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Fìbula d'oro aquiliforme
* aigles furent Irouvées, a été occupò par les Visigoths depuis
- l'invasion d'Ataulphe {412) jusqu'à la defaite d'Alarle II
« (507). Je circonscrirai dans cette période d'un siècle le iemps
- de fabricalion des dits ornements » (') Secondo l'avviso
adunque del de Linas, coteste fibule aquiliformi sarebbero state
phalerae pectorales (cioè decorazioni militari) presso i Barbari,
che invasero l'impero nel secolo V. La somiglianza di quelle del
museo di Cluny colle due nostre è di assoluta evidenza. E delle
due trovate in Boma ed in s. Marino, come di quelle trovate
in Aquitania, possiamo giudicare che sieno state decorazioni di
valore militare, quali erano le phalerae presso i Bomani (-).
La loro rarità- nello sterminato numero di utensili cloisonnés
chiusi nei sepolcri dei Barbari, che invasero l'occidente nel se-
colo V ; il carattere loro in modo speciale decorativo e la desti-
nazione a spiccare nel centro della cintura sotto il petto, ren-
dono più che probabile, quasi certa, l'opinione autorevolissima
dell'illustre de Linas, che esse sieno state non meri ornamenti
d'uso privato personale, ma phalerae militari.
Ora la scienza archeologica è in via di fare un gran passo
nelle ricerche intorno a questa categoria di monumenti. Il eli.
sig. Barone J. de Baye, uno dei più celebrati fondatori e pro-
motori degli odierni studi sullo antichità barbariche di che ra-
gioniamo (:t), trattando dei cloisonnés, specialmente adorni di
granate rinvenuti in Crimea, non ha guari scrisse così : « pendant
« longtemps, en Russie, on a nomine ces objets mérovingiens
«............ Ces antiquités peuvent élre qualifièes de barbares,
« par rapprochemenl avec leurs similaires d'Occident. Cepen-
" dant, un savant russe m'écrivait recemment : l'aspire au
(') Charles de Linas, Orfivrerie mérovingienne, Paris 1804 p. 117,118.
(2) V. Henzen negli Annali dell'Ist. di corr. arch. 1860 p. 205 e sgg\
Cf. Eein 1. c. p. 1G1 e sgg. : Cavedoni nel Bull. dell'Istituto Arch. 1851
p. 155 e sg.
(3) V. ciù elio ne hanno scritto il de Barthelemy nella Révue cri-
tique septembre 1888 p. 154-156; e il Mowat nel Bulletin crilique 188!»
p. 426-429.
Fìbula d'oro aquiliforme
* aigles furent Irouvées, a été occupò par les Visigoths depuis
- l'invasion d'Ataulphe {412) jusqu'à la defaite d'Alarle II
« (507). Je circonscrirai dans cette période d'un siècle le iemps
- de fabricalion des dits ornements » (') Secondo l'avviso
adunque del de Linas, coteste fibule aquiliformi sarebbero state
phalerae pectorales (cioè decorazioni militari) presso i Barbari,
che invasero l'impero nel secolo V. La somiglianza di quelle del
museo di Cluny colle due nostre è di assoluta evidenza. E delle
due trovate in Boma ed in s. Marino, come di quelle trovate
in Aquitania, possiamo giudicare che sieno state decorazioni di
valore militare, quali erano le phalerae presso i Bomani (-).
La loro rarità- nello sterminato numero di utensili cloisonnés
chiusi nei sepolcri dei Barbari, che invasero l'occidente nel se-
colo V ; il carattere loro in modo speciale decorativo e la desti-
nazione a spiccare nel centro della cintura sotto il petto, ren-
dono più che probabile, quasi certa, l'opinione autorevolissima
dell'illustre de Linas, che esse sieno state non meri ornamenti
d'uso privato personale, ma phalerae militari.
Ora la scienza archeologica è in via di fare un gran passo
nelle ricerche intorno a questa categoria di monumenti. Il eli.
sig. Barone J. de Baye, uno dei più celebrati fondatori e pro-
motori degli odierni studi sullo antichità barbariche di che ra-
gioniamo (:t), trattando dei cloisonnés, specialmente adorni di
granate rinvenuti in Crimea, non ha guari scrisse così : « pendant
« longtemps, en Russie, on a nomine ces objets mérovingiens
«............ Ces antiquités peuvent élre qualifièes de barbares,
« par rapprochemenl avec leurs similaires d'Occident. Cepen-
" dant, un savant russe m'écrivait recemment : l'aspire au
(') Charles de Linas, Orfivrerie mérovingienne, Paris 1804 p. 117,118.
(2) V. Henzen negli Annali dell'Ist. di corr. arch. 1860 p. 205 e sgg\
Cf. Eein 1. c. p. 1G1 e sgg. : Cavedoni nel Bull. dell'Istituto Arch. 1851
p. 155 e sg.
(3) V. ciù elio ne hanno scritto il de Barthelemy nella Révue cri-
tique septembre 1888 p. 154-156; e il Mowat nel Bulletin crilique 188!»
p. 426-429.