e supplementi alla serie dei Curatores Tiberis ecc.
48
Se Augusto, adunque, fu autore della cura Tiberis, come
Suetonio attesta e come, nel parer mio, attestano i cippi termi-
nali del suo tempo ('), esaminiamo come ciò sia conciliabile con
le testimonianze di Tacito e Dione le quali, apparentemente, vi
contraddicono. L'amministrazione del Tevere, istituita da Augusto,
non doveva procedere in maniera affatto soddisfacente, poiché, nel-
l'anno 15 d. Cr.j in seguito ad una grave piena del Tevere, Ti-
berio e il Senato furono costretti ad affidare remedium coercendi
fluminis ad Ateio Capitone, allora curator aquarum, e a L.
Arrunzio consolare (2). Ora che l'intervento del curatore delle
acque nelle cose del Tevere sia inconcepibile, quando, già, a sor-
vegliare il corso del fiume, Augusto avesse istituito uno speciale
ufficio, come sostiene il Mommsen (3), mi parve, da principio,
e sarebbe un argomento incontrovertibile, se Ateio Capitone ed
Arrunzio avessero formato una commissione straordinaria : ma io
non esito, invece, a ritenere che quei due consolari, nominati da
Tacito, erano, nè più, nè meno, che i curatores Tiberis di quel-
l'anno 15 in cui avvenne la piena del fiume. Nè mi si opponga
che Ateio Capitone, curator aquarum, non avrebbe potuto es-
sere, nello stesso tempo, curator Tiberis, poiché se il cumulo
di una magistratura e di una quasimagistratura era lecito sotto
(!) Che Augusto e non Tiberio sia autore della cura Tiberis è, apo-
ditticamente, sostenuto dal Preller, Rom und der Tiber (Bachiseli. Berichte
II[1848J, 142-143) e da 0. Gilbert nella sua bolla Gesch. und Top. der Stadt.
Rom i. a., Ili, 289 n.4; 290, n. 1, e mi pare anche dal Richter, Topogra-
phie, p. 43, n. 4 ; così pure dal Gregorovius {Inondazioni del Tevere, [trad.
it. di R. Ambrosi] Roma, 1877, p. 9) sebbene con qualche inesattezza; e
dal Carcani, Il Tevere e le sue inondazioni, Roma 1875, p. 64-65.
(?) Taciti, Ann. I, 76. Il Mommsen (C. I, p. 180) ritiene che L. Ar-
runzio sia stato il secondo dei tre curatores aquarum nell' anno 15 ; ma,
secondo me, a torto, poiché gli adiutores, dei quali parla Frontino, de aq. 99,
erano di una categoria senatoria inferiore (praetorii, pedarii) a quella più
alta dei consolari cui apparteneva il capo del collegio e quindi L. Arrunzio
che, nel 759/6, era stato console, non poteva, come consolare, essere adiutor
nell'anno 15. Cf. De Ruggiero, 1. c. p. 549.
(3) C. I, p. 180.
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Se Augusto, adunque, fu autore della cura Tiberis, come
Suetonio attesta e come, nel parer mio, attestano i cippi termi-
nali del suo tempo ('), esaminiamo come ciò sia conciliabile con
le testimonianze di Tacito e Dione le quali, apparentemente, vi
contraddicono. L'amministrazione del Tevere, istituita da Augusto,
non doveva procedere in maniera affatto soddisfacente, poiché, nel-
l'anno 15 d. Cr.j in seguito ad una grave piena del Tevere, Ti-
berio e il Senato furono costretti ad affidare remedium coercendi
fluminis ad Ateio Capitone, allora curator aquarum, e a L.
Arrunzio consolare (2). Ora che l'intervento del curatore delle
acque nelle cose del Tevere sia inconcepibile, quando, già, a sor-
vegliare il corso del fiume, Augusto avesse istituito uno speciale
ufficio, come sostiene il Mommsen (3), mi parve, da principio,
e sarebbe un argomento incontrovertibile, se Ateio Capitone ed
Arrunzio avessero formato una commissione straordinaria : ma io
non esito, invece, a ritenere che quei due consolari, nominati da
Tacito, erano, nè più, nè meno, che i curatores Tiberis di quel-
l'anno 15 in cui avvenne la piena del fiume. Nè mi si opponga
che Ateio Capitone, curator aquarum, non avrebbe potuto es-
sere, nello stesso tempo, curator Tiberis, poiché se il cumulo
di una magistratura e di una quasimagistratura era lecito sotto
(!) Che Augusto e non Tiberio sia autore della cura Tiberis è, apo-
ditticamente, sostenuto dal Preller, Rom und der Tiber (Bachiseli. Berichte
II[1848J, 142-143) e da 0. Gilbert nella sua bolla Gesch. und Top. der Stadt.
Rom i. a., Ili, 289 n.4; 290, n. 1, e mi pare anche dal Richter, Topogra-
phie, p. 43, n. 4 ; così pure dal Gregorovius {Inondazioni del Tevere, [trad.
it. di R. Ambrosi] Roma, 1877, p. 9) sebbene con qualche inesattezza; e
dal Carcani, Il Tevere e le sue inondazioni, Roma 1875, p. 64-65.
(?) Taciti, Ann. I, 76. Il Mommsen (C. I, p. 180) ritiene che L. Ar-
runzio sia stato il secondo dei tre curatores aquarum nell' anno 15 ; ma,
secondo me, a torto, poiché gli adiutores, dei quali parla Frontino, de aq. 99,
erano di una categoria senatoria inferiore (praetorii, pedarii) a quella più
alta dei consolari cui apparteneva il capo del collegio e quindi L. Arrunzio
che, nel 759/6, era stato console, non poteva, come consolare, essere adiutor
nell'anno 15. Cf. De Ruggiero, 1. c. p. 549.
(3) C. I, p. 180.