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La Curia e la Cohors campestre
L'origine della curia è molto oscura; e giustamente si è
scritto in proposito da competente autore in un recentissimo
articolo: « Die Curien gehoren nach ihrer Entstehung, Bedeutung
und Entwicklung zu den dunkelsten Institutionen des rom.
Staates » (Huelsen C, in Pauly-Wissowa, Vili, s. v.). Tutto ciò
che concerne l'etimologia e la storia di questa istituzione trovasi
largamente riassunto nel detto articolo ; al quale pertanto può
ricorrere chiunque ne abbia desiderio. La novità, che rilevasi dal
ragionamento del Gatti, consiste nell'associazione della curia con
il compiium, o capo di strade, e con le relative feste compita-
lizie. Ciò dimostra la origine campestre della curia, la quale
origine non è punto sfuggita all'Huelsen quando sul noto passo
di Dionisio (II, 7) afferma che a ciascuna curia era assegnato un
terreno distinto, e che ognuna di esse formava una Sacralge-
meinschaft. Debbono pertanto stabilirsi due punti certi sulla
origine della curia, che sono : il terreno determinato e la consa-
crazione della rispettiva comunità. Inoltre sembra ormai prefe-
ribile la opinione che la curia sia stata una riunione gentilizia^
cioè di proprietarii e non già di plebei (Humbert, in Daremberg,
Dictionn. des antiq. voi. II, pag. 1628).
La tradizione conservataci da Festo (alla voce curia, ed.
Muller pag. 49) conferma l'indole religiosa della curia con le
parole seguenti: « curiae etiam norninantur, in quibus unius-
cuiusque partis populi romani quid geritur.....ita ut in
sua quisque curia sacra publica faceret, feriasque observaret ».
Vi fu un'antica distinzione delle curiae urbanae dalle rusticae
«he dimostra come queste perdurassero per proprio conto. Ciò
posto io non debbo seguire lo svolgimento di questa istituzione
in Eoma e ripetere ciò che si è scritto sulle curiae veteres et
novae, sulle curionia sacra, e sulla derivazione dalla curia pri-
mitiva della curia civile, ossia dell'aula del senato romano. Sol-
tanto debbo fare avvertire che anche la residenza senatoria fu
inaugurata ed orientata come un tempio (Varrone, in A. Gellio,
La Curia e la Cohors campestre
L'origine della curia è molto oscura; e giustamente si è
scritto in proposito da competente autore in un recentissimo
articolo: « Die Curien gehoren nach ihrer Entstehung, Bedeutung
und Entwicklung zu den dunkelsten Institutionen des rom.
Staates » (Huelsen C, in Pauly-Wissowa, Vili, s. v.). Tutto ciò
che concerne l'etimologia e la storia di questa istituzione trovasi
largamente riassunto nel detto articolo ; al quale pertanto può
ricorrere chiunque ne abbia desiderio. La novità, che rilevasi dal
ragionamento del Gatti, consiste nell'associazione della curia con
il compiium, o capo di strade, e con le relative feste compita-
lizie. Ciò dimostra la origine campestre della curia, la quale
origine non è punto sfuggita all'Huelsen quando sul noto passo
di Dionisio (II, 7) afferma che a ciascuna curia era assegnato un
terreno distinto, e che ognuna di esse formava una Sacralge-
meinschaft. Debbono pertanto stabilirsi due punti certi sulla
origine della curia, che sono : il terreno determinato e la consa-
crazione della rispettiva comunità. Inoltre sembra ormai prefe-
ribile la opinione che la curia sia stata una riunione gentilizia^
cioè di proprietarii e non già di plebei (Humbert, in Daremberg,
Dictionn. des antiq. voi. II, pag. 1628).
La tradizione conservataci da Festo (alla voce curia, ed.
Muller pag. 49) conferma l'indole religiosa della curia con le
parole seguenti: « curiae etiam norninantur, in quibus unius-
cuiusque partis populi romani quid geritur.....ita ut in
sua quisque curia sacra publica faceret, feriasque observaret ».
Vi fu un'antica distinzione delle curiae urbanae dalle rusticae
«he dimostra come queste perdurassero per proprio conto. Ciò
posto io non debbo seguire lo svolgimento di questa istituzione
in Eoma e ripetere ciò che si è scritto sulle curiae veteres et
novae, sulle curionia sacra, e sulla derivazione dalla curia pri-
mitiva della curia civile, ossia dell'aula del senato romano. Sol-
tanto debbo fare avvertire che anche la residenza senatoria fu
inaugurata ed orientata come un tempio (Varrone, in A. Gellio,