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EMILIO LAVAGNINO
orcagnesche di cui si è parlato sopra — lo possia-
mo riconoscere in un maestro al quale apparten-
gono molte tavole nel Museo pisano e che è identi-
ficabile con quel Bernardo Nello di Giovanni Fal-
coni di cui ci parla Giorgio Vasari nella sua Vita di
Andrea Or cagna.
A dire del Vasari, Bernardo Nello di Giovanni
Falconi pisano, allievo dell'Orcagna, tornato da
Firenze in patria dipinse alcune tavole per il Duo-
mo della propria città.
ancone e polittici, il Da Morrona, che lo accom-
pagnava in tali scorrerie, veniva segnando e date
e nomi che potessero in qualche modo avere at-
tinenza con i dipinti che lo Zucchetti si portava
a casa.
In base ad una precisa notizia del Da Morrona
abbiamo potuto identificare l'opera de] primo
Turino; per una nota tramandataci dallo stesso
Zucchetti possiamo, se vera, finalmente ricostruire
l'opera di un pittore pisano rimasto fino ad oggi
Fig. 15. — Bernardo Nello di Giovanni Falconi: Frammenti di polittico,
Pisa, Museo Civico. (Fot. Gabinetto Fotografico del Ministero della P, I ).
Effettivamente nessun documento ci parla con
chiarezza di questo Bernardo Nello, nessuna firma
ci permette di raggruppare attorno al suo nome una
serie di opere; se non che, una notizia, che non ci è
dato modo di controllare, benché abbia grande va-
lore, esorta verso una ipotesi che ha forti caratteri
di possibilità.
L'abate Zucchetti, subito dopo l'uragano napo-
leonico, andando in giro per le chiese pisane, con
l'idea di salvare, e forse non con questo pensiero
soltanto, ciò che era ancora possibile tra gli oggetti
d'arte che v'erano raccolti, portò via da queste
chiese tutto ciò che gli fu agevole.
E mentre l'abate, preso da santo zelo nel rac-
coglier dipinti, non si peritava di privar della pre-
della o della cuspite o degli scomparti 1 aterali,
assolutamente sconosciuto: Bernardo Nello di
Giovanni Falconi.
Lo Zucchetti per testamento donò alla I. R.Ac-
cademia «li l'elle Arti la sua collezione d'oggetti
d'arte. Molte delle tavole che componevano la
raccolta, e che abbiam visto provenire dalle chiese
pisane, avevano la indicazione dell'autore a cui
erano attribuite ed il luogo di provenienza. Ma
mentre per alcuni nomi, quali quelli di Giotto,
Cimabue, Giunta o Duccio, l'attribuzione non è as-
solutamente accettabile, per altri di minore e ad-
dirittura di minima importanza, che non pote-
vano esser suggeriti che da firme o documenti, è
accettabilissima. F'ra questi ultimi vi è quello di
Bernardo Nello di Giovanni Falconi assegnato a
quattro piccoli frammenti di un polittico in cui, en-
EMILIO LAVAGNINO
orcagnesche di cui si è parlato sopra — lo possia-
mo riconoscere in un maestro al quale apparten-
gono molte tavole nel Museo pisano e che è identi-
ficabile con quel Bernardo Nello di Giovanni Fal-
coni di cui ci parla Giorgio Vasari nella sua Vita di
Andrea Or cagna.
A dire del Vasari, Bernardo Nello di Giovanni
Falconi pisano, allievo dell'Orcagna, tornato da
Firenze in patria dipinse alcune tavole per il Duo-
mo della propria città.
ancone e polittici, il Da Morrona, che lo accom-
pagnava in tali scorrerie, veniva segnando e date
e nomi che potessero in qualche modo avere at-
tinenza con i dipinti che lo Zucchetti si portava
a casa.
In base ad una precisa notizia del Da Morrona
abbiamo potuto identificare l'opera de] primo
Turino; per una nota tramandataci dallo stesso
Zucchetti possiamo, se vera, finalmente ricostruire
l'opera di un pittore pisano rimasto fino ad oggi
Fig. 15. — Bernardo Nello di Giovanni Falconi: Frammenti di polittico,
Pisa, Museo Civico. (Fot. Gabinetto Fotografico del Ministero della P, I ).
Effettivamente nessun documento ci parla con
chiarezza di questo Bernardo Nello, nessuna firma
ci permette di raggruppare attorno al suo nome una
serie di opere; se non che, una notizia, che non ci è
dato modo di controllare, benché abbia grande va-
lore, esorta verso una ipotesi che ha forti caratteri
di possibilità.
L'abate Zucchetti, subito dopo l'uragano napo-
leonico, andando in giro per le chiese pisane, con
l'idea di salvare, e forse non con questo pensiero
soltanto, ciò che era ancora possibile tra gli oggetti
d'arte che v'erano raccolti, portò via da queste
chiese tutto ciò che gli fu agevole.
E mentre l'abate, preso da santo zelo nel rac-
coglier dipinti, non si peritava di privar della pre-
della o della cuspite o degli scomparti 1 aterali,
assolutamente sconosciuto: Bernardo Nello di
Giovanni Falconi.
Lo Zucchetti per testamento donò alla I. R.Ac-
cademia «li l'elle Arti la sua collezione d'oggetti
d'arte. Molte delle tavole che componevano la
raccolta, e che abbiam visto provenire dalle chiese
pisane, avevano la indicazione dell'autore a cui
erano attribuite ed il luogo di provenienza. Ma
mentre per alcuni nomi, quali quelli di Giotto,
Cimabue, Giunta o Duccio, l'attribuzione non è as-
solutamente accettabile, per altri di minore e ad-
dirittura di minima importanza, che non pote-
vano esser suggeriti che da firme o documenti, è
accettabilissima. F'ra questi ultimi vi è quello di
Bernardo Nello di Giovanni Falconi assegnato a
quattro piccoli frammenti di un polittico in cui, en-