LORENZO GHIRV.RTI
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facile ritrovare nel sacrificio d'Isacco un'enfasi retorica ignota al saggio pel concorso. È
stato già notato come la scena relativa a Davide e Golia (fig. 11) sia molto confusa, ed è
facile rilevarne l'affinità spirituale col manierismo dell'ultimo Cinquecento. In tnli condi-
zioni anche un ingegno così accorto e così pronto come il Ghiberti non poteva non ca-
dere nella pedanteria: già nella Distruzione di Gerico la disposizione delle masse è troppo
regolare per interessare la fantasia, ma nell'incontro di Saba e Salomone (fig. 12) le schiere
si succedono con tanto calcolo da interessare il senso estetico non più di una parata mi-
litare. Uguale pedanteria e uguale manierismo ritroviamo d'altronde nel bassorilievo prin-
Fig. 14. — Ghiberti : S. Malico. Fig. 15. — Ghiberti : S. Stefano.
Fireniel Or San Michele. Firenze, Or San Michele.
(Fot. Brogi). (Fot. Brogi).
cipale dell'arca di S. Zanobi (1439-1446). ho studio, il calcolo, il desiderio di strafare ave-
vano attenuato l'attività creatrice.
Nelle scene, come nelle figure isolate. Si confronti con l'evangelista Giovanni (fig. 7)
della prima porta una statuetta decorativa della seconda (fig. 13); non c'è bisogno di com-
menti: è la sostituzione di un manierismo corretto e decoroso alla creazione del genio.
Parimenti nelle statue di Or San Michele: il S. Matteo è del 1422 (fig. 14), e il S. Stefano
è del 1428 (fig. 15). Non mi so dar pace come la tradizione critica esalti il S. Stefano sul
S. Matteo. TI S. Stefano non è che abile elegante manierismo. TI S. Matteo è una visione
radiosa. Appunto: tra il 1422 e il 1428 era avvenuta la crisi.
Dalle considerazioni precedenti risulterebbe dunque che il Ghiberti della prima porta
fu grande come artista e che il Ghiberti della seconda porta fu grande come artefice.
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facile ritrovare nel sacrificio d'Isacco un'enfasi retorica ignota al saggio pel concorso. È
stato già notato come la scena relativa a Davide e Golia (fig. 11) sia molto confusa, ed è
facile rilevarne l'affinità spirituale col manierismo dell'ultimo Cinquecento. In tnli condi-
zioni anche un ingegno così accorto e così pronto come il Ghiberti non poteva non ca-
dere nella pedanteria: già nella Distruzione di Gerico la disposizione delle masse è troppo
regolare per interessare la fantasia, ma nell'incontro di Saba e Salomone (fig. 12) le schiere
si succedono con tanto calcolo da interessare il senso estetico non più di una parata mi-
litare. Uguale pedanteria e uguale manierismo ritroviamo d'altronde nel bassorilievo prin-
Fig. 14. — Ghiberti : S. Malico. Fig. 15. — Ghiberti : S. Stefano.
Fireniel Or San Michele. Firenze, Or San Michele.
(Fot. Brogi). (Fot. Brogi).
cipale dell'arca di S. Zanobi (1439-1446). ho studio, il calcolo, il desiderio di strafare ave-
vano attenuato l'attività creatrice.
Nelle scene, come nelle figure isolate. Si confronti con l'evangelista Giovanni (fig. 7)
della prima porta una statuetta decorativa della seconda (fig. 13); non c'è bisogno di com-
menti: è la sostituzione di un manierismo corretto e decoroso alla creazione del genio.
Parimenti nelle statue di Or San Michele: il S. Matteo è del 1422 (fig. 14), e il S. Stefano
è del 1428 (fig. 15). Non mi so dar pace come la tradizione critica esalti il S. Stefano sul
S. Matteo. TI S. Stefano non è che abile elegante manierismo. TI S. Matteo è una visione
radiosa. Appunto: tra il 1422 e il 1428 era avvenuta la crisi.
Dalle considerazioni precedenti risulterebbe dunque che il Ghiberti della prima porta
fu grande come artista e che il Ghiberti della seconda porta fu grande come artefice.