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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 32.1904

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Nr. 3
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Tomassetti, Giuseppe: Il lago Curzio nel Foro Romano
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https://doi.org/10.11588/diglit.14878#0185

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IL LA30 CURZIO NEL FORO ROMANO.

Nel mese di aprile decorso, per felice iniziativa del com-
mendatore Giacomo Boni, solerte direttore degli scavi del Poro
Romano, si è aperta la escavazione dell' area, in cui era com-
preso il lacus Curtius, uno dei luoghi più famosi del Poro, per
la notissima leggenda, che lo riguarda. L'indizio topografico,
che indusse il Boni ad intraprendere il lavoro, fu la esistenza
di un gradino obliquo che occupava la superficie del Poro, nel
luogo intermedio tra la colonna di Poca, la basilica Giulia e il
colosso di Domiziano, riportato, non senza qualche motivo, nel
più tardo e quindi nell'odierno piano del sito stesso. Questo in-
dizio, trascurato da tutti gli esploratori passati del Foro, coin-
cide con le supposizioni più giuste che i testi letterari della
tradizione potevano suggerire. In aspettativa dell'esito dei lavori,
ora sospesi per causa della stagione estiva, mi limiterò a rife-
rire brevemente lo stato della scoperta. Per ciò che spetta alla
tradizione, trattandosi di cose note, riassumerò ciò che rilevasi
dai pochi scrittori che l'hanno riferita.

Tre sono le menzioni del luogo famoso per leggende e per
fatti, due di Livio (I, 13. VII, 6) ed una di Varrone (l. I. IV, 32).
La più antica è che Mezio Curzio uffiziale del re sabino Tazio,
nel giorno della battaglia quivi combattuta con Romolo, si riti-
rasse in questa palude col suo cavallo, e fosse sul punto di
sommergersi. L'altra, eh'è la più popolare, e dalla quale afferma
Livio aver tratto la denominazione questo luogo, consiste nel
sacrificio che Marco Curzio cavaliere romano, fece di, se stesso,

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