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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 21.1918

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Fasc. 3
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Pittaluga, Mary: Eugène Fromentin e le origini de la moderna critica d'arte, [3]
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i74

MARY PITTALUGA

de la produzione 1616-1639, non fu affatto « realista »: « les jeunes camerades » « les
neo-coloristes » del sec. XIX,. che ne hanno voluto fare un simbolo di proprie dottrine,
si sono ingannati — o, almeno, ànno dato prova di giudizio unilaterale, vedendo soltanto
un aspetto ne l'opera del maestro, quello de la fase estrema, quando la mano « n'y était
plus..., quand il étalait au lieu de peindre ».' Su la quale opinione capiterà di ritor-
nare: ma fin d'ora essa è pur significativa.

Tuttavia, il resultato più complesso e più singolare del libero concetto fromentiniano
circa l'arte, sta, nei Mattres, là dove si parla del Rembrandt — ciò che già s'intuisce,
quando si leggono le pagine su la « vita degli affetti », meglio si comprende da l'analisi de
le singole opere, e da le estreme conclusioni, cui quell'analisi induce. Ma poiché, per ciò,
occorre affrontare il problema del colore, si rimanda, anche qui, di qualche po' la
trattazione.

E si conclude: il romanticismo ha distrutto il criterio di realismo, come quello di
classicismo, dapprima teoricamente, poi criticamente, con i Mattres.

Le opinioni, che il Fromentin esprime intorno al disegno, le quali potrebbero far
dubitare del contràrio, sono eccezionali: per fatai ripresa d'academismo, egli è indotto
a subire gl'influssi del concetto naturalistico; ma tali influssi si risolvono in un assurdo,
che à scarse conseguenze, quasi del tutto isolate nel complesso de le idee critiche.

Quindi, poiché il Delacroix, giudicando un singolo quadro, ben raramente era riu-
scito a sottrarsi a la tradizional limitazione; poiché il Baudelaire, teorico nuovo, aveva
pur spesso colmato di letteratura la critica dei suoi salons; (poiché gli altri si erano rego-
lati assai peggio!...), può senz'altro concludersi che i Mattres d'autrefois siano la prima,
coerente applicazione critica di idee, divenute, sì, patrimonio spirituale di Una maggio-
ranza, ma non tanto da indicar, di per sé, la direzione al giudizio de l'arte.

« La natura deve, da l'artista, essere scorta da lungi, con occhio sensibile, che veda
bello, vedendo giusto — che veda, sopratutto, particolarmente: c'est aussi vrai, mais e'est
autre chose... »,2 aveva scritto, non unico, il Fromentin — ma, unico, aveva fatto sì, che
il convincimento teorico de l'arte quale spiritualismo (non imitazione de la natura, né
de la bella natura), trovasse, per la prima volta, eco non discorde ne la critica. Spirito di
teoria e spirito di critica si identificano: tale identificazione gli ha permesso d'innalzarsi
in intima comunità d'anima fino ai grandi maestri, che furon suo oggetto -storico.

Si comprende, così, che mentre negli scritti academici fu agevole metter a luce,
volta a volta, i luoghi rivelanti il concetto naturalistico (tanto esso era esterno a l'es-
senza de l'arte), nei Mattres il concetto opposto è qualche cosa di così intimamente compe-
netrato, che ne implica ogni aspetto, e non è quasi isolabile « per comodo di subbiettiva
contemplazione ».

* * *

« Composizione », che già per il Delacroix aveva significato, almeno in teoria, il di-
stribuirsi di zone cromatiche e tonali, indipendentemente da linea, masse plastiche, ecc.,5
ne la critica dei Mattres divien, più che mai, puro effetto di quella distribuzione. Forse
soltanto due volte questo lato de la pittura è considerato tradizionalmente, come mezzo
espressivo del soggetto: a proposito de la Ronda notturna 4 del Rembrandt, e de VAgnello
mistico dei .Van Eyck.5

«... toutes les couleurs vibrant sur un trou noir: la lumière, déployée autour d'un
tache centrale, large, puissante, sonore, ondouleuse, mourant dans les plus douces demi-
teintes — à droite et à gauche, rien que des faiblesses, sauf deux taches accidentelles,

1 Mattres, pag. 288.

2 Gonse, op. cit., pag. 212.

3 Cfr. art. prec, in Arte, pag. 73.

4 Mattres, pag. 308.

5 Mattres, pag. 396-97.
 
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