Alcune importanti iscriziom ebraiche
81
Nella sesta riga il Garrucci legge "n TP1, che traduce e vive
(pres.) egli; ma leggendo significherebbe e visse (pass.), e
leggendo VT1 significherebbe e vivrà (futuro) o anche e viva.
Bisognerebbe poi ammettere che alla parola in, che scritta così
non ha alcun significato, manchi una lettera, perchè si possa
leggere Nin e voglia dire egli. Apparisce chiaro invece che si
tratta di una sola parola, che va letta VVtT) e si riferisce al
soggetto Dio nominato prima, e significa: e lo faccia rivivere,
o meglio, e lo farà rivivere ecc.
L'ultima parola n^D data qui soltanto dalla sua prima
lettera D, ha, secondo gli autori, diverso significato, e non è qui
il luogo di occuparsene più minutamente. Io sono d'accordo con
quelli che le attribuiscono il significato di eternamente, che le
è anche confermato dall' uso che ne fecero i Dottori della Sina-
goga Magna, autori delle orazioni quotidiane, i quali, essendo
antichissimi, e quindi relativamente assai più vicini al tempo in
cui di questo vocabolo Re Davide cominciò a far uso nel Salterio,
è certo che aveano conservato per tradizione il significato origi-
nale di esso.
A sinistra della sesta riga havvi uno di quei tanti simboli
che si riscontrano in quasi tutte le antiche lapidi giudaiche, e
precisamente il cedro (Ethrog), di cui si fa uso nella festa delle
Capanne. La nostra epigrafe, secondo il mio parere, andrebbe
pertanto letta così :
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Nella sesta riga il Garrucci legge "n TP1, che traduce e vive
(pres.) egli; ma leggendo significherebbe e visse (pass.), e
leggendo VT1 significherebbe e vivrà (futuro) o anche e viva.
Bisognerebbe poi ammettere che alla parola in, che scritta così
non ha alcun significato, manchi una lettera, perchè si possa
leggere Nin e voglia dire egli. Apparisce chiaro invece che si
tratta di una sola parola, che va letta VVtT) e si riferisce al
soggetto Dio nominato prima, e significa: e lo faccia rivivere,
o meglio, e lo farà rivivere ecc.
L'ultima parola n^D data qui soltanto dalla sua prima
lettera D, ha, secondo gli autori, diverso significato, e non è qui
il luogo di occuparsene più minutamente. Io sono d'accordo con
quelli che le attribuiscono il significato di eternamente, che le
è anche confermato dall' uso che ne fecero i Dottori della Sina-
goga Magna, autori delle orazioni quotidiane, i quali, essendo
antichissimi, e quindi relativamente assai più vicini al tempo in
cui di questo vocabolo Re Davide cominciò a far uso nel Salterio,
è certo che aveano conservato per tradizione il significato origi-
nale di esso.
A sinistra della sesta riga havvi uno di quei tanti simboli
che si riscontrano in quasi tutte le antiche lapidi giudaiche, e
precisamente il cedro (Ethrog), di cui si fa uso nella festa delle
Capanne. La nostra epigrafe, secondo il mio parere, andrebbe
pertanto letta così :