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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 26.1923

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RECENSIONI

15

L'Autore passa poi a illustrare la basilica co-
stantiniana del Laterano, il Battistero di San Gio-
vanni in Napoli, l'antica chiesa per il Battesimo
nel Laterano, il Mausoleo di Costantina divenuto
più lardi chiesa di « Santa Costanza », la duplice
chiesa di San Silvestro e di San Martino di Tours,
le basiliche di Santa Croce e di San Pietro, Santa
Maria Maggiore, San Clemente, San Paolo, la casa
del senatore Pammachio, Santa Maria Antiqua,
quattro cappelle nel Battistero lateranense.

Lo studio di questi monumenti cardinali è fatto
con insistenza di ricercatore in tutti i partico-
lari, e, quand'anche, in alcuni casi, si potesse
non sottoscrivere le conclusioni dell'illustre autore,
è doveroso dichiarare ch'egli ha fornito tutto il
materiale per la libera disc ussione: materiale non
grezzo, ma purificato, cesellato, lustro. E poi che,
in fatto di monumenti, ogni discussione perde la
sua eloquenza, (piando non sieno fornite suffi-
cienti illustrazioni, Monsignor Wilpert ha voluto
corredare la sua opera con tavole di tutta esattezza.
Con uno scrupolo senza pari, sono resi tessera per
tessera i musaici, tocco per tocco le pitture, le
loro fratture, i guasti, gl'intonachi dei fondi, le
incrinature, 'e crepe, gli interstizi. E quando s in
contra con superfetazioni, con restauri, egli ne de-
termina i limiti, gli orli, intravvede parti nascoste
mutile, e, quand'è possibile, si prova a ricostru-
zioni con felicità d'indagini. Le illustrazioni della
grande opera possono considerarsi l'ultimo e mag-
gior saggio di fervore per le arti figurative secon-
dato dall'impiego di grandi mezzi non più pos-
sibile, oggi, per gli aumentati dispendi. Certo è che,
searriverà giorno in cui, per i guasti del tempo e
degli uomini, muteranno, svaniranno tante nobili
forme d'arte, tanti vetusti ricordi dell'avita pietà,
tante pagine sacre dell'arte cristiana, si dovrà ricor-
rere al libro del Wilpert, che ha, diciamo così, fer-
mata l'immagine, fissata quale si presentò agli occhi
nostri al principio del secolo ventesimo. Non si
creda che anteriori illustrazioni dei nostri grandi
monumenti nel De Rossi, nel Richter ecc. possano
sostituire le tavole del Wilpert, che la soggetti-
vità e, in molti casi, la pochezza dei disegnatori,
non servono se non a oscurare il vero. Nel Wilpert,
l'attenta diligente meticolosa opera dell'artista
sul fondo meccanico dell'illustrazione, serve a dar
rilievo, colore, effetto vivezza alle cose riprodotte
dalla macchina.

Il terzo libro della ponderosa opera ci porta al
lavoro iconografico. Dopo lo studio dei singoli mo-
numenti, la ricostruzione iconografica, la elabora-
zione artistica di soggetti sacri! Le voci che si sono
inna'zate dai singoli monumenti, tutte partite
dall'anima religiosa, sono raccolte, unite dall'il-
lustre autore nello studio dello svolgimento delle

rappresentazioni della vita di Gesù e di Maria,
delle immagini di ( risto, della Vergine, degli Angeli,
del Battista, degli Apostoli e degli Evangelisti,
quindi delle figurazioni dei martiri nelle Cata-
combe, e dei martiri e confessori nelle chiese sopra
terra. Segue lo studio delle rappresentazioni del
Giudizio, del luogo ove dimorano i Beati, e della
loro figura.

Nel quarto libro, l'A. tratta dei dipinti in tavola,
e, dopo alcuni cenni relativi alla tecnica della pit-
tura su legno, esamina i più antichi dipinti con le
immagini di Cristo, di Maria e di S. Francesco
d'Assisi.

Dopo sì lungo cammino, Monsignor Wilpert
epiloga il suo lavoro, esaminando il fine della pit-
tura religiosa secondo la mente romana, e si bat-
te strenuamente contro le teoriche che (olgono
valore ad ogni manifestazione dell'arte cristiana
a Roma nei bacsi tempi, ai primi 1 a lumi dell'arte
cristiana nella nostra terra

11 lavoro mirabile potrebbe essere integrato dal
Wil; ert stesso, che lo ha così ampiamente ideato
e con tanta sapienza composto, aggiungendo,
se pure sarà possibile in questi tempi di penu-
ria e di abbattimento della cultura, lo studio
degli ambienti dove nacquero i musaici e le pit-
ture sacerdotali. Il musaico di Sant'Agnese, ad
esempio, ancora splende, velario d'oro, sul catino
dell'abside diviso da liste porfiree in specchi di
marmo greco. Lo schema delle figure allungate ri-
flette il verticalismo dominante della decorazione,
con le lunghe vene del marmo greco; e la sem-
plicità dell'accordo coloristico si continua nelle
due note del rivestimento marmoreo, bianco e gri-
gio, rosso bruno, con ricami di bianco e nero nelle
cornici. I capitelli non s'impostano bene sui pila-
strini dei fianchi dell'abside, e non sono nati con
essi, perchè tanto i capitelli, quanto le lastre por-
firee, furono divelti da più antica decorazione:
eppure l'arte della disposizione dei frammenti
rotti e incompleti è grande ed eletta. Ora questo
esempio significa come convenga tener di mira l'in-
sieme di un monumento, e non solo il particolare
musivo o pittorico. Architettura, scultura e pit-
tura sono sempre il coro dell'Arte una. Non si può
togliere nessuna delle voci quando si voglia gu-
stare il canto e la sua propria intima armonia.

L'integrazione dell'opera colossale fatta per le
mani stesse di Monsignor Wilpert, può bene es-
essere nei voti di tutti gli studiosi, anche per-
chè, meglio di quanto è stato fatto sin qui, si po-
tranno in tal modo mettere a confronto tutti i do-
cumenti esistenti, esposti in forma, diciamo così,
da gran paleografo.

Monsignor Wilpert sa pure, meglio d'ogni altro,
come sieno manchevoli le osservazioni, i commenti
 
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