Giovanni Battista De Rosai
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ed incompleto die' vera base scientifica e fece fave giganteschi
progressi.
Non havvi alcuno che non abbia inteso parlare delle mera-
vigliose scoperte fatte del de Bossi nelle catacombe romane, dalla
cripta dei papi e di s. Cecillia nel cimitero di Callisto al sepol-
cro di Nereo e di Achilleo nel fondo subnrbano dei nobili Piavi;
dal monumento di Ippolito sulla via tiburtina all' ipogeo degli
Acilii Glabrioni presso la via Salaria. Il nome del de Eossi è
indissolubilmente congiunto oramai alla storia veneranda delle
catacombe romane di cui egli ha ritrovato le origini, ha narrato
le vicende, ha illustrato i monumenti preziosi, ricomponendo così
pagine obliate da secoli negli annali del cristianesimo primitivo.
Ma fra tante cose che sì degnamente e si giustamente si
sono dette di lui celebrandone l'insigne dottrina nelle varie com-
memorazioni, una parte a me sembra che non abbia richiamato
abbastanza l'attenzione degli ammiratori del grande archeologo,
cioè le sue benemerenze verso la storia dell'arte cristiana. E par-
lando in questa insigne Accademia, la quale da tre secoli tiene
desto con tanto onore in Italia il culto ed il gusto delle arti
belle; e parlando di un'illustre suo socio, credo far cosa oppor-
tuna e gradita mostrando quanto le ricerche e le scoperte del
compianto Collega giovassero a chiarire la storia di quell'arte
religiosa che è parte così nobile ed importante delle cure e degli
studi di tutti noi.
L'arte cristiana nata in mezzo all'arte greco-romana negli
esordi stessi dell'età imperiale, subì nel primo suo svolgimento
le fasi stesse di quella ; e prese poi più tardi una forma ed una
vita tutta sua propria nel periodo che suol chiamarsi bizantino,
o dell'alto medio evo. Dopo il quale, sopraggiunta la barbarie del
secolo decimo, si oscurò quasi del tutto ; e risorta poi nel primo rina-
scimento del secolo dodicesimo venne sempre più perfezionandosi
lino al grande rinascimento, col quale si inaugurò l'epoca moderna.
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ed incompleto die' vera base scientifica e fece fave giganteschi
progressi.
Non havvi alcuno che non abbia inteso parlare delle mera-
vigliose scoperte fatte del de Bossi nelle catacombe romane, dalla
cripta dei papi e di s. Cecillia nel cimitero di Callisto al sepol-
cro di Nereo e di Achilleo nel fondo subnrbano dei nobili Piavi;
dal monumento di Ippolito sulla via tiburtina all' ipogeo degli
Acilii Glabrioni presso la via Salaria. Il nome del de Eossi è
indissolubilmente congiunto oramai alla storia veneranda delle
catacombe romane di cui egli ha ritrovato le origini, ha narrato
le vicende, ha illustrato i monumenti preziosi, ricomponendo così
pagine obliate da secoli negli annali del cristianesimo primitivo.
Ma fra tante cose che sì degnamente e si giustamente si
sono dette di lui celebrandone l'insigne dottrina nelle varie com-
memorazioni, una parte a me sembra che non abbia richiamato
abbastanza l'attenzione degli ammiratori del grande archeologo,
cioè le sue benemerenze verso la storia dell'arte cristiana. E par-
lando in questa insigne Accademia, la quale da tre secoli tiene
desto con tanto onore in Italia il culto ed il gusto delle arti
belle; e parlando di un'illustre suo socio, credo far cosa oppor-
tuna e gradita mostrando quanto le ricerche e le scoperte del
compianto Collega giovassero a chiarire la storia di quell'arte
religiosa che è parte così nobile ed importante delle cure e degli
studi di tutti noi.
L'arte cristiana nata in mezzo all'arte greco-romana negli
esordi stessi dell'età imperiale, subì nel primo suo svolgimento
le fasi stesse di quella ; e prese poi più tardi una forma ed una
vita tutta sua propria nel periodo che suol chiamarsi bizantino,
o dell'alto medio evo. Dopo il quale, sopraggiunta la barbarie del
secolo decimo, si oscurò quasi del tutto ; e risorta poi nel primo rina-
scimento del secolo dodicesimo venne sempre più perfezionandosi
lino al grande rinascimento, col quale si inaugurò l'epoca moderna.