PITTORI PISANI DEL XIV SECOLO
77
San Pietro, San Bartolomeo e la Vergine annunziata
dall'altra (sala V, nn. 12-1 ).
In queste due tavole, appartenenti alla mano del
Maestro che stiamo esaminando, i colori e le figu-
rette dei due tondi lobati sembra si rinvigorisca-
no: qualcosa di nuovo è avvenuto in loro. Il le-
gnoso mestierante, fabbricante di fantocci, s'è
trovato a contatto con un seguace della pittura se-
nese ed allora benché impastoiato dai vecchi canoni
piuttosto freddi nelle due tavole con i Santi Barto-
lomeo, Giacobb1, Antonio e Marco — mostrando
evidente derivazione dal fare proprio dei lorenzet-
tiani di Pisa che ancora ricordano la tecnica dei
madonneri » bizantineggianti — sembra si ac-
cendano e si rinvigoriscano nelle altre due con i
Santi Pietro, Bartolomeo, Marco ed Orsola.
A questo secondo periodo dell'arte di Bernardo
Nello, in cui il pisano ci si presenta influenzato da
Fig. 18. « 11 Maestro dell'Universitas aurificum »: Grande polittico.
(Fot. del Gabinetto Fotografico del Ministero della P. I ).
cerca render più sciolta la mano indurita. Ma il ten-
tativo è per buona parte vano; poiché, se egli rie-
sce a dipingere una Madonnina ed un angelo nei
tondi dei due frammenti di ancona così che le figu-
rette sono evidentemente impregnate di svenevo-
lezza lorenzettiana, i quattro santi che maestosi
appaiono nelle parti maggiori delle tavole, e spe-
cialmente il San Bartolomeo ed il San Pietro, si
presentano ancora duri e legnosi come abbiamo
visto essere le figure nelle tavole già descritte.
Ciò non toglie che la differenza tra i resti delle
due ancone sia molto grande, particolarmente per
la maniera con cui sono sentiti i colori delle vesti e
delle carni. Le tinte che volgono a taciti accordi
un qualche artista senese, appartengono altri due
frammenti di una ancona nei quali è raffigurata la
scena dell'Annunciazione (sala V, nn. 7 e 5); è
infatti manifesta la identità di queste fìgurette
con la Sant'Orsola che è in una delle tavole di cui
si è detto sopra.
Fe figure di queste tavolette, per quanto anche
esse dure e legnose, sono state pervase da quello
stesso soffio di vita che agita la altre nei tondi dei
due grandi frammenti d'ancona. E la Vergine e
l'angelo si chinano su di uno sfondo tutto scintil-
lante di colori vivi.
Appartengono ancora all'arte di Bernardo Nello
di Giovanni Falconi altre tre tavolette del Museo
77
San Pietro, San Bartolomeo e la Vergine annunziata
dall'altra (sala V, nn. 12-1 ).
In queste due tavole, appartenenti alla mano del
Maestro che stiamo esaminando, i colori e le figu-
rette dei due tondi lobati sembra si rinvigorisca-
no: qualcosa di nuovo è avvenuto in loro. Il le-
gnoso mestierante, fabbricante di fantocci, s'è
trovato a contatto con un seguace della pittura se-
nese ed allora benché impastoiato dai vecchi canoni
piuttosto freddi nelle due tavole con i Santi Barto-
lomeo, Giacobb1, Antonio e Marco — mostrando
evidente derivazione dal fare proprio dei lorenzet-
tiani di Pisa che ancora ricordano la tecnica dei
madonneri » bizantineggianti — sembra si ac-
cendano e si rinvigoriscano nelle altre due con i
Santi Pietro, Bartolomeo, Marco ed Orsola.
A questo secondo periodo dell'arte di Bernardo
Nello, in cui il pisano ci si presenta influenzato da
Fig. 18. « 11 Maestro dell'Universitas aurificum »: Grande polittico.
(Fot. del Gabinetto Fotografico del Ministero della P. I ).
cerca render più sciolta la mano indurita. Ma il ten-
tativo è per buona parte vano; poiché, se egli rie-
sce a dipingere una Madonnina ed un angelo nei
tondi dei due frammenti di ancona così che le figu-
rette sono evidentemente impregnate di svenevo-
lezza lorenzettiana, i quattro santi che maestosi
appaiono nelle parti maggiori delle tavole, e spe-
cialmente il San Bartolomeo ed il San Pietro, si
presentano ancora duri e legnosi come abbiamo
visto essere le figure nelle tavole già descritte.
Ciò non toglie che la differenza tra i resti delle
due ancone sia molto grande, particolarmente per
la maniera con cui sono sentiti i colori delle vesti e
delle carni. Le tinte che volgono a taciti accordi
un qualche artista senese, appartengono altri due
frammenti di una ancona nei quali è raffigurata la
scena dell'Annunciazione (sala V, nn. 7 e 5); è
infatti manifesta la identità di queste fìgurette
con la Sant'Orsola che è in una delle tavole di cui
si è detto sopra.
Fe figure di queste tavolette, per quanto anche
esse dure e legnose, sono state pervase da quello
stesso soffio di vita che agita la altre nei tondi dei
due grandi frammenti d'ancona. E la Vergine e
l'angelo si chinano su di uno sfondo tutto scintil-
lante di colori vivi.
Appartengono ancora all'arte di Bernardo Nello
di Giovanni Falconi altre tre tavolette del Museo