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BULLETTINO ARCHEOLOGICO NAPOLETANO.

N.° XLV (io dell'anno III) — i Maggio i845.

Gli articoli, che non hanno alcuna sottoscrizione, sono dell'editore cav. Francesco M. Avellino,

Argo bijronte, dipinto di un vaso di Puglia — Descrizione di alcuni vasi dipinti della collezione Jatta

in Napoli (continuazione dell' articolo inserito nel num. XL1I).

Argo bifronte , dipinto di un vaso di Puglia.

Compariscono talvolta monumenti importantissimi , i
quali vengono egregiamente a provare che V archeolo-
gia dà non lieve ajuto alla filologia , facendo compren-
dere esattamente que' luoghi degli antichi scrittori, de'
quali era dubbia la intelligenza.

Questa verità proclamata non di rado dagli archeo-
logi , trova ora un bello appoggio nel vasculario dipin-
to , di cui presentiamo la incisione nella tav. IV an. Ili
di questo ballettino. Vedesi questo in una campana pu-
gliese a figure rosse in fondo nero , di circa un palmo
di altezza , appartenente al sig. Raffaele Barone.

Scorgesi nel mezzo Argo bifronte : una delle facce è
barbata , 1' altra imberbe. Un petaso ne covre la testa :
tien gettata in dosso una pelle di animale. Il suo corpo
è tutto pieno di occhi. Il mostro è in concitato movimen-
to elevando colla destra una clava a percuotere Io vesti-
ta di lieve tunica , che a lui si volge paurosa colle brac-
cia aperte. Ha costei una corona radiata , che in origi-
ne esser dovea bianca , e tra' capelli uscir si mira di lato
un corno bovino , non apparendo V altro che s'immagi-
na esistere dall' altro lato. Dall' altra parte è il barbato
Mercurio con pileo viatorio , corta tunica , e clamide al
di sopra , il quale trattiene colla sinistra il sollevato
braccio di Argo , e stringe nella destra la spada ignu-
da quasi per trafiggerlo : ha i calzari, e nessuno indizio
di ali vi si scorge. Dall' altra faccia del vaso son tre
efebi nel pallio , e nel campo alcuni oggetti.

Assai interessante si è la figura di Argo presentato
come bifronte. Già sapevamo che Argo nel poema detto
Aegimius veniva presentato Tg'rpatfiy òq$otXfÀQi<5tv òocb-
psvos sv^r* koci ev^ot : vedi il Lobeck Aglaoph. pag.
491 , e questo bulletlino pag. 24-25. Il eh. sig. V&>

ANNO III,

nofka acutamente conghietlurò che 1' Argo in quel poe-
ma indicato esser dove* bifronte con due occhi ncl-
1' una faccia , e due nella opposta ( Argus Panoptes
pag.7 e 34). E così comparve in un vaso a figure nere,
di cui si dà notizia nel bulletlino dell'istillilo i83g
p. 21 ; ove Argo presenta due facce barbale : il che mi
vien confermato dal eh. sig. cav. Gargallo, il quale nel
suo ultimo viaggio in Roma osservò il vaso nel magaz-
zino del sig. Basseggio.

Il vaso del sig. Jatta , di cui parlammo di sopra
pag. 42 e segg., diede occasione a coloro che lo illu-
strarono , e specialmente al sig. cav. Avellino di crede-
re che la tetrade di occhi, di cui è parola , venisse
indicala da' quattro occhi che veggonsi situali ev^roc vut"
gy^T* , cioè 1' uno sulla mammella destra , X altro sulla
sinistra , il terzo sulla destra coscia , e 1' ultimo sulla
sinistra : vedi questo bulletlino pag.23. Il monumento,
che tanto felicemente ci è capitalo sott'occhio , ed il
vaso del sig. Basseggio confermano la idea del eh. Pa-
nofka, offrendoci appunto una figura bifronte. Al qual
proposito parmi da ricordare un importante luogo dì
Macrobio, il quale ci presenta Argo con occhi intorno al
capo quem ferunt per ambitimi capitis multorum ocu~
lorum luminibus ornatum (Salurn. Ijb.I cap.19). Ma
niun artista farebbe uscir gli occhi di mezzo a'capelli.
Adunque il citato luogo di Macrobio si attacca alla tra-
dizione dell'Argo bifronte, che vede dall'una e dall'altra
parte del capo, perchè ha due facce : e dell' istessa ma-
niera dobbiam credere che non segui esattamente Ovidio
le antiche tradizioni, 0 diè libero campo alla sua fan-
tasia , quando descrisse il custode d' Io col capo circon-
dato da cento occhi (metam. I v. 62 5). Dalle cose det-
te rilevasi che ben fu paragonalo Argo a Fanele , ed
entrambi al leokvó^Cf^fÀOS Osiride: vedi Creuzer sym-

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