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ALDO FORATTI
con l'indice un po' piegato (particolare persona-
lissimo) diminuisce la pressione del gomito su la
sacca chiusa; queste frasi di rinforzo del linguaggio
figurato vengono poi frantese da' declamatori ba-
rocchi. I due giovani coprono in parte il margine
del tondo; l'uno lo investe col ginocchio e con un
lembo di panno svolazzante, e l'altro (fig. 22) oc-
cupa una corda del cerchio a rilievo con lo sgra-
ziatissimo accostarsi delle gambe per incrociarne
Fig. 22 — Michelangelo: Ignudo sopra la Sibilla Persica.
i piedi; nella sinistra non viene definito lo scorcio
del ginocchio, e si prova il disgusto di un arto de-
formato.
Il sistema di escludere ogni sosta o nel mo-
vimento generale o nelle contrazioni parziali
de' corpi fa sì che questo nudo spinga co' piedi
un seno del nastro, che anche qui non sostiene
il tondo infisso al muro, come abbiamo ormai pro-
vato. Anche questo giovane estraneo all'incarico
di reggere il peso co' nastri, fa divergere le braccia
dalle gambe; le quattro parallele s'intersecano e
danno al tipo quella nota di floscezza che, se non
s'addice al gagliardo sviluppo del nudo,1 pure
s'accorda con la flemma del viso: libera riduzione
di un modello classico che arieggia il David. Il
mantello, dopo aver formato una larga cuffia in-
torno alla testa, si gonfia in una curva unica, e
rientra a pieghe rotte dietro la coscia sinistra.
1 Alcuni atteggiamenti degli ignudi mostrano in Miche-
langelo lo studio d'integrazione ideale del Torso di Belvedere,
benché il radicale ristauro sembrasse a lui un sacrilegio.
Stride meno l'asimmetria nella coppia, alquanto
selvaggia e faunesca, sopra Daniele (fig. 23). 11
ritmo della danza (un rito non uno spasso), la
pivi alta espressione dinamica è nel nudo a destra,
che siede per convenienza decorativa, ma che vibra
tutto dalle punte delle mani alle punte de' piedi
elettrizzati dalla celere parola del canto.1 In que-
sto mulatto non sappiamo vedere la scompostezza
di un baccante alticcio,2 nè la pena di chi tiri i
nastri attorti e cerchi di scioglierli con una grande
stratta; 3 i nastri, se bene si guardi, si snodereb-
bero girandoli in senso opposto, e l'ipotesi del so-
stegno si elimina da sè. Nell'atteggiamento e nel-
l'espressione non c'è niente che favorisca il falso
significato della gioia e dell'ebbrezza. Abbiamo
alluso ad un rito; e perchè la danza di questo pri-
mitivo, danza e spasimo, impedirebbe di richia-
marci alla memoria le cerimonie funebri degli an-
tichi o i balli che i barbari intrecciano anc'oggi
intorno a' cadaveri? Se nel «nero» del Giudizio
l'artista universalizzò la promessa del Cristiane-
simo, non è strano che in questo rappresentante di
una razza incolta abbia alluso allo stato interme-
dio fra la ragione ed il senso; nel viso non lampeg-
gia la gioia, ma scatta il diniego; gli scorci delle
braccia non sono senza menda, e richiamano uno
schizzo + in cui il disegnatore consumatissimo ha
qualche debolezza nel torcere il busto. Per la figura
dirimpetto si citò come modello il medaglione di
Diomede nel cortile del Palazzo Riccardi in Fi-
renze^ ma il rimando è ambiguo.
Fig. 23 — Michelangelo: Ignudi sopra Daniele.
L'appellativo di schiavi fu forse dato a' venti
nudi per il curioso e sforzato atteggiamento in che
1 Non può essere un'impressione realistica di qualche
popolano che fanatico del Savonarola gridava e cantava
(nel 1495) intorno al fuoco distruttore delle vanità.
2 A. Stringer, Raffael und Michelangelo, Leipzig, 1895,
pag. 195.
