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LIONELLO VENTURI
L'identificazione proposta dal Croce fu poi contradetta dal Cocchia,1 il quale, sulla
base dell'incisione pubblicata dal Colangelo, dubita che la data 1516, incisa nel libro
tenuto dal Sannazaro sia autentica. Egli vede nell'incisione un carattere giovanile che
il Sannazaro poteva mostrare solo prima dell'anno 1500; e suppone che nel ritratto che
fu modello all'incisione fosse indicata la data 1556, e quindi che il ritratto stesso fosse
una copia da un ritratto quattrocentistico. È facile rilevare l'infondatezza di simile opi-
nione: il carattere « più antico » osservato dal Passavant significa arcaismo di stile e
non riguarda la data dell'attività del pittore; la giovanilità risultante dall'incisione
deriva dal carattere accademico di essa; e se la data 1516 è « sovrapposta al volume del
Fig. 1 — Luigi Morghen Fig. 3 — Enea Vico
incisione tratta da un ritratto del Sannazaro. incisione dal quadro di Sebastiano del Piombo.
parto della Vergine, che... non fu pubblicato prima del 1526 », il fatto può essere spie-
gato da chi ricordi come il Sannazaro abbia lavorato a quell'opera per venti anni, ed
è anzi la prova come egli l'abbia considerata sino dal 1516 come l'opera capitale della
sua vita.
Infine, senza tener conto di quel che avevano scritto il Croce e il Cocchia, il più
recente editore della lettera del Summonte, Cornei v. Fabriczy,2 ricordò che presso il
signor Grassi di Firenze esisteva un ritratto del Sannazaro, giudicato da Giorgio Gronau
per opera di stile giovanile tizianesco, e che poteva essere, così il Fabriczy, il modello
per il ritratto del De Agostini come per quello di Sebastiano del Piombo. Dal signor
Grassi il ritratto, di cui si parla, è passato al conte Contini di Roma, e qui si pubblica
per la prima volta (fig. 2).
1 Cocchia, Di un medaglione inedito del San-
nazaro, in Rendiconto delle tornate e dei lavori
dell' Accademia di archeologia, lettere e belle arti,
n. s., a. 8°, gennaio-febbraio 1894, Napoli, pa-
gine 51-68.
2 Loc. cit., pag. 158.
LIONELLO VENTURI
L'identificazione proposta dal Croce fu poi contradetta dal Cocchia,1 il quale, sulla
base dell'incisione pubblicata dal Colangelo, dubita che la data 1516, incisa nel libro
tenuto dal Sannazaro sia autentica. Egli vede nell'incisione un carattere giovanile che
il Sannazaro poteva mostrare solo prima dell'anno 1500; e suppone che nel ritratto che
fu modello all'incisione fosse indicata la data 1556, e quindi che il ritratto stesso fosse
una copia da un ritratto quattrocentistico. È facile rilevare l'infondatezza di simile opi-
nione: il carattere « più antico » osservato dal Passavant significa arcaismo di stile e
non riguarda la data dell'attività del pittore; la giovanilità risultante dall'incisione
deriva dal carattere accademico di essa; e se la data 1516 è « sovrapposta al volume del
Fig. 1 — Luigi Morghen Fig. 3 — Enea Vico
incisione tratta da un ritratto del Sannazaro. incisione dal quadro di Sebastiano del Piombo.
parto della Vergine, che... non fu pubblicato prima del 1526 », il fatto può essere spie-
gato da chi ricordi come il Sannazaro abbia lavorato a quell'opera per venti anni, ed
è anzi la prova come egli l'abbia considerata sino dal 1516 come l'opera capitale della
sua vita.
Infine, senza tener conto di quel che avevano scritto il Croce e il Cocchia, il più
recente editore della lettera del Summonte, Cornei v. Fabriczy,2 ricordò che presso il
signor Grassi di Firenze esisteva un ritratto del Sannazaro, giudicato da Giorgio Gronau
per opera di stile giovanile tizianesco, e che poteva essere, così il Fabriczy, il modello
per il ritratto del De Agostini come per quello di Sebastiano del Piombo. Dal signor
Grassi il ritratto, di cui si parla, è passato al conte Contini di Roma, e qui si pubblica
per la prima volta (fig. 2).
1 Cocchia, Di un medaglione inedito del San-
nazaro, in Rendiconto delle tornate e dei lavori
dell' Accademia di archeologia, lettere e belle arti,
n. s., a. 8°, gennaio-febbraio 1894, Napoli, pa-
gine 51-68.
2 Loc. cit., pag. 158.