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Notazione Francese ed Inglese a rigo. 515-519. Tav. 91 a b. (Vatic. 3324. Ottob. 138. Barber. stamp., M. V. 23. Vatic. 4756. 598) 155

N° 515. Vatic. 3324, ff. ii4r, ii4v.

Per la descrizione del ms., vedi N° 255.

Uno scriba del sec. xm inserì nel f. 114r la sequenza « Salve mater salva -
toris » (Kehrein, N° 248) colla melodia su rigo di quattro 11. rosse ; chiavi, c o g;
bemolle nel corso del rigo.

Le note somigliano quelle della tav. 49; si notino il pes a 9 e la fi. lìq. 7 ; sembra
che la vir. e il puri, abbiano lo stesso valore, p. e., le quattro note c, b, a, G per
« Salve decus », v. 4, 1.1, sono vir.pun. vir.pun., mentre quelle per le prime quattro
sili, di « Virtus temperancie » nell'antistrophe sono quattro vir.

Un altro scriba, pure del sec. xm, inserì nel f. 114" la melodia del 1?. «Con-
gregati sunt deus » su rigo di quattro 11. nere; chiavi, c e F; bemolle e bedurum nel
corso del rigo. Le note sono molto differenti: vir. B 1, Q 1 ; pes d 4; pes fi. b 10;
fi. Q 2 ; fi. resup. c 4, g 2 ; clini. Gó;fl. liq. cf. 10.

Nel margine di questo f. sono inserite le sillabe reut re famisol mifamire, ecc.,
pel principio della melodia, ma non corrispondono esattamente colle note.

N° 516. Ottob. 138, ff.ir, 6r.

Copia (sec. xm) del trattato di S. Bernardo Super Cantica Canticorum. Nei
ff. lr, 6r, si trovano due sequenze: « O quam dulcis illa vita» (A. H., XXXVII, 96,
p. 92), e « Veni sancte spiritus » (Kehrein, N° 125) dello stesso tempo. Rigo di 4 11.
nere; chiave, F o c; guida, pes angoloso ; piccole sbarre.

Le note sono quadrate; vtr. e putì, hanno la medesima forma, Q 2 e Q 4; clini.
Q 10 e Q 17 ; ceph. (vir. liq. A 5).

N° 517. Barber. Stamp., M. V. 23.

Nella legatura sono inserite due strisce di Breviario francese del sec. xm ;
un rigo rosso fu scritto per una melodia che non venne inserita. Cf. N° 532.

N° 518. Tav. 97» Vatic. 4756, f. iogv. 1

Ff. 363; 145x100 mm., 2 coli., 40 lin. (ff. 41-52, 1 col., lin. 35;
ff. 266v-268v, 1 col., 11. var.). A10 B2 C8 D2 E4 | F12 | G-S10 T8"U-Z
a-c10 d8 e10 | f-n10 o1 | p10 a4.

Parte invernale di un Breviario di Chartres [nel Calendario: xvi kal.
Nov. <c Dedicatio ecclesiae S. Mariae Carnotensis », ecc.], scritto tra la
prima traslazione di S. Aniano, vescovo di Chartres, 7 Die. 1136 {mano
prima nel Calend.) e la seconda traslazione, 10 Giugno 1264 ' il cui ufficio,
«in festo estiuali beati Aniani » è aggiunto nel f. 2Ó6V da uno scriba
posteriore. [I quaderni b, d, f (cioè i ff. 11-22, 31, 32, 41-52) furono
aggiunti dopo il 1313; cf. la canonizzazione di S. Celestino papa, f. 50r ; il
contenuto dei ff. 2Ó6Y-2 68V, 357V-359V fu inserito dopo il 1325, quando la
festa del Corpus Christi fu introdotta a ChartresJ. 3

Il f. I09T (tav. 97«) contiene parte dell'ufficio mattutinale in octabis
domini, dal secondo 1$. [«O regem celi... contfjnet mundum » 4 sino alla
prima lezione del secondo Notturno.

Tutte le parti cantabili (compreso il principio di ogni Salmo e il
tono salmodico) sono musicate, salvo l'ufficio di S. Tommaso di Canter-
bury nei ff. io2v-io7v, e parte dell'ufficio della domenica della Trinità,
ff. 25ir-2531"; l'esemplare fu probabilmente quello scritto prima dell'ult.
quarto del sec. xn.

Il rigo è quello comunemente adoperato a Chartres (cfr. P. M.,
tavv. XXX, XXXI), cioè di quattro 11., quella di F verde, quella di c
di giallo molto leggero, ora quas' invisibile. Parecchi righi non hanno

chiavi e le usate sono c o F, questa di forma proprio strana e segnata
soltanto quando v'é una linea gialla per c sotto di essa ; il bemolle è usato
nel corso di un rigo; manca la guida.

