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Ricerche di topografia medievale di Roma
Cencio di Pantaleo, proprio quello citato dal Camerario, il
figlio suo Giovanni e Pietro di Cencio di Enrico, insieme con gli
ottimati di Roma, firmano nel 1153, come testimoni, un pub-
blico atto di cessione intervenuta fra l'Abate di Grottaferrata e
la chiesa di s. Prassede, presente il papa Anastasio IV e alcuni
cardinali
Il Pantaleo fu, e venne, di Amalfi, e, come ricorda anche
il Gregorovius (2), era legato da amicizia con Ildebrando, quando
questi, non ancora Gregorio VII, era rettore della basilica di
s. Paolo : sembra anzi che per quest'amicizia e per questa re-
lazione il Pantaleo s'indusse ad arricchire, a proprie spese, questa
basilica di quelle ammirate porte di bronzo fuse in Costantino-
poli, che poi rovinarono nel famoso incendio del 1823.
Che anzi la famiglia di Pantaleo, poi dei Pantalei, unitasi,
e poi svoltasi con quella di Cencio e quindi dei Cenci in vari
rami (di cui era distinto quello proprietario della presente chiesa
di s. Cecilia dall'altro che possedeva la chiesa ancora esistente
di s. Tommaso a Cenci, famosa perchè era caput romanae fra-
ter nitatis) era vicina di abitato alla famiglia dei Bulgamini,
con la quale anche si mescolò in parentela.
Nè sarà inutile ricordare la casa del nobile Bulgamino;
chè anzi esiste una molto opportuna connessione con la lista
delle chiese di cui discorriamo e con la bolla di Urbano III.
Gelasio II, monaco benedettino, cardinale di s. Maria in Co-
smedin, acclamato papa il 24 gennaio del 1118, senza alcun ri-
guardo a diritti imperiali (3) perseguitato dai Frangipane di parte
imperiale, fu da costoro preso e incarcerato ; ma presto dal po-
polo venne rimesso in libertà. Se non che, poco più di un mese
dopo, l'imperatore Enrico V, chiamato dai Frangipane, piombò su
(!) Cfr. Galletti, Del Primicerio, pagg. 310-312.
(2) Cfr. Gregorovius, St. della città di Roma, nella ediz. romana il-
lustrata, voi. II, pagg. 360-361, n. 49.
(3) Gregorovius, op. cit. voi. II, pag. 436.
Ricerche di topografia medievale di Roma
Cencio di Pantaleo, proprio quello citato dal Camerario, il
figlio suo Giovanni e Pietro di Cencio di Enrico, insieme con gli
ottimati di Roma, firmano nel 1153, come testimoni, un pub-
blico atto di cessione intervenuta fra l'Abate di Grottaferrata e
la chiesa di s. Prassede, presente il papa Anastasio IV e alcuni
cardinali
Il Pantaleo fu, e venne, di Amalfi, e, come ricorda anche
il Gregorovius (2), era legato da amicizia con Ildebrando, quando
questi, non ancora Gregorio VII, era rettore della basilica di
s. Paolo : sembra anzi che per quest'amicizia e per questa re-
lazione il Pantaleo s'indusse ad arricchire, a proprie spese, questa
basilica di quelle ammirate porte di bronzo fuse in Costantino-
poli, che poi rovinarono nel famoso incendio del 1823.
Che anzi la famiglia di Pantaleo, poi dei Pantalei, unitasi,
e poi svoltasi con quella di Cencio e quindi dei Cenci in vari
rami (di cui era distinto quello proprietario della presente chiesa
di s. Cecilia dall'altro che possedeva la chiesa ancora esistente
di s. Tommaso a Cenci, famosa perchè era caput romanae fra-
ter nitatis) era vicina di abitato alla famiglia dei Bulgamini,
con la quale anche si mescolò in parentela.
Nè sarà inutile ricordare la casa del nobile Bulgamino;
chè anzi esiste una molto opportuna connessione con la lista
delle chiese di cui discorriamo e con la bolla di Urbano III.
Gelasio II, monaco benedettino, cardinale di s. Maria in Co-
smedin, acclamato papa il 24 gennaio del 1118, senza alcun ri-
guardo a diritti imperiali (3) perseguitato dai Frangipane di parte
imperiale, fu da costoro preso e incarcerato ; ma presto dal po-
polo venne rimesso in libertà. Se non che, poco più di un mese
dopo, l'imperatore Enrico V, chiamato dai Frangipane, piombò su
(!) Cfr. Galletti, Del Primicerio, pagg. 310-312.
(2) Cfr. Gregorovius, St. della città di Roma, nella ediz. romana il-
lustrata, voi. II, pagg. 360-361, n. 49.
(3) Gregorovius, op. cit. voi. II, pag. 436.