NICOLÒ DA VOLTRI
273
Dalle precedenti notizie risulta dunque che il quadro conservato nella Pinacoteca
Vaticana proviene dalla chiesa di S. Maria delle Vigne in Genova, a traverso quali peri-
pezie non sappiamo, c che era considerato nel Seicento come l'opera rappresentativa di
Nicolp da Voltri. Malgrado il suo stato di conservazione, può servire dunque, assieme al
quadro di S. Donato meglio, conservato, a darci un'idea del pittore.
Il suo stile è facilmente definibile. L'erronea attribuzione a Barnaba da Modena
del quadro di S. Donato non era tuttavia senza ragione. Chi lo paragoni con l'altro
5 ~ Taddeo di Bartolo : Baltesimo
Triora, Battistero.
di Barnaba conservato nel Duomo di Ventimiglia' (fig. 3) s'accorge della simiglianza
nella composizione, nella esecuzione, nella stilizzazione formale. Non mancano tuttavia
le nette differenze delle due personalità. Barnaba ama sfumare il chiaroscuro per creare
le. sue immagini a guisa di morbidi veli ondulanti nelle zone limitate da linee in perenne
ripresa di curve. A Nicolò da Voltri è ignoto un tal ritmo, non è caro lo sfumato: egli
s'interessa a precisare il rilievo chiaro delle sue forme; determina quindi maggiormente
i limiti, e tondeggia le masse. Non raggiunge nè la delicatezza, nè la spiritualità cro-
matica di Barnaba; porta invece il suo piccolo contributo di provinciale, con una mano
pesante quanto accurata, alla tendenza comune in Italia: la realizzazione della forma
rilevata. Non perfeziona certo l'arte di Barnaba; la trasforma con una coscienza precisa
1 Quest'ultimo fu indicato come opera di Bar- Cfr. anche G. Bres, L'Arte nella estrema Liguria
naba da P. Toesca, ne L'Arte, IX (1906), p. 462. occidentale. Nizza, 1914, p. 73.
L'Arte. XXI, 35.
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Dalle precedenti notizie risulta dunque che il quadro conservato nella Pinacoteca
Vaticana proviene dalla chiesa di S. Maria delle Vigne in Genova, a traverso quali peri-
pezie non sappiamo, c che era considerato nel Seicento come l'opera rappresentativa di
Nicolp da Voltri. Malgrado il suo stato di conservazione, può servire dunque, assieme al
quadro di S. Donato meglio, conservato, a darci un'idea del pittore.
Il suo stile è facilmente definibile. L'erronea attribuzione a Barnaba da Modena
del quadro di S. Donato non era tuttavia senza ragione. Chi lo paragoni con l'altro
5 ~ Taddeo di Bartolo : Baltesimo
Triora, Battistero.
di Barnaba conservato nel Duomo di Ventimiglia' (fig. 3) s'accorge della simiglianza
nella composizione, nella esecuzione, nella stilizzazione formale. Non mancano tuttavia
le nette differenze delle due personalità. Barnaba ama sfumare il chiaroscuro per creare
le. sue immagini a guisa di morbidi veli ondulanti nelle zone limitate da linee in perenne
ripresa di curve. A Nicolò da Voltri è ignoto un tal ritmo, non è caro lo sfumato: egli
s'interessa a precisare il rilievo chiaro delle sue forme; determina quindi maggiormente
i limiti, e tondeggia le masse. Non raggiunge nè la delicatezza, nè la spiritualità cro-
matica di Barnaba; porta invece il suo piccolo contributo di provinciale, con una mano
pesante quanto accurata, alla tendenza comune in Italia: la realizzazione della forma
rilevata. Non perfeziona certo l'arte di Barnaba; la trasforma con una coscienza precisa
1 Quest'ultimo fu indicato come opera di Bar- Cfr. anche G. Bres, L'Arte nella estrema Liguria
naba da P. Toesca, ne L'Arte, IX (1906), p. 462. occidentale. Nizza, 1914, p. 73.
L'Arte. XXI, 35.