SCOPERTE RECENTISSIME AL FORO ROMANO
(V. sopra, pag. 75)
Sterrandosi, nel Foro Romano, lungo il lato meridionale del
basamento in pietrisco, che sostenne la colossale statua equestre
di Domiziano, sono tornati a luce avanzi di costruzioni repub-
blicane, in massi rettangolari di tufo. A maggiore profondità poi,
cioè a circa sei metri sotto il piano del Foro, è stato scoperto
uno scheletro, di età antichissima, ben conservato e deposto sem-
plicemente sullo strato di terreno argilloso: il capo è ad est, i
piedi ad ovest. Non vi è traccia di fossa sepolcrale, nè si è tro-
vato alcun oggetto di suppellettile funebre. Il cranio è volto in-
tieramente verso la parte sinistra.
Questa scoperta dimostra che anche in quella parte del Foro,
nei tempi primitivi, esistevano sepolcri, e che perciò fin là giun-
gevano le estreme pendici dei colli circostanti dove era possi-
bile tumulare i morti, prima che si arrivasse alla maggiore de-
pressione del terreno, in cui scorrevano le acque verso il Tevere e
dove era il lacus Curtius, presso il quale fu eretto il colosso domi-
zianeo Tale travamento parrebbe potersi addurre a sostegno
dell'opinione, che veramente nello sterro per la fondazione del
monumento di Domiziano si siano incontrati antichissimi sepolcri,
(') V. Jordan, Topogr. ci. St. Boni, I, 2, pag. 400. Il poeta Stazio,
che con mirabile precisione descrive tutti i particolari del colosso domi-
zianeo, dice che quell'Augusto divenne il loci custos, cuius sacrata vorago
famosique lacus nomen memorabile servant; fìnge poeticamente che il ca-
vallo, prima di esser collocato a posto, ter ardua mersit colla lami tre-
pidus, ed apostrofa perciò la felice e veneranda palude, cura te prope
nosse, tuumque immortale iubar vicina sede tueri concessum (1,66, segg.).
(V. sopra, pag. 75)
Sterrandosi, nel Foro Romano, lungo il lato meridionale del
basamento in pietrisco, che sostenne la colossale statua equestre
di Domiziano, sono tornati a luce avanzi di costruzioni repub-
blicane, in massi rettangolari di tufo. A maggiore profondità poi,
cioè a circa sei metri sotto il piano del Foro, è stato scoperto
uno scheletro, di età antichissima, ben conservato e deposto sem-
plicemente sullo strato di terreno argilloso: il capo è ad est, i
piedi ad ovest. Non vi è traccia di fossa sepolcrale, nè si è tro-
vato alcun oggetto di suppellettile funebre. Il cranio è volto in-
tieramente verso la parte sinistra.
Questa scoperta dimostra che anche in quella parte del Foro,
nei tempi primitivi, esistevano sepolcri, e che perciò fin là giun-
gevano le estreme pendici dei colli circostanti dove era possi-
bile tumulare i morti, prima che si arrivasse alla maggiore de-
pressione del terreno, in cui scorrevano le acque verso il Tevere e
dove era il lacus Curtius, presso il quale fu eretto il colosso domi-
zianeo Tale travamento parrebbe potersi addurre a sostegno
dell'opinione, che veramente nello sterro per la fondazione del
monumento di Domiziano si siano incontrati antichissimi sepolcri,
(') V. Jordan, Topogr. ci. St. Boni, I, 2, pag. 400. Il poeta Stazio,
che con mirabile precisione descrive tutti i particolari del colosso domi-
zianeo, dice che quell'Augusto divenne il loci custos, cuius sacrata vorago
famosique lacus nomen memorabile servant; fìnge poeticamente che il ca-
vallo, prima di esser collocato a posto, ter ardua mersit colla lami tre-
pidus, ed apostrofa perciò la felice e veneranda palude, cura te prope
nosse, tuumque immortale iubar vicina sede tueri concessum (1,66, segg.).