PETASUS E
CAUSIA
Nei recenti scavi al Foro Romano è stato scoperto, dietro
la fonte di Giuturna, un piccolo corridoio, il cui pavimento è
decorato con musaico, a semplice chiaroscuro e di grossolana
fattura, che rappresenta una scena marina. « L' acqua vi è indi-
cata da linee rette interrotte, con pesci, rupi, un uccello acqua-
tico, una barca con rematore e forse un altro barcaiuolo, coperto
da berretto a petaso, e parte dei raggi di una stella (dei Dio-
scuri?) ». Così lo ha descritto il comm. Boni nella relazione delle
scoperte avvenute nel Sacrario di Giuturna ('), e le rappresen-
tanze del musaico figurato sono state riprodotte in questo Bui-
lettino 1903, pag. 170, 171, figg. 80, 81.
Il cappello che porta in testa la persona espressa nella fig. 81
che qui riproduciamo (fig. 1), è di forma non comune, e differisce
pure dai pilei multiformi, con i quali pescatori, barcaiuoli, pastori,
aratori ecc. sono abitualmente rappresentati. Il Boni lo chiama
« berretto a petaso », cioè un cappello alla foggia di petaso, col
quale infatti ha moltissima rassomiglianza. Ma il cappello a modo
di petaso è la causia dei Macedoni ; e siccome i termini petasus
e causia spessissimo volte vengono confusi, come avviene pure
coi termini mitra e tiara, colgo l'occasione per dichiarare non solo
la differenza che corre fra quelle due coperture del capo, ma più
in particolare la forma caratteristica del poco noto copricapo
macedo-illirico, portato anche in Italia sotto l'impero. Esso appar-
tiene in verità ad una delle primitive forme di copricapo della
(!) Notizie d. scavi 1901, pag. 67, 68.
CAUSIA
Nei recenti scavi al Foro Romano è stato scoperto, dietro
la fonte di Giuturna, un piccolo corridoio, il cui pavimento è
decorato con musaico, a semplice chiaroscuro e di grossolana
fattura, che rappresenta una scena marina. « L' acqua vi è indi-
cata da linee rette interrotte, con pesci, rupi, un uccello acqua-
tico, una barca con rematore e forse un altro barcaiuolo, coperto
da berretto a petaso, e parte dei raggi di una stella (dei Dio-
scuri?) ». Così lo ha descritto il comm. Boni nella relazione delle
scoperte avvenute nel Sacrario di Giuturna ('), e le rappresen-
tanze del musaico figurato sono state riprodotte in questo Bui-
lettino 1903, pag. 170, 171, figg. 80, 81.
Il cappello che porta in testa la persona espressa nella fig. 81
che qui riproduciamo (fig. 1), è di forma non comune, e differisce
pure dai pilei multiformi, con i quali pescatori, barcaiuoli, pastori,
aratori ecc. sono abitualmente rappresentati. Il Boni lo chiama
« berretto a petaso », cioè un cappello alla foggia di petaso, col
quale infatti ha moltissima rassomiglianza. Ma il cappello a modo
di petaso è la causia dei Macedoni ; e siccome i termini petasus
e causia spessissimo volte vengono confusi, come avviene pure
coi termini mitra e tiara, colgo l'occasione per dichiarare non solo
la differenza che corre fra quelle due coperture del capo, ma più
in particolare la forma caratteristica del poco noto copricapo
macedo-illirico, portato anche in Italia sotto l'impero. Esso appar-
tiene in verità ad una delle primitive forme di copricapo della
(!) Notizie d. scavi 1901, pag. 67, 68.