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MARIO SALMI
predella nella quale, entro quadrilobi, Santi e Profeti a mezzo busto, si affannano a sten-
dere rotoli inscritti.1 Anche lo stile degli Zavattari, avvivato bensì da una maggior con-
sistenza formale, si riconosce nel trittichino della Collezione Trivulzio, con la Crocefis-
sione e L'Annunciazione, condotto ad oro graffito da Jacopino Cietario che vi appose il
proprio nome e la data 1460.' In questo raro lavoro va notata anche la squisita finezza
con cui l'artefice decorò con grisailles la parte tergale degli sportelli rappresentandovi
il Cristo fra gli emblemi della Passione.
Ma alla Mostra è rappresentata molto bene quella pittura lombarda che, trovando
in Vincenzo Foppa il suo interprete maggiore, giunge alla costruzione plastica della
forma umana e si incanala nell'alveo del nostro Rinascimento.
Fig. 1. — Fratelli Zavattari: Autari.
Milano, Principe Trivulzio. (Fot. Dino Zani).
Del Foppa c'è la piccola Madonna Trivulzio che ancora palesa le incertezze del
primo periodo dell'artista, delicata nella purezza di espressione e seducente per certi
vivi ed ingenui accostamenti cromatici come il rosso squillante della veste della Vergine
e la gialla fascia del Bambino. Invece la Madonna Genoulhiac-Frizzoni che le sta
accanto (fig. 2), un po' fredda di colorito, è notevole specialmente per la sicura solidità
di modellato che il Maestro bresciano raggiunse nel suo periodo maturo.
Il Principe Trivulzio ha esposto anche due belle figure di Santi che già il Frizzoni
aveva riconosciute di mano del Foppa, pubblicandole insieme con la piccola Madonna
già rammentata, in questa stessa Rivista,3 e come parti di un grande polittico alla
destra del quale dovevano essere collocate. Nei nimbi sono riuscito a leggere i nomi di
S. Teodoro e di S. Agostino, di due cioè dei Santi protettori di Pavia, ragione sufficiente
1 È pubblicato da P. ToESCA, La Casa liagatti
Valsecchi in Milano. Milano, 1918, tav. XXXIII,
1 F. già noto per la pubblicazione fattane dal
Toksca, La Pittura e la Miniatura in Lombardia,
Milano, pag. 564.
3 In L'Arte, 1899, pag. 318.
MARIO SALMI
predella nella quale, entro quadrilobi, Santi e Profeti a mezzo busto, si affannano a sten-
dere rotoli inscritti.1 Anche lo stile degli Zavattari, avvivato bensì da una maggior con-
sistenza formale, si riconosce nel trittichino della Collezione Trivulzio, con la Crocefis-
sione e L'Annunciazione, condotto ad oro graffito da Jacopino Cietario che vi appose il
proprio nome e la data 1460.' In questo raro lavoro va notata anche la squisita finezza
con cui l'artefice decorò con grisailles la parte tergale degli sportelli rappresentandovi
il Cristo fra gli emblemi della Passione.
Ma alla Mostra è rappresentata molto bene quella pittura lombarda che, trovando
in Vincenzo Foppa il suo interprete maggiore, giunge alla costruzione plastica della
forma umana e si incanala nell'alveo del nostro Rinascimento.
Fig. 1. — Fratelli Zavattari: Autari.
Milano, Principe Trivulzio. (Fot. Dino Zani).
Del Foppa c'è la piccola Madonna Trivulzio che ancora palesa le incertezze del
primo periodo dell'artista, delicata nella purezza di espressione e seducente per certi
vivi ed ingenui accostamenti cromatici come il rosso squillante della veste della Vergine
e la gialla fascia del Bambino. Invece la Madonna Genoulhiac-Frizzoni che le sta
accanto (fig. 2), un po' fredda di colorito, è notevole specialmente per la sicura solidità
di modellato che il Maestro bresciano raggiunse nel suo periodo maturo.
Il Principe Trivulzio ha esposto anche due belle figure di Santi che già il Frizzoni
aveva riconosciute di mano del Foppa, pubblicandole insieme con la piccola Madonna
già rammentata, in questa stessa Rivista,3 e come parti di un grande polittico alla
destra del quale dovevano essere collocate. Nei nimbi sono riuscito a leggere i nomi di
S. Teodoro e di S. Agostino, di due cioè dei Santi protettori di Pavia, ragione sufficiente
1 È pubblicato da P. ToESCA, La Casa liagatti
Valsecchi in Milano. Milano, 1918, tav. XXXIII,
1 F. già noto per la pubblicazione fattane dal
Toksca, La Pittura e la Miniatura in Lombardia,
Milano, pag. 564.
3 In L'Arte, 1899, pag. 318.