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ADOLFO VENTURI
d'un'arte sopravvissuta ai suoi tempi, anima- nella predella. L'arte del Pinturicchio, nelle opere
nierata, ridotta a formule. Nessun elemento di rimaste a Perugia, si è già fatta una propria ma-
vita poteva venire a lui da quell'ambiente, nep- niera: ripete sempre gli antichi effetti di mu-
pure dalle opere del migliore scolaro di Pier della saici e di scintille d'oro. Nulla poteva derivare a
Pieve, Bernardino Betti, detto il Pinturicchio. Gli Raffaello dal maestro che aveva ereditati i tipi
storiografi di Raffaello vollero vedere nel Pintu- di Pier della Pieve, togliendo loro la plasticità
ricchio una delle fonti della sua arte giovanile. della forma, delineandoli pianti nel fondo; che,
Ma ora, dimostrato che il libro dei disegni di Ve- pur ripetendo i dolmen perugineschi e gli alberi
Fig. i! — Fiorenzo eli Lorenzo: Polittico di S. Maria Nuova. — Galleria Civica di Perugia.
nezia, dove sono studi dal Pinturicchio, non ha
che fare con l'Urbinate, e che i disegni per la
storia della libreria Piccolomini sono copie degli
affreschi, eseguite da un tardo seguace del Peru-
gino devoto alle nuove forme raffaellesche, che mai
può vedersi nello stile del Pinturicchio che abbia
potuto filtrare nell'arte di Raffaello? Nulla, se
non forse, a Roma, l'idea di trar dal musaico
qualche effetto per decorazioni di soffitti. Nel 1495,
Bernardino Betti aveva compiuto per la chiesa
di Santa Maria de' Fossi l'ancona, oggi nella
Pinacoteca di Perugia (fig. 14), traendo prò di
tutte le sue conquiste anteriori, ripetendo, nel
quadro centrale, con la Vergine, Gesù e Giovan-
nino, il cielo mattinale, gli alberetti composti di
maniera, e mettendo nella cimasa il sarcofago di
Cristo, nelle ali i Santi Girolamo e Agostino su
un fondo scuro segnato di auree intrecciature,
a cerchi, a poligoni, a croci; chiudendo tra fe-
stoni di fronde e frutta i medaglioncini con Santi
a fusto esile, aveva tolto al paesaggio ogni senso
di distanza, di gradazione prospettica. L'essenza
dell'arte del Pinturicchio è la fantasia decorativa,
puramente basata su effetti di colore, e ignota
a Raffaello: nell'appartamento Borgia in Vati-
cano, il sole piove raggi d'oro, copre di lucciole
dorate prati e colli; le figure si veston di tele d'oro,
di biondi capelli disciolti; ornati aurei, che ri-
don nei campi azzurri, fregiano gli edifici. Il Pin-
turicchio ama il colore, ne gode con gli occhi
suoi di gioielliere; ruba ai musaicisti le tessere
splendenti; ai tappezzieri le stoffe allucciolate, i
tessuti a fiorami, i broccati e i damaschi; ai mar-
morari i lapislazzuli e i verdi smeraldini; alla
moda i veli colorati, le stoffe a righe variopinte,
le orlature ricamate; agli orefici, le collane, le
catenelle, le cinture, le placchette, i globoletti,
tutti i gingilli. Nella costruzione delle figure, nella
composizione dello spazio, non si affatica; egli
parla soltanto col colore.
ADOLFO VENTURI
d'un'arte sopravvissuta ai suoi tempi, anima- nella predella. L'arte del Pinturicchio, nelle opere
nierata, ridotta a formule. Nessun elemento di rimaste a Perugia, si è già fatta una propria ma-
vita poteva venire a lui da quell'ambiente, nep- niera: ripete sempre gli antichi effetti di mu-
pure dalle opere del migliore scolaro di Pier della saici e di scintille d'oro. Nulla poteva derivare a
Pieve, Bernardino Betti, detto il Pinturicchio. Gli Raffaello dal maestro che aveva ereditati i tipi
storiografi di Raffaello vollero vedere nel Pintu- di Pier della Pieve, togliendo loro la plasticità
ricchio una delle fonti della sua arte giovanile. della forma, delineandoli pianti nel fondo; che,
Ma ora, dimostrato che il libro dei disegni di Ve- pur ripetendo i dolmen perugineschi e gli alberi
Fig. i! — Fiorenzo eli Lorenzo: Polittico di S. Maria Nuova. — Galleria Civica di Perugia.
nezia, dove sono studi dal Pinturicchio, non ha
che fare con l'Urbinate, e che i disegni per la
storia della libreria Piccolomini sono copie degli
affreschi, eseguite da un tardo seguace del Peru-
gino devoto alle nuove forme raffaellesche, che mai
può vedersi nello stile del Pinturicchio che abbia
potuto filtrare nell'arte di Raffaello? Nulla, se
non forse, a Roma, l'idea di trar dal musaico
qualche effetto per decorazioni di soffitti. Nel 1495,
Bernardino Betti aveva compiuto per la chiesa
di Santa Maria de' Fossi l'ancona, oggi nella
Pinacoteca di Perugia (fig. 14), traendo prò di
tutte le sue conquiste anteriori, ripetendo, nel
quadro centrale, con la Vergine, Gesù e Giovan-
nino, il cielo mattinale, gli alberetti composti di
maniera, e mettendo nella cimasa il sarcofago di
Cristo, nelle ali i Santi Girolamo e Agostino su
un fondo scuro segnato di auree intrecciature,
a cerchi, a poligoni, a croci; chiudendo tra fe-
stoni di fronde e frutta i medaglioncini con Santi
a fusto esile, aveva tolto al paesaggio ogni senso
di distanza, di gradazione prospettica. L'essenza
dell'arte del Pinturicchio è la fantasia decorativa,
puramente basata su effetti di colore, e ignota
a Raffaello: nell'appartamento Borgia in Vati-
cano, il sole piove raggi d'oro, copre di lucciole
dorate prati e colli; le figure si veston di tele d'oro,
di biondi capelli disciolti; ornati aurei, che ri-
don nei campi azzurri, fregiano gli edifici. Il Pin-
turicchio ama il colore, ne gode con gli occhi
suoi di gioielliere; ruba ai musaicisti le tessere
splendenti; ai tappezzieri le stoffe allucciolate, i
tessuti a fiorami, i broccati e i damaschi; ai mar-
morari i lapislazzuli e i verdi smeraldini; alla
moda i veli colorati, le stoffe a righe variopinte,
le orlature ricamate; agli orefici, le collane, le
catenelle, le cinture, le placchette, i globoletti,
tutti i gingilli. Nella costruzione delle figure, nella
composizione dello spazio, non si affatica; egli
parla soltanto col colore.