altrui al
Mazza, anche se proposte da tempo.
17. Hadeln (D. F. von), Parvasio Micheli,
(Jhrb. d. K. Pr. Kstsmlgn., XXXIII).
Le indicazioni del Ridolfi e pochi altri documenti servono
al von Hadeln per ricostruire l'attività di Parrasio Micheli,
allievo di Tiziano dapprima, poi attratto nell'orbita del Vero-
nese.
La sua prima opera nota è la Lucrezia firmata della Colle-
zione Mond. Il Ludw ig gli attribuiva anche i SS. Marco e Vin-
cenzodell'Accademia di Venezia,per un errore d'interpretazione
del Boschini; lo Hadeln, invece, crede possa essere del Micheli
il S. Lorenzo (n. 5) dell'Accademia di Vienna che il Boschini
vide nel Magistrato di Monte Novissimo.
A Vienna potrebb'essere del Micheli anche il ritratto di Gi-
rolamo Zane che il Manfredi nel 1602 vede nel ridotto della
Procuratia de Citra e attribuisce a Parrasio. Il von Hadeln
aggiunge anche il ritratto di Tommaso Contarmi che a Pa-
lazzo Dogale è attribuito a Tintoretto, dal Boschini in qua, e
clic* ad ogni modo pare superiore al Micheli.
Nel 1573 il Micheli firmò l'altare della chiesa di S. Giuseppe,
dove il carattere paolesco è completamente spiegato.
A questo periodo Veronesi ano il von Hadeln attribuisce
anche una Venere suonati-ice di liuto a Budapest, che si conserva
anche in copia antica con varianti nella Galleria Colonna.
Fra la Lucrezia primitiva Mond (1550) e l'altare di S. Giu-
seppe (157.)} il von Hadeln vorrebbe inserire altre opere come
un S. Lorenzo elonosinarìo hi S. Polo a Venezia, e forse dui'
quadri con istorie bibliche che già Boschini credeva del Mi-
cheli, mentre il Ridolfi diceva del Moutemez/ano. [1 von H.
ritiene di Parrasio anche un Ritratto femminile di Stuttgart,
una Deposizione e un Busto </' uomo (n. 211, 537) all'Accademia
di Venezia.
18. Hadeln (D. F. von), Etne Zeicknung des
P. Micheli. {Jhrb. d. K. Pr. Ksts., XXXIV).
Nel Gabinetto delle stampe a Berlino c'è un disegno pub-
blicato dal Lippmann fra quelli del Tintoretto, clic porta il
nome del Micheli. Il von Hadeln crede che la scritta possa
essere un buon suggerimento, e pensa si possa trattare d'uno
studio per un quadro che Parrasio dipinse nel Collegio nel 1364
e che fu distrutto nell'incendio del '74.
r.9. Hadeln {IL F. von), Uber die zweite Ma-
nier des Jacopo Passano. (Jhrb. d. K. Pr. Ksts.,
XXXIV).
Al proposito dell'errata attribuzione al Greco Adora-
zione dei Magi di Vienna, ad onta della stampa che l'afferma
di Bassano, il von H. cerca di fissare più chiaramente che non
si sia fatto fin qui, il periodo parmigianinesco di Iacopo Bas-
sano, che non è stato per ora nettamente definito dagli altri
biografi, salvo il Ridolfi, cui il v. IL si riprende.
Il <i parmigianismo » si accenna appena nell'Adorazione dei
Magi di Edimburgo, più chiaramente nel Riposo dell'Ambro-
siana; più ancora nella Madonna con S. Antonio abate e un
Santo Vescovo a Monaco, e nella Cena della Borghese che,
contro il Lorenzetti, il von Hadeln crede interamente di mano
di Iacopo. Altra opera di questo tipo è la Madonna coi S. Rocco
e Giovanni Battista a Monaco, ormai al culmine del «parmigia-
nismo ». Allo stesso momento doveva appartenere il San Cri-
stoforo ch'era a Murano, inciso dal Sadeler nel 1605. Segue il
Samaritano di Londra, più pittorico e tuttavia ancora « par-
migiano »; e il B. lo replicò più tardi nel periodo maturo ch'è
anche quello più conosciuto.
Le Adorazioni dei Magi del periodo « panna » erano quattro: