GIOVANNI PISANO E LE LUPE-DOCCIONI 189
simo scultore, che, all'edificarsi del palazzo, teneva il campo nell'arte a Siena:1 la strut-
tura ferrigna degli archi lanceolati che al pianterreno uncinano l'archetto scemo delle
finestre e delle porte, quasi a sollevarlo con energia di leve, la sottile sagoma degli archi
minori che compongon le trifore, abbastanza ricordano i portici del camposanto pisano,
per giustificare l'ipotesi che il disegno di questo prototipo dell'architettura trecentesca
di Siena sia dovuto al Genio della scultura gotica in Italia.
cordoni delle cornici, senza riscontro nell'arte del Du-
gento. E il posto delle lupe venne di necessità mutato,
quando s'innalzò l'agile fiorito coronamento del ca-
stello medievo, all'unisono con lo snello fusto della
torre.
1 Per le trasformazioni e gli accrescimenti del Pa-
lazzo Pubblico di Siena dal 1293, vedi G. Milanesi,
Documenti per la Storia dell'Arte Senese, I, Siena,
1.S54, 220.
I documenti relativi alla permanenza di Giovanni
in Siena vanno dal 1266 al 1299: vedi Ivi, 148, 150-151,
161-163.
simo scultore, che, all'edificarsi del palazzo, teneva il campo nell'arte a Siena:1 la strut-
tura ferrigna degli archi lanceolati che al pianterreno uncinano l'archetto scemo delle
finestre e delle porte, quasi a sollevarlo con energia di leve, la sottile sagoma degli archi
minori che compongon le trifore, abbastanza ricordano i portici del camposanto pisano,
per giustificare l'ipotesi che il disegno di questo prototipo dell'architettura trecentesca
di Siena sia dovuto al Genio della scultura gotica in Italia.
cordoni delle cornici, senza riscontro nell'arte del Du-
gento. E il posto delle lupe venne di necessità mutato,
quando s'innalzò l'agile fiorito coronamento del ca-
stello medievo, all'unisono con lo snello fusto della
torre.
1 Per le trasformazioni e gli accrescimenti del Pa-
lazzo Pubblico di Siena dal 1293, vedi G. Milanesi,
Documenti per la Storia dell'Arte Senese, I, Siena,
1.S54, 220.
I documenti relativi alla permanenza di Giovanni
in Siena vanno dal 1266 al 1299: vedi Ivi, 148, 150-151,
161-163.