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Bullettino archeologico Napoletano — N.S.5.1856-1857

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Nr. 120 (Luglio 1857)
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https://doi.org/10.11588/diglit.12304#0184
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no, Orra, fiali Appulo, Lucerà, c Venosa ; che la lib-
bra usarono le città sul Tirreno, dopo 1' Elruriaedil
Lazio : confermando questa teoria già da altri numis-
matici sostenuta.

Dopo le quali cose conchiude l'a. colle seguenti
parole.

« Dalle cose esposte, se 1' amor proprio non ci fa
» velo all' intelletto, sembra potersi conchiudere, che
» la N, che trovasi sulle monete di Venosa e diTiali
» di gran modulo coniale, debba esser dichiarata per
» Nummus ; che questo rappresentò la litra monetale
» di rame ; che fu divisibile in 10 unità denominate
» once ; che l'una o le due I, che veggonsi seguire la
» N nelle monete di Venosa, sono note numerali in-
» dicanti il semplice ed il doppio nummo ; che il num-
» mo fu eguale al sesterzio sì allorché questo fu di
» argento, come quando divenne di rame ; conseguen-
» temente che debbasi stabilire in quest'ultimo tempo
» l'età di tali monete di Venosa, e di Tiati. Delermi-
» nare questo tempo sarà il soggetto di altro nostro
» ragionamento ».

Non vogliamo intanto omettere 1' avvertenza, che
la spiegazione di quella sigla nelle medaglie di Venosa
era stala primamente proposta molti anni fa dal eh.
Cavedoni, sebbene con poche e modeste parole espri-
messe quella sua conghiettura ( bullclt. arch. nap. an.
II. della prima serie pag. 104, Luglio del 1844).

10. Estremo ufficio reso dal municipio pompeiano al
duumviro Scauro, con cacce e giuochi gladiatorii: del
cav. Giovanni Battista Finali: pag. 355-381, con due
tavole incise in rame.

Soggetto di questa memoria è la nobilissima tomba
del duumviro Scauro in Pompei, adorna di moltis-
simi bassorilievi di stucco. Il eh. a. comincia dall'adot-
tare con lode la importante scoperta del Mommsen ,
che riunendo un piccolo frammento alla mancante
epigrafe di quel monumento, dimostrò che non Fa-
bricio nè Caslricio appellavasi quel magistrato , ma
sihbene A. Umbricio (Mommsen n. 2339).

La tomba di Scauro era ampiamente fregiata di
stucchi ora miseramente perduti: e 1' a. ne presenta

i disegni eseguiti da Francesco Morelli, quando il mo-
uumenlo era nella sua integrità.

L'a. prendendone argomento dal soggetto de'bas-
sirilievi, offre un rapido cenno della isìituzione e del-
l'uso de' giuochi gladiatorii ; che furono sovente ado-
perati ne'funerali. La quale funebre destinazione dei
ludi e delle venationcs rilevasi benanche nel monu-
mento , di cui è parola.

Nella illustrazione de'bassirilievi l'a. fa notare ta-
lune varietà fra'disegni del Morelli, e le descrizioni
riferite da altri : delle quali tralasciamo il giudizio,
proponendoci d'investigare la rispettiva esattezza delle
pubblicazioni e delle descrizioni.

Un deltino ed una Vittoria da ali ri descritti, seb-
bene non si osservino nel disegno del Morelli , sono
riportati dall' a. alle idee mistiche e funebri, come in
allusione al passaggio delle anime per le marine on-
de, ed alla vittoria dopo la pugna della mortale vita.

Noi non seguiremo il eh. autore nella dichiarazio-
ne de'varii gruppi, e delle varie pugne tra uomini e
fiere, ovvero de' gladiatori fra loro. Sarà meglio ri-
correre al lavoro stesso del cav. Finali ; tanto più che
quegli stucchi formarono il soggetto di precedenti pub-
blicazioni. Noterò soltanto che 1' a. sottopone a no-
velle investigazioni le epigrafi, che si leggevano nel
monumento di Scauro; e fallo "l'esame delle varie
opinioni emesse sulle medesime, ne propone una dif-
ferente interpretazione, che noi qui riportiamo colle
sue stesse parole : Nel supremo funerale [reso a Scau-
ro) da Amplialo figlio di Quinto (impresario de giuo-
chi gladiatorii ) pugnò Bcbrice vincitore in altri XV
combattimenti, Nobiliare in altri XII, • • • in XV ,
• • • in IV, • • ■ Mi • v • ib in XXXIV mette a mor-
te • • • su? già vincitore in XV spettacoli dopo essere
stalo graziato in altro combattimento. Ippolito vitto-
rioso in altre XV pugne uccide Caio pur vincitore
altre volte. Nitimo che aveva già riportate XV vittorie
risparmia V avversario • • ■ missus, cioè graziato.

L'a. chiude il suo lavoro coli'osservare come il
così detto Quartiere de' Soldati in Pompei altro non
debba riputarsi che una Schola gladiatoria ; della quale
opinione allega non poche dimostrazioni. Noi riman-
diamo a quello che nel medesimo senso fu dottamente
disputalo dal eh. Garrucci in questo medesimo bui-
lettino ( an. I pag. 98 segg. ) ; giacché ci sembra che
quella verità sia stata ivi pienamente ed evidentemente
dimostrata.

(continua) Minervino

Giulio Minebvini — Editore.

Tipografia di Giuseppe Cataneo.
 
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