ARCHEOLOGICA COMUNALE
105
lettera è indubitatamente S, la seconda forse I oppure T, la terza
essendo molto danneggiata è dubbia, ha però qualche somiglianza
con A; segue una R che potrebbe però essere anche una B, poi
S, D, Q, quindi forse una M, finalmente Gr.
c) Hallex.
86.
Sul collo ed il nascimento del ventre d'un'anfora della
singolarissima forma 1 è scritto in rosso
H /L 3"4 cent-
t Vir- ''Tav. XVIII n. 12
Nella parte opposta rimangono le seguenti poche traccie di
alcuni segni dipinti in rosso
(Tav. XVIII n. 12a)
L'anfora conteneva con somma probabilità quella specie di
salamoia chiamata halec o hallex 1 (anche alee, allec), che in ori-
gine era una qualità inferiore di garo o di muria e che veniva
preparata ex inutili piscìculo, come afferma Plinio (nat. hist.
XXXI § 95) e come leggesi presso Isidoro (orig. XII, 6, 39):
Halec2 pisciculus ad liquorem salsamentorum idoneus; col
tempo però se ne perfezionò la fabbricazione, dimodoché transiit
deinde in luxuriam creveruntque genera ad infinitum (Plin. Le).
Una di queste molte qualità era probabilmente indicata nella
seconda riga della nostra iscrizione. Si riconosce che quivi erano
tre lettere, delle quali solo l'ultima, una C seguita da un punto,
1 Cf. Bull. deWIstil. 1877 pag. 169.
2 Allec la maggior parte dei codici.
105
lettera è indubitatamente S, la seconda forse I oppure T, la terza
essendo molto danneggiata è dubbia, ha però qualche somiglianza
con A; segue una R che potrebbe però essere anche una B, poi
S, D, Q, quindi forse una M, finalmente Gr.
c) Hallex.
86.
Sul collo ed il nascimento del ventre d'un'anfora della
singolarissima forma 1 è scritto in rosso
H /L 3"4 cent-
t Vir- ''Tav. XVIII n. 12
Nella parte opposta rimangono le seguenti poche traccie di
alcuni segni dipinti in rosso
(Tav. XVIII n. 12a)
L'anfora conteneva con somma probabilità quella specie di
salamoia chiamata halec o hallex 1 (anche alee, allec), che in ori-
gine era una qualità inferiore di garo o di muria e che veniva
preparata ex inutili piscìculo, come afferma Plinio (nat. hist.
XXXI § 95) e come leggesi presso Isidoro (orig. XII, 6, 39):
Halec2 pisciculus ad liquorem salsamentorum idoneus; col
tempo però se ne perfezionò la fabbricazione, dimodoché transiit
deinde in luxuriam creveruntque genera ad infinitum (Plin. Le).
Una di queste molte qualità era probabilmente indicata nella
seconda riga della nostra iscrizione. Si riconosce che quivi erano
tre lettere, delle quali solo l'ultima, una C seguita da un punto,
1 Cf. Bull. deWIstil. 1877 pag. 169.
2 Allec la maggior parte dei codici.