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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 34.1906

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Campello della Spina, Paolo: Commemorazione dell'on. Marchese Francesco Nobili Vitelleschi: letta nella R. Accademia di S. Luca; il giorno 2 maggio 1906
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https://doi.org/10.11588/diglit.13729#0157

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dell'on. Marchese FRANCESCO NOBILI V1TELLESCHI

LETTA

NELLA E. ACCADEMIA DI S. LUCA

IL GIORNO 2 MAGGIO 1906.

Illustri Colleghi,

Chi di voi visitò la salma di Francesco Nobili Vitel-
leschi nella stanza mortuaria, avrà veduto pendere da una pa-
rete una tela di mediocre grandezza, rappresentante una palude
nelle cui torbide acque una zattera portava alcune figure ritratte
dal vero e ben conosciute in Roma.

Quel quadro, esposto nelle sale della piazza del Popolo, fu
la prima rivelazione dell'operosità sua e del suo amore per l'arte.
Aveva studiato sotto il Venturi, pittore assai mediocre, ma buon
disegnatore come tutti gli scolari del Minardi, e la composi-
zione stessa di quel primo lavoro, il robusto colorito, mostrava
quell'arditezza che faceva difetto al maestro. Paese e figura,
maniera e verismo, l'opera senza avere in sè grande pregio,
lasciava presagire un ingegno ancora indisciplinato, ma non co-
mune. Mancava quella tecnica che nessuno può acquistare senza
tirocinio e assiduità paziente, e la pazienza a lui faceva difetto.
Perciò ben presto lasciò i pennelli e invece scrisse d'arte e
di artisti.

Purtroppo infruttuose sono state le mie ricerche di quei
primi suoi scritti, che io ricordo aver letti e aver udito lodare
dalla gioventù di allora, ribelle a quelli che nella antecedente
generazione avevano tenuto il vanto nella pittura e nell'archi-
tettura, cioè a dire : il Camuccini, l'Agricola, il Poletti, il Cam-
poresi. Contro questi ultimi massimamente avventò i dardi il
 
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