La caratteristica principale della notazione di Chartres, come qui si
vede e nella tav. XXX della P. M. che è quasi dello stesso tempo e
molto simile di carattere, consiste nel piegare alquanto in giù certi tratti
che ordinariamente sono orizzontali, come p. e. la sommità della vir., C 12,
il membro superiore del pes, a 9, il primo membro del clim. Q 14* e il
membro inferiore sia della fi., b 9, o, più rotonda, c 5, ovvero col secondo
membro ripiegato indietro, sia del pes fi. b 15*. Pun. F 5 ; scan. c io;
fi. resup. b 6.

Ifor. a forma di vir. (cf. D 6*) è usato di frequente ; esso alle volte
è separato dal neuma precedente (cf. c. 1, r. 2 e il passo simile nella tav. 35 a,
ovvero c. 2, r. 8 «eam»), alle volte è ad esso congiunto, p. e., c. i,r. 1,
prima sili, di « mundum >.

Di forme liquescenti v'è il pes fi., E 2*,c. 2, r. 5, prima sili, di « forma > ;
clim., c. 1, r. penult., ult. neuma.

F. 360v, nel sec. xiv, o fors'anche più tardi erano scarabocchiate ; (a) note senza
parole su rigo di quattro 11. a inchiostro con chiave F; (b) un seguito di pun. ;
(c) note quadre come vir. Q 9, pes fi., fi. resup. Q 11, e clim. Q 13.

N° 519. Tav. 97 £ Vatic. 598, f. 62v. 5

Ff. 66; 193 x 140 mm., 2 coli., 11. 40. A-E10 FG8.

Copia dei Dialoghi di S. Gregorio fatta nel sec. xm ; il manoscritto
alla fine, ff. 6iv-66v, è riempiuto col Te Deum, con tre Salve festa dies per
la Pasqua, Ascensione, Pentecoste e con Ant. processionali per le Roga-
zioni; il f. 62v (tav. 97b) ha il principio del Salve festa dies di Pasqua;
A. ff., L, p. 79. 6

Questi ff. hanno le melodie su 9 righi (2 coli.); il rigo è di 4 11. nere
con chiavi c o F (per la forma della F, vedi la tav., dove essa ha una
lunga verticale che parte dalla fine della sbarra inferiore). La guida è
una vir. rovesciata.

La collocazione di questa tav. lascia dei dubbi : ( 1 ) quanto al sapere
se non forse dovesse mettersi tra le tavv. che presentano pure note qua-
drate; ma l'uso costante e accurato di alcune forme liquescenti come la
vir., il pes e ì\ pes fi. e l'incontro dellW. in forma di losanga, D 10*, p. e.
c. 2, r. 2, prima sili, di « proienies » e in forma quadrata, r. 5, prima sili,
di « redimeres » sembrano metterne la notazione nella categoria dei punti
legati; (2) quanto alla nazionalità; non vi sono segni di provenienza nel
corpus libri, e la scrittura non può essere localizzata, ma il « Salve festa
dies > si trova molto di rado nei « liturgica » italiani e le varianti della
melodia, specie il G per \'a nella prima sili, di « astra », c. 1, r. 3, il Ga per
l'ult, sili, di t triumphanti >, c. 1, r. 4, ecc., e YFC per la prima sili, di
«Christo»,c. 1, r. 5, ecc., sono così spiccatamente francesi, che la tav.
ci sembra ben fatto di metterla nella Sezione francese.

La notazione probabilmente è di pochissimo posteriore alla scrittura
del testo ed è d'inchiostro più nero ; ma le 11. rosse che servono a divi-
dere le due colonne, scritte dopo le chiavi, sono probabilmente di mano
del rubricator.

In parecchi neumi la linea verticale è tracciata trascuratamente e
passa al disopra e al disotto del pun. cui va unita senza un significato

' Ehrensberger, p.22i.

2 Ci. Anal. Boll., VII, 321.

3 II ms. in seguito appartenne a « messer Philibert (?) leblont chapelain en l'eglise
de Meux », f. 357'.

4 II % col s'incontra anche nel N° aoo (tav. 35rt). Si noti la variante nel manoscritto

« nubibus tonat » per « celis regnat ». Il ms. nel dopo « expavi » non aggiunge come nella
tav.35a, edHartker : «in medio duorum animalium».

5 Vattasso, p. 443.

6 Per altre versioni della melodia, vedi Wagner, Neumenkunde, p.242; Manuale
(Solesmes) 1906, p. 149; Processionale (Solesmes) 1888, p.73; 1893, p. 62.

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