EU GÈ NE FROMENTIN E LE ORIGINI DE LA MODERNA CRITICA D'ARTE 83
les corps ».* La critica, così come era stata fino allora intesa, sembrava dunque a l'Ar-
tista l'effetto sterile del diritto, che alcuni s'arrogano di giudicare le opere altrui, spesso
con cognizione mediocre de lo stato e de le esigenze artistiche. Vedeva, nei Salons del
tempo, firmati a volte da nomi illustri, la supina applicazione dei criteri pivi tradizio-
nali: il plauso, la parzialità, l'indifferenza, il disprezzo, che gli scrittori esprimevano
agli artisti, lo annoiavano (pianto le vuote descrizioni, con cui credevano d'assolvere
al loro compito.2
A la critica il Delacroix chiedeva altra cosa — e le pagine del Journal, pervase
quasi sempre d'alto soffio d'esaltazione, lo dimostrano, forse inconsapevoli: egli intuisce,
più che non esprima, la possibilità d'una critica, che stia, rispetto a l'opera d'arte,
nel rapporto medesimo, con cui l'opera d'arte sta, rispetto al mondo visibile di colori e
di forme, o rispetto al mondo invisibile di passione e di pensiero — d'una critica,
riflessione spirituale, schietto effetto di personalità, la quale, quanto più forte sia, tanto
più profondamente penetra la personalità e l'opera altrui — d'una critica stilistica,
poiché l'individualità d'un maestro s'esprime ne lo stile.
Così, il Delacroix intuì: e a l'intuito giunse specialmente attraverso un convinci-
mento — quello de la necessaria subordinazione d'ogni principio artistico e la visione
cromatica, dopo secolari deliri ammirativi per la forma.
Che la pittura sia essenzialmente colore, fu, del resto, convincimento nuovo? No:
risorto; che nel periodo del grande colorismo d'Italia, dei Paesi-Bassi, di Spagna, esso
non avrebbe potuto non essere altissimamente sentito, se s'ottennero i prodotti d'arte
che s'ottennero. Ma allora, tranne eccezioni, non si sepper trarre, da esso, conseguenze
critiche. Se, neppur nel Journal, quelle conseguenze sistematicamente appaiono, signifi-
cando esso, più che altro, de le idee, è pur evidente che da quelle idee a la più singolare
applicazione critica di esse, ai MaUrcs d'autrejois, il passo poteva esser breve.
Mary Pittaluga.
(Continua).
1 Journal, voi. Ili, 1857, pag. 206.
2 Cfr. L'art et la critique d'art en Franca depuis 1822, Paris, Germer, Baillière, 1875.
les corps ».* La critica, così come era stata fino allora intesa, sembrava dunque a l'Ar-
tista l'effetto sterile del diritto, che alcuni s'arrogano di giudicare le opere altrui, spesso
con cognizione mediocre de lo stato e de le esigenze artistiche. Vedeva, nei Salons del
tempo, firmati a volte da nomi illustri, la supina applicazione dei criteri pivi tradizio-
nali: il plauso, la parzialità, l'indifferenza, il disprezzo, che gli scrittori esprimevano
agli artisti, lo annoiavano (pianto le vuote descrizioni, con cui credevano d'assolvere
al loro compito.2
A la critica il Delacroix chiedeva altra cosa — e le pagine del Journal, pervase
quasi sempre d'alto soffio d'esaltazione, lo dimostrano, forse inconsapevoli: egli intuisce,
più che non esprima, la possibilità d'una critica, che stia, rispetto a l'opera d'arte,
nel rapporto medesimo, con cui l'opera d'arte sta, rispetto al mondo visibile di colori e
di forme, o rispetto al mondo invisibile di passione e di pensiero — d'una critica,
riflessione spirituale, schietto effetto di personalità, la quale, quanto più forte sia, tanto
più profondamente penetra la personalità e l'opera altrui — d'una critica stilistica,
poiché l'individualità d'un maestro s'esprime ne lo stile.
Così, il Delacroix intuì: e a l'intuito giunse specialmente attraverso un convinci-
mento — quello de la necessaria subordinazione d'ogni principio artistico e la visione
cromatica, dopo secolari deliri ammirativi per la forma.
Che la pittura sia essenzialmente colore, fu, del resto, convincimento nuovo? No:
risorto; che nel periodo del grande colorismo d'Italia, dei Paesi-Bassi, di Spagna, esso
non avrebbe potuto non essere altissimamente sentito, se s'ottennero i prodotti d'arte
che s'ottennero. Ma allora, tranne eccezioni, non si sepper trarre, da esso, conseguenze
critiche. Se, neppur nel Journal, quelle conseguenze sistematicamente appaiono, signifi-
cando esso, più che altro, de le idee, è pur evidente che da quelle idee a la più singolare
applicazione critica di esse, ai MaUrcs d'autrejois, il passo poteva esser breve.
Mary Pittaluga.
(Continua).
1 Journal, voi. Ili, 1857, pag. 206.
2 Cfr. L'art et la critique d'art en Franca depuis 1822, Paris, Germer, Baillière, 1875.