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Ma non basterebbero tulle queste somiglianze ed ana- I p. 166 tav. V. n. 9), in cui l' Eckhel ravvisa un can-

Iogie , se pure il nome non venisse a confermarle. Ec- giamcnlo assai tardi effetluifo del bifronte romano, che

co dunque che ricavasi da ciò che dice Proclo , esser egli credeva sempre effigiato con ambe le facce barbate

Fanete negli orfici carmi appellalo (doctr. voi. V pag. 21^) ; e quasi mette in dubbio

Bpópids ts pèyxs mi Zeus ó nANOIITHS. 1' autorità del Pellerin (doctr. voi. VII p.%7). All' in-

(in Tini. II, 102). Yeggasi pertanto il cb. sig. dottor contro il celebre Miiller crede sia una imitazione de' dop-

Jabn archàeol. Aufs. pag. i3i. pii ermi de1 Greci (Jlancl. der arck. § 4-i5 not. 2).

Ma se sfanno le cose finora dette, e se la idea del Ma pare anzi questa medaglia consentanea alle idee
bifronte riferibile alle orfiche antichissime dottrine trovia- dell'antichità sopra Giano. Ed in vero ancorché nella
mo confermata specchiatamente dal nostro vaso , dee numismatica romana il bifronte è quasi sempre con am-
dirsi che Ovidio troppo precipitosamente asserisse di Giano he le facce barbate , pure non è da tacere che con due
parlando : Namtibipar nullum Graecia numeri habel facce imberbi si mira sulle monete della famiglia Fou-
(fast.l, 90).Viene dunque il monumento,che presenlia- tcja (Riccio n. 1 tav. XX), della Sempronia (n. 2. tav,
mo, di unita al vaso del sig.Basseggio, ad aprire il velo LXIV), nella sextula di oro (tav. LXV1I n. 5-7) , ed
che covriva una parte dell'antica religione,mal nota finan- in monete di fabbrica campana (tav. LXXXI, n. i-3).
che ad uno scrittore, che visse tanti secoli innanzi a noi. E tutte queste son da paragonarsi con altra inedita me-
Giano non è più da riputarsi una divinità tutta ita- daglia del real gabinetto di Parigi, la quale è di Biton-
lica. Essa trae la origine dalie più antiche elleniche to (?) e presenta un bifronte d'ambe le facce imberbe,
religioni, e vera dee ormai sembrare la idea del Viscon- Dobbiamo questa notizia al eh. sig. Raoul-Rochetle , il
ti, il quale nel luogo più volte rammentato sostenne quale saggiamente osserva che quel tipo mettea le ra-
esser l'italico Giano identico a Fanete. E che disccndes- dici nella religione degli antichi popoli { journal dea sa-
se quella divinità da straniero culto ammise ancora il vants 18.Ì0 pag. 726). Ricordiamo ancora le monete di
Boettiger (Kunstmythol. pag. 24.7 segg.). Yeggasi il Volaterra, ove il bifronte comparisce imberbe, e munito
dott. Creuzer {Symbol, voi. Ili pag. 585 segg.). Noi di pileo (Inghirami mon.elr.lom.Ili p.22); la quale ul-
qui osserveremo brevemente che identica n'è la signifi- tiraa circostanza lo ravvicina all'Argo del nostro vaso,
cazione, del pari che le forme, al greco Fanete. La so- Oltre di che lo stesso Giano con ambe le facce bar-
lare significazione dì Giano è messa fuor di dubbio dal bate trova un confronto nell'Argo del vaso a figure nere
Vossio (de ìdololatr. lib. II cap. XYI) , dal Boettiger sopra citato. Or se Argo , come Fanete , potè figurarsi
nel citato luogo, e dal Creuzer (symb. voi. Ili p. 092). ne' due differenti modi nella greca arte , non dee recar
Macrobio ne spiegava le due facce » Ianum bijrontcm maraviglia che nella medesima intelligenza comparisse
fingi , ait, quasi superimi aique inferumjanitorcm Giano in varii modi effigialo ne' romani monumenti.
(Saturn. I cap. 9). Più risalta il confronto tra queste Questo rapporto di Giano con Fanete , che noi rav-
due divinità da' versi del poeta Settimio riferiti da Te- visammo sulle monete di Palermo,può di esse farci spie-
renziano Mauro (de metr. p.2^2^ Putsch.),ove a Giano gare il tipo. Presso al bifronte vedesi un ariete , e note-
si atlribuiscono le stesse qualità che all'orfico Fanete com- vole ci sembra richiamare quello, di cui no avverte il
petono. Tra esse è notevole pel nostro proposito il dir- sommo Marini, che i sagrifìzii di un ariete faceansi da-
si » lane pater , lane tuens , dive biceps , biformis. gli Arvali solo lano Patri, ed a Marte (Arvali p.366).

Si fa ivi una distinzione tra biceps , e biformis. Or Trovo pubblicata nell' opera del dottissimo Creuzer

se biceps dinota l'aver due facce, 1' altro epiteto bifor- una gemma di Chio , che rappresenta una doppia testa

ntis allude all' aver 1' una dall' altra diversa , cioè bar- di Pan, e di Sileno, sulla prima delle quali è un astro,

bata ed imberbe : sicché nel culto de' Romani eravi an- sulla seconda una luna crescente ( voi. IV pag. 217 ,

cora il biforme Giano. E tale in fatti comparisce indi- vedi la corrispondente tav. I num. 2). E notevole qne-

cato dal nome in una medaglia di Gallieno (Pellerin mei. sto rapporto astronomico , di cui parla a lungo Io stesso
 
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