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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 26.1923

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Fasc. 2
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Biagi, Luigi: Di Bartolommeo Ammannati e di alcune sue opere
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https://doi.org/10.11588/diglit.17343#0086

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LUIGI BIAGI

fortemente sagomati e con i frontoni curvilinei spezzati. La stessa disposizione e l'unità
del motivo centrale della porta terrena collegata con la finestra di sopra si vedono rag-
giunte in modo mirabile nel Palazzo Giugni (tìg. 17). La facciata di esso è un vero capo-
lavoro e tutte le eleganti finezze della decorazione scultorea vi si uniscono mirabilmente
con gli spartiti architettonici, le forme dei membri assumono una nuova scioltezza come
quelle mensole del davanzale delle finestre terrene elegantemente rastremate, o le
altre mensole a doppia voluta che sorreggono la trabeazione delle finestre. Nel cortile,
quasi per restare in un tono minore, le forme si fanno schematiche liscie contro le pareti,
via via che dall'ordine basso si sale ai superiori. Questo palazzo e il ponte a Santa Trinità,
mirabile per le proporzioni e la curva dell'arco, sono i suoi più giusti accordi. In
seguito egli si volgerà verso una accentuazione di forme ruvide e pesanti e verso un

Fig. 17. — Firenze. Palazzo Guigni.

uso meno frequente, ma anche meno appropriato degli ornamenti, come posson testimo-
niare quelle volute sporgenti dalle bozze del portone nei palazzi Ramirez e Mondragone.
Ma sono deviazioni poco importanti perchè la qualità fondamentale delle sue architet-
ture consistente nel rigore logico e nella coordinazione severa degli elementi, si ritrova dap-
pertutto. A causa di essa egli appare tanto più equilibrato del Vasari, che seguendo Mi-
chelangiolo fa un uso libero e a volte addiritttura stravagante delle parti architettoniche
e, nonostante gli adornamenti, tanto più asciutto, in confronto al Buontalenti morbido
e sinuoso nei particolari decorativi.

In progresso di tempo questa qualità degenera in freddezza che cristallizzerà le
sue opere. Agli insegnamenti dei Gesuiti si abbandonerà completamente soltanto verso
gli ultimi anni, ma già molto prima che ripudiasse le sue opere di scultura perchè1 vi aveva
effigiato nudità umane, le sue architetture, un poco il palazzo di Lucca e molto il Collegio
Romano, tradiscono una crescente freddezza, poiché, quando fu preso dal fervore mistico
si era già spenta da un pezzo la fiamma del suo talento artistico.

Luigi Biagi.

1 Lettera in appendice alla Vita del B. Idinucci, op. cit.
 
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