La serie dei Curatores operum ■pullicorum
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LA SERIE
DEI CURATORES OPERUM PUBLICORUM
I curatores aedium sacrarum et operum locorumque pu-
blicorum tuendorumJ come, con titolo completo, si chiamano i
enatori preposti all'amministrazione dei pubblici luoghi sotto
l'impero ('), erano due e venivano nominati dal principe fra i
pretori o fra i consolari. Le loro attribuzioni, da principio, erano
eguali, ambedue sorvegliavano, con pari competenza, tanto i
pubblici edifizi, quanto i sacri templi, ma con 1' andar del
tempo, sembra che abbiano diviso le incombenze del loro uf-
ficio, e che l'uno si sia intitolato curator operum publicorum,
l'altro curalor aedium sacrar um; ma questa divisione delle at-
tribuzioni era in fatto, non in diritto, poiché spesso le fonti ci
attestano che i curatori operavano in comune, nel qual caso o
assumevano ambedue il titolo completo del loro ufficio, oppure
si chiamavano semplicemente curatores operum publicorum ('-').
Più tardi, ossia, dopo i tempi di Diocleziano, la competenza
dei curatori è divisa in diritto; e infatti la Notìtia Digai-
latum, p. 114 Seeck, ci attesta che, nel periodo della mo-
(') Cf. il numero primo della nostra serie. Nelle lapidi greche troviamo
adoperati questi termini per designarli: vnurixol tiàv IsqiSv vuùv (ini riàv
vuiàv), èniLieX^rìjg Ig/uiv <ft}(ioai<oi> nói' it> 'Pui/xtj. Cf. Mentz, de magistra-
tuum romanorum graecis appellationibus (Jenae 1894) p. 42.
(2) Tutto ciò ha stabilito il Mominsen (Staatsrachl, IV, 6, 1051), fon-
dandosi principalmente sopra una iscrizione dell'anno 214 (n. 30 della serie)
che ricorda due curatori, l'uno dei quali intitolasi curator operum pu-
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LA SERIE
DEI CURATORES OPERUM PUBLICORUM
I curatores aedium sacrarum et operum locorumque pu-
blicorum tuendorumJ come, con titolo completo, si chiamano i
enatori preposti all'amministrazione dei pubblici luoghi sotto
l'impero ('), erano due e venivano nominati dal principe fra i
pretori o fra i consolari. Le loro attribuzioni, da principio, erano
eguali, ambedue sorvegliavano, con pari competenza, tanto i
pubblici edifizi, quanto i sacri templi, ma con 1' andar del
tempo, sembra che abbiano diviso le incombenze del loro uf-
ficio, e che l'uno si sia intitolato curator operum publicorum,
l'altro curalor aedium sacrar um; ma questa divisione delle at-
tribuzioni era in fatto, non in diritto, poiché spesso le fonti ci
attestano che i curatori operavano in comune, nel qual caso o
assumevano ambedue il titolo completo del loro ufficio, oppure
si chiamavano semplicemente curatores operum publicorum ('-').
Più tardi, ossia, dopo i tempi di Diocleziano, la competenza
dei curatori è divisa in diritto; e infatti la Notìtia Digai-
latum, p. 114 Seeck, ci attesta che, nel periodo della mo-
(') Cf. il numero primo della nostra serie. Nelle lapidi greche troviamo
adoperati questi termini per designarli: vnurixol tiàv IsqiSv vuùv (ini riàv
vuiàv), èniLieX^rìjg Ig/uiv <ft}(ioai<oi> nói' it> 'Pui/xtj. Cf. Mentz, de magistra-
tuum romanorum graecis appellationibus (Jenae 1894) p. 42.
(2) Tutto ciò ha stabilito il Mominsen (Staatsrachl, IV, 6, 1051), fon-
dandosi principalmente sopra una iscrizione dell'anno 214 (n. 30 della serie)
che ricorda due curatori, l'uno dei quali intitolasi curator operum pu-