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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 26.1923

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Fasc. 2
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Moschini, Vittorio: Benedetto Luti
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https://doi.org/10.11588/diglit.17343#0114

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02

VITTORIO MOSCHI XI

chiese e per privati, insieme ai suoi troppo numerosi scolari, noiosi e vuoti manie-
risti, che furono una delle più desolanti epidemie di cattiva pittura che abbiano mai
colpito Roma. Il Luti trovò nel Maratta e nel suo ambiente una continuazione, in
quanto a spirito d'insieme se non in quanto a concrete forme, della sua Firenze,
ed in particolar modo della scuola del Gabbiani; anche qui ogni secentismo diveniva
polito ed accademico, un'aria nobile spirava nelle ben composte scene, ogni eccesso
era ripudiato, ed insieme agli eccessi ogni vivace immediata ispirazione. Anche qui era
in sommo onore lo studio dei grandi maestri del Cinquecento, ma non certo di quello
veneto, precedente e materia d'ispirazione dei più veri pittori secentisti. Si adorava
Raffaello, ed il Maratta era il suo zelante sacerdote, che predicava contro i nuovi maestri

Fig. 2. — B. Luti: Studio. Firenze, Uffizi.
(Fot. Gabinetto fot. delle UH. Gallerie Uffizi).

che andavano dicendo « statuina » la sua maniera e lui artista « senza furia o fierezza
di spirito Raffaello diveniva così un professore più d'ogni altro dotto nelle leggi del
ben disegnare e del ben comporre, le sue opere erano da imitare, in esse era la più
pura bellezza.

A Roma s'era dunque in piena reazione antisecentista (contro l'estro l'imita-
zione, contro il colore il disegno), e come in letteratura l'Arcadia era scesa proprio
allora in lotta contro ogni marinismo, così in pittura s'era venuta formando un'aria
sempre più glaciale, fenomeno certo reso più facile dal perdurare della tradizione
accademica nell'ambiente romano, anche nei periodi più vivaci. Vediamo così artisti
di fare risoluto, succoso, dipinto, schiarire e render scialbi i più intensi colori, archi-
tettare le scene raggiustando ogni cosa in un ritmo composto. Ecco il Gherardi, il
magnifico pittore del soffitto di S. Maria in Trivio e della pala del Sudario, che
dipinge invece il legnosissimo quadro della 5. Cecilia in S. Carlo ai Catinari; ecco il
Baciccia che dal sontuoso splendido colore degli affreschi al Gesù passa al soffitto
dei SS. Apostoli ed alle altre sue opere del secondo tempo, languide e magari fredde.

1 Vita di Carlo Maratti, ecc.
 
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