3 Henke, op. city, pag. 16.
4 Frey, Handzeichnungen, op. cit., tav. 229.
5 Justi, Michelangelo, Beitràge ecc., op. cit., pag. 176;
ALDO FORATTI
con l'indice un po' piegato (particolare persona-
lissimo) diminuisce la pressione del gomito su la
sacca chiusa; queste frasi di rinforzo del linguaggio
figurato vengono poi frantese da' declamatori ba-
rocchi. I due giovani coprono in parte il margine
del tondo; l'uno lo investe col ginocchio e con un
lembo di panno svolazzante, e l'altro (fig. 22) oc-
cupa una corda del cerchio a rilievo con lo sgra-
ziatissimo accostarsi delle gambe per incrociarne
Fig. 22 — Michelangelo: Ignudo sopra la Sibilla Persica.
i piedi; nella sinistra non viene definito lo scorcio
del ginocchio, e si prova il disgusto di un arto de-
formato.
Il sistema di escludere ogni sosta o nel mo-
vimento generale o nelle contrazioni parziali
de' corpi fa sì che questo nudo spinga co' piedi
un seno del nastro, che anche qui non sostiene
il tondo infisso al muro, come abbiamo ormai pro-
vato. Anche questo giovane estraneo all'incarico
di reggere il peso co' nastri, fa divergere le braccia
dalle gambe; le quattro parallele s'intersecano e
danno al tipo quella nota di floscezza che, se non
s'addice al gagliardo sviluppo del nudo,1 pure
s'accorda con la flemma del viso: libera riduzione
di un modello classico che arieggia il David. Il
mantello, dopo aver formato una larga cuffia in-
torno alla testa, si gonfia in una curva unica, e
rientra a pieghe rotte dietro la coscia sinistra.
1 Alcuni atteggiamenti degli ignudi mostrano in Miche-
langelo lo studio d'integrazione ideale del Torso di Belvedere,
benché il radicale ristauro sembrasse a lui un sacrilegio.
Stride meno l'asimmetria nella coppia, alquanto
selvaggia e faunesca, sopra Daniele (fig. 23). 11
ritmo della danza (un rito non uno spasso), la
pivi alta espressione dinamica è nel nudo a destra,
che siede per convenienza decorativa, ma che vibra
tutto dalle punte delle mani alle punte de' piedi
elettrizzati dalla celere parola del canto.1 In que-
sto mulatto non sappiamo vedere la scompostezza
di un baccante alticcio,2 nè la pena di chi tiri i
nastri attorti e cerchi di scioglierli con una grande
stratta; 3 i nastri, se bene si guardi, si snodereb-
bero girandoli in senso opposto, e l'ipotesi del so-
stegno si elimina da sè. Nell'atteggiamento e nel-
l'espressione non c'è niente che favorisca il falso
significato della gioia e dell'ebbrezza. Abbiamo
alluso ad un rito; e perchè la danza di questo pri-
mitivo, danza e spasimo, impedirebbe di richia-
marci alla memoria le cerimonie funebri degli an-
tichi o i balli che i barbari intrecciano anc'oggi
intorno a' cadaveri? Se nel «nero» del Giudizio
l'artista universalizzò la promessa del Cristiane-
simo, non è strano che in questo rappresentante di
una razza incolta abbia alluso allo stato interme-
dio fra la ragione ed il senso; nel viso non lampeg-
gia la gioia, ma scatta il diniego; gli scorci delle
braccia non sono senza menda, e richiamano uno
schizzo + in cui il disegnatore consumatissimo ha
qualche debolezza nel torcere il busto. Per la figura
dirimpetto si citò come modello il medaglione di
Diomede nel cortile del Palazzo Riccardi in Fi-
renze^ ma il rimando è ambiguo.
Fig. 23 — Michelangelo: Ignudi sopra Daniele.
L'appellativo di schiavi fu forse dato a' venti
nudi per il curioso e sforzato atteggiamento in che
1 Non può essere un'impressione realistica di qualche
popolano che fanatico del Savonarola gridava e cantava
(nel 1495) intorno al fuoco distruttore delle vanità.
2 A. Stringer, Raffael und Michelangelo, Leipzig, 1895,
pag. 195.
3 Henke, op. city, pag. 16.
4 Frey, Handzeichnungen, op. cit., tav. 229.
5 Justi, Michelangelo, Beitràge ecc., op. cit., pag. 176;