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Bullettino archeologico Napoletano — N.S.5.1856-1857

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Nr. 112 (Marzo 1857)
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https://doi.org/10.11588/diglit.12304#0114
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— 106 —

cevono buona spiegazione sul supposto che si riferi-
scano al vanto domestico del poeta tragico C. Titio
(Bull. ardi. 1845 p. 187). Ora pertanto mi giovi
confortare la proposta congettura con qualche altro
nuovo riscontro.

La celebrità del comico Latino Sesto Turpilio in
Roma ne viene attestata da Cicerone, che allega al-
cuni versi delle di lui commedie intitolate Demiurgo
e Leucadia (Tuscul. Disp. IV, 34; ad Fam. IX, 22),
senza nominarne 1' autore , perchè ben noto a (ulti.
Altre dodici di lui commedie trovansi memorate dagli
scrittori antichi ( Forcell. in ind. Scriptor.). Volcalio
Sedigito (ap. A. Geli. XV, 24) concedeva a Turpilio
la VII palma, e Io ponea vicino a Terentio : in sexto
sequilur hoc loco Terenlius; Turpillius septimum, Tra-
bca oclavum obline!.

Il tipo della Sirena tenente le doppie tibie, che so-
levano accompagnare la recita delle commedie , può
indicare la soavità del verso di Sesto Turpilio , che
meritalo fosse del titolo di novella Sirena del par che
tanti altri poeti ed oratori antichi. Per simile modo
Sofocle fu detto v/oc %stpr\v ( Pausan. I, 21, 2), Mo-
nandro Ss/pr,v Ssotrpwv ( Corp. Inscr. Gr. a. 6083 ),
e Valerio Catone Latina Siren, qui solus legit el facit
poèlas (Sueton. de Grammat. XI). Una Sirena vedo-
vasi effigiata in sulla stela sepolcrale di Isocrate (Plu-
tarch. vitae X Orator. c. IV ) ; e Petronia Musa vien
delta Ss/pV nel cippo suo sepolcrale ornato del bu-
sto di lei e di due cetre ( C. I. Gr. a. 6261 ). La Si-
rena pertanto, e la cetra altresì, delle monete di Tur-
piliano verisimilmente appellano al merito ed alla soa-
vità del poeta comico Sesto Turpilio ; tanto più che
Talia, Musa della commedia, ha la cetra nell'apoteosi
di Omero (Visconti, mus. Pio-Cl. t. I (av. 18).

Il Pegaso è simbolo proprio ed evidente del valor
poetico in genere, come chiaro si pare anche dal ri-
scontro delle analoghe monete di Q. Tilio. La testa
di Bacco, o Libero o Libera che dirsi voglia, viepiù
strettamente si connette con la commedia ad esso lui
sacra : e così pure la figura di Pan tenente la siringa
ed il pedo, che trovasi dato anche a Talia Musa della
commedia (Pilt. d'Ercol. t. II, tav. 3 ;mus. Pio-Cl. t.
I tav. 18). Ciò peraltro non toglie, che Pan capripe-

de riferir non si possa tutto insieme al Lupcrcal, fsfò/
Umos restaurato da Augusto ( C. I. Gr. n. 4040
col. VII ), come allra volta congetturai {Ragguaglio
de' ripostigli p. 10).

Or mi rimane a parlare del tipo astruso della se-
guente moneta, che finora deluse tutti gli sforzi dei
numografi.

CAESAR AVGVSTVS, Testa nuda d'Augusto.
)( P • PETRON • III • V1R. Figura virile imberbe ignu-
da sedente a terra sopra una pelle d' animale, o pan-
no affaldalo che sia, con li d. abbandonata sopra le
coscie, e col gomito s. appoggialo al ginocchio in allo
di sostentarsi con la palma della mano il mento; e con
due tibie capovolte di mezzo alle sue gambe.

In questo rarissimo denario, edito primamente dal
Patin, il Vaillant, ingannalo dal cattivo disegno, volle
ravvisare la Spagna Cantabrica debellala e sedente
mesta, con coniglio e con due giavellotti dappresso.
L' Havercampo , trasformando le due tibie in due
marre, suppose così rappresentala la tranquillità con
cui le colonie Romane dell' Asia coltivar potevano
secure le loro terre. Io pure m' immaginai che sia
così figurato uno di que' meschini naviganti, che re-
stavano incantati dalle Sirene , e che i due oggetti in
questione siano due remi capovolti ( Saggio p. 185 ).
Il eh. Riccio da prima vi ravvisò una figura ignuda
sedente a terra in alto di mestizia, e si rimase in dub-
bio tra la mia congettura e quella del Vaillant; e po-
scia ( Calai delle sue monete cons. ) la disse figura del
dio Pan giovine diademato sedente per terra con due
tibie davanti. Il eh. Borghesi, osservando il calco fe-
dele di quell' insigne denario datone dal Riccio col
metodo elettromagnetico, così gli scrivea nel giugno
dello scorso anno 1856 (v. Riccio, primo suppl. al
calai pag. VI ) : « ora però che consta aver ella ( la
figura sedente ) la faccia imberbe, e le gambe umane,
e non caprine, mi resta assai dubbioso se anch' essa
possa rappresentare un Pane, ancorché giovane». Il
eh. signor Cohen Dell' insigne recente sua descri-
zione delle monete consolari( Paris, 1857), forse se-
guendo il Riccio , lo dice Pan nudo sedente. Sì nel
calco del eh. Riccio, come nel disegno assai accurato
del Cohen (e a quel che pare anche in quello del
 
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