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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 26.1923

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Fasc. 2
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Lavagnino, Emilio: Pittori pisani del XIV secolo, [2]
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EMILIO LAVAGNINO

dire quel modo di segnar le ombre quasi bruciando corazioni, fondi, ma non volti e figure intiere;

le carni col ferro caldo. così che, quando tornato a Pisa ebbe commissioni

La figura di San Bartolomeo che incede lenta- ed incarichi, dovè rimanere bene impacciato nel-

mente è avvolta in un ampio manto che dal santo l'eseguirli.

viene sollevato per mostrare il coltello del suo Infatti se con minuzia e cura infinita egli di-
martirio e sorreggere un libro di Sacre Scritture. La pinge le parti secondarie nelle ancone che certo gli
greve testa ha folta capellatura e abbondante appartengono i santi mancano della espressione e
barba, gli occhi lunghi con la sclerotica bianchis- della solennità che richiederebbero gli indumenti

Fig. 17. — Bernardo N'ello di Giovanni Falconi:
/ .S'.V. Bartolomeo, Giacobbe, Antonio e Marco. Pisa, Museo Civico.
(Fot. Alinari).

sima guardano fissamente in avanti. Ma se nel
volto austero e nella mani legnose prive di vita
noi riconosciamo il piccolo mestierante paesano che
dipinge ripetendo a memoria e sbagliando mo-
delli che divengono sempre più convenzionali, nel
manto ampio che avvolge il corpo massiccio del
martire l'impegno adoperatovi dal pittore ed i
risultati ottenuti sono ben diversi. Il manto che
ha un freddo tono di ocra gialla è minuziosa-
mente rabescato, le pieghe che dividono trasver-
salmente il tratto di stolta che ricopre il torace
del Santo hanno sfumature e passaggi cromatici
che denotano una abilità ed una ricerca vera-
mente considerevoli. Forse il nostro pittore prima
di tornare in patria, era stato occupato in Firenze
nella bottega del Maestro a dipingere stoffe, de-

fatti loro indossare dal pittore; rimangono sempre
fantocci.

Ma se Bernardo Nello, come abbiamo notato,
tornando in patria aveva per un certo tratto con-
t innato a ripetere le forme apprese a Firenze, pur
avvicinandosi nella maniera di colorire i volti al
lare proprio dei pittori pisani, non potè rimanere
immune dagli influssi di tardi lorenzettiani; in-
ibissi che spinsero anche lui in qualche opera
finse le ultime di sua vita, ad incurvar le figure
dei suoi santi agitate da un nuovo soffio di vita.

E certamente a lui dobbiamo attribuire per
confronti agevolissimi due resti di un'altra grande
pala nei (piali sono raffigurati Sant'Orsola e San
Marco sotto due archetti a sesto acuto e VA ugelo
annunziatile in un tondo lobato, da una parte,
 